FEDE E RAGIONE
L’angelica milizia. Gli angeli nel panorama attuale della Chiesa e del mondo
dal Numero 25 del 4 luglio 2021
di Samuele Maniscalco

Molti contemporanei, soprattutto i giovani, non si sentono più attratti da ciò che offre il mondo moderno. Sono alla ricerca di altro e, in assenza del soprannaturale, si aprono all’occulto. La dottrina sugli angeli svelerebbe loro orizzonti impensati, invitandoli ai grandi voli dell’anima, e potrebbe davvero diventare il fiore all’occhiello dell’odierna catechesi cattolica.

Presentare in poche righe un libro denso di riflessioni e affascinante non è cosa semplice. Ecco perché, all’inizio di questa recensione del volume L’angelica milizia. Gli angeli nel panorama attuale della Chiesa e del mondo (Plinio Corrêa de Oliveira, a cura di Julio Loredo, Cantagalli, Cantagalli, aprile 2021), citerò don Renzo Lavatori, insigne studioso del mondo angelico che di questo libro ha scritto la prefazione: «Si rimane sorpresi e ammirati dalla grandiosa visione angelica di Plinio Corrêa de Oliveira. [...]. Di fatto si assiste ad un mondo, quello angelico, che sembra uscire fuori da un sottofondo immenso, come l’espressione vulcanica di una massa di idee e di progettazioni, di supposizioni e di rimembranze che sfocia in una sorta di contemplazione, non statica e disincarnata, ma ricca di sguardi luminosi e interessanti che si riflettono e si espandono nel cosmo e nell’umanità».

 

In tema di angelologia quest’opera si inserisce pienamente nella Teologia tradizionale, seguendo da vicino san Tommaso d’Aquino e san Bonaventura da Bagnoregio, visti come figure complementari e mai contrapposte.

 

Il pensatore brasiliano pone poi una speciale attenzione all’opera dello pseudo-Dionigi Aeropagita (secolo V) De coelesti hierarchia e alla monumentale Commentaria in Sacram Scripturam, del gesuita fiammingo Cornelio a Lapide (1567-1637).

 

Su questa angelologia, che per comodità di linguaggio possiamo chiamare “tradizionale”, Plinio Corrêa de Oliveira costruiva poi una serie di considerazioni più direttamente attinenti alla sua missione.

 

Nel libro appare estremamente interessante il rapporto tra la sfera angelica e quella umana, fino a poter parlare di una “umanizzazione” dell’angelo e di una “angelizzazione” della natura umana. 

 

Tale simbiosi va capita nel senso corretto di una configurazione spirituale più che di un’identificazione ontologica ed esistenziale. Sono due realtà distinte, ma tra loro strettamente correlate, precisamente per rispettare e descrivere l’ampia sinfonia dell’universo prodotta dall’altissima sapienza di Dio. 

 

«Plinio Corrêa de Oliveira ha avuto il pregio di riscoprire, riattualizzare e ravvivare la figura degli angeli quale spinta e incoraggiamento affinché l’uomo ritrovi se stesso in tutti gli elementi che lo compongono e che formano la rappresentazione più autentica del suo essere creato e redento quale fermento di una umanità rinnovata e protagonista di uno sviluppo salutare e integrale». Scrive sempre don Lavatori.

 

Ne risulta che la sfera angelica è irrinunciabile per la vita e per la realizzazione del progetto divino sul mondo e nella storia umana. 

 

Proprio gli angeli hanno il compito di governare, custodire e far crescere gli elementi che compongono in modo diverso ma complementare la bellezza del creato. 

 

In tal modo, la presenza degli angeli sarebbe lo strumento efficace per saper coordinare gli elementi che compongono l’universo creato e che aprono l’animo alla lode e alla magnificenza del Creatore, Colui che fa sussistere gli esseri celesti e terreni in un unico prospetto salvifico, al cui centro sta il Verbo Incarnato.

 

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