I FIORETTI
Rachelina Villani nei ricordi della sorella Lucia /2
dal Numero 44 del 28 novembre 2021

La vita di Rachelina, intanto, trascorreva tra lavoro e preghiera. La giornata era cadenzata dai ritmi di preghiera del convento. Messa tutti i giorni, santo Rosario e la funzione serotina. Cardini su cui tutte le anime dovrebbero fondare i pilastri di questa breve esistenza terrena, chiamate come sono a puntare alle cose del Cielo, alla realtà dell’eternità, a considerare la fugacità della vita e all’inevitabile giudizio a cui tutti saremo sottoposti dopo la nostra morte. Paradiso o Inferno, dipende solo da noi, dalle nostre scelte, da come decidiamo di vivere. 

Rachelina ha offerto tutto per i sacerdoti! San Pio ha formato Rachelina per renderla un’anima amante del Signore, della sua Passione e Morte. L’ha preparata per la continuazione della sua missione: quella di pregare per i sacerdoti. L’ha resa un’anima orante e offerente per la loro salvezza. Con il suo esempio ha risposto alle sollecitudini spirituali del Padre. Ha richiamato anche tutti i laici che cercavano le stupende realtà divine così spesso dimenticate nella pratica di vita quotidiana. Rachelina ha contribuito a svelare il dramma del nostro tempo: una vita lontana dalla pratica degli insegnamenti di Gesù. L’ha fatto puntando sui valori che non passano mai e che sono quelli che ci danno la vera felicità. 

Sarebbero auspicabili approfonditi studi di esperti sulla sua persona per scoprire l’importanza di figure feriali, ma di vitale importanza per tutta la Chiesa. 

San Pio si è preso cura di lei fino alla fine, fino a quel 23 settembre del 1968. Proprio l’anno della contestazione giovanile manipolata per rivendicare chissà quali diritti, dimenticando però quelli primari di Dio. In quell’anno il nostro gigante di santità rese l’anima a Dio. Ma si potrebbe mai pensare che l’azione d’intercessione sia terminata con la sua morte? Certamente no! Difatti, Rachelina fu testimone di un episodio singolare che si verificò quando san Pio entrò in Cielo.

La morte del Padre

Erano gli ultimi giorni di vita del Santo del Gargano. Rachelina si trovava a Santa Margherita di Savoia per cure termali. Prima di partire passò a salutare il Padre che le aveva accordato il permesso di trascorrere una quindicina di giorni in vacanza, salvo non si fosse stancata prima. 

Non sorprenda questo modo di fare. I figli spirituali del Padre non facevano nulla senza che lui sapesse e acconsentisse. Partirono in tre, Rachelina, la sorella Lucia e la madre. Era il 15 settembre del 1968. Festa dell’Addolorata. Ma registriamo il racconto dalla viva voce della sorella Lucia.

«Scesi dalla corriera e incontrammo un vigile che ci trovò un alloggio a casa sua. I giorni di riposo trascorrevano sereni. Dopo neanche una settimana, però, notai in Rachelina una certa inquietudine. Vedevo che mia sorella pensava di anticipare la partenza di qualche giorno e non mi spiegavo perché fosse diventata così “frettolosa”. 

Poi una notte accadde il fatto. Dormivamo nel salone della casa del vigile e io sentì una voce che chiamava “Rachelina”. Mi svegliai momentaneamente, ma pensai che Rachelina parlasse nel sonno. Poi la voce… ancora… sempre più chiara e nitida, con la timbrica che ben conoscevo, replicò: “Rachelina, Rachelina svegliati”. Allora dissi prontamente e senza avere più dubbi: “Rachelina ti sta chiamando, rispondi!”. Prima, però, riconobbi e vidi padre Pio di spalle. E il Padre guardando Rachelina le disse: “C’è stata la mia festa e tu non sei venuta?”. Intanto mia madre dormiva saporitamente. “Ma come – rispose Rachelina – prima di partire siamo venuti a salutarti. Non ti ricordi?”. Intanto io stavo con “le orecchie tese” ed ascoltavo tutto. “Sì lo so che sei venuta a salutarmi  – riprese il Padre – ma ora si è fatta la mia festa e tu non ti sei trovata. Rachelina, la vita è dura. Guarda!”. A questo punto ha girato la manica della sua maglietta e ha detto: “Rachelina vedi come sta bucata questa mia maglia? Tu non la devi fare così. Tu devi fare in questo modo”. E Rachelina: “Io non lo so fare, mia madre la sa fare”. E ancora il Padre: “Io ti starò sempre vicino”. Lo disse due volte. “Adesso me ne devo andare. Mi devi far riparare questa maglia”. Poi è scomparso».

Quale significato avrà avuto quella particolare richiesta di riparazione di una maglia la cui manica era bucata? Se è lecito avanzare qualche ipotesi potremmo pensare che il Padre abbia voluto assicurarsi fedeli collaboratori che continuassero la sua opera di offerta per i sacerdoti. La sua maglia intima, infatti, potrebbe rappresentare i bisogni spirituali dei sacerdoti per cui bisogna pregare e offrire. Tale ipotesi sembrerebbe confermata da un episodio successivo verificatosi dopo la morte di san Pio. 

Una malattia particolare

«Dopo che avevamo trovato abitazione a San Giovanni Rotondo – è ancora Lucia che racconta –, Rachelina non si sentiva bene. Un giorno prendemmo appuntamento con una dottoressa e ci recammo all’ospedale in attesa del medico. Passò di lì un primario che ci conosceva e volle prendere Rachelina sotto le sue cure. Rachelina gli spiegò dei suoi frequenti mal di pancia e il medico la inviò subito a fare tutti gli accertamenti necessari. Quando lesse l’esito degli esami le mise una mano in testa e disse: “Ora devo chiamare mio figlio prete”. Rachelina aveva un tumore e una diagnosi con un mese di vita». Fu immediatamente ricoverata! 

Durante il ricovero andò nella chiesa piccola dell’ospedale. Intanto il medico la cercava. Quando la vide le disse: «Dove sei stata?». «Ero a pregare», rispose la paziente. 

E il primario, richiamando l’attenzione dei suoi colleghi disse: «Signori medici venite con me dobbiamo studiare un caso». Il dottore mostrò la radiografia, ci fu un conciliabolo tra loro. Facce stupite si sovrapponevano come immagini fotografiche che si dissolvono l’una sull’altra. Poi rivolto a Rachelina le disse: «Ci devi dire che preghiera hai fatto quando sei andata in chiesa»

«Ho detto al Signore  ri­­spose  se sono ancora utile per i sacerdoti e per aiutare il popolo, mi lasci, altrimenti sono pronta»

Leggendo gli esami appena completati i valori si erano stabilizzati. Da allora Rachelina visse molti anni ancora ed è restata un’anima di preghiera presso la quale i sacerdoti hanno sempre avuto la precedenza. Addirittura il vescovo Valentino Vailati permise che fosse collocato un tabernacolo a casa sua per la celebrazione della Messa. La stanza che l’ospitava fu benedetta dal suo vicario e sul muro, davanti al quale fu collocato l’altare, fu affrescata sulla parete l’immagine di un’ostia grande, opera di un pittore di San Marco in Lamis.

Oggi, purtroppo, abbiamo una penuria di anime disposte a votare tutta la loro vita per Dio, per i sacerdoti e la conversione dei peccatori, ma confidiamo nella letizia che sull’esempio di Rachelina, frutto della semina di san Pio da Pietrelcina, fiorirà una nuova primavera di santi.   

 

 

di Lazzaro M. Celli, su Il Settimanale di Padre Pio, N. 44/2021

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