I FIORETTI
Il segreto di Padre Pio: occhi negli occhi con la Madre
dal Numero 4 del 24 gennaio 2021

Tra le perle sapienziali che san Pio da Pietrelcina ci ha lasciato come “segreti di santità”, c’è il prezioso suggerimento di «saper guardare con gli occhi imploranti negli occhi coraggiosi della Mamma celeste ricolmi di una luce infinita» (1). È questo un pensiero che dà molta speranza; ma come si fa – in modo pratico – a guardare e fissare i nostri occhi in quelli della Madonna?

Per riuscire a mettere in pratica questo santo suggerimento è necessario prima di tutto instaurare un rapporto personale con la Mamma celeste, amata e cercata in quanto vera Mamma della nostra anima.

Il breve ma chiaro itinerario per costruire tale rapporto di reciprocità, intimità, filiazione è così spiegato: «Bisogna cominciare ad avvertire la sua presenza materna in tutte le nostre cose ed a fermarsi volentieri a gustarla mediante una preghiera, alimentata da un colloquio filiale e continuo che, oltre a non interrompersi mai, avrà tempi fissi discretamente lunghi. Sono questi gli elementi che fanno supporre che intorno a noi si stia creando un’atmosfera familiare e sacra in cui Lei è la protagonista» (2).

Queste indicazioni ci suggeriscono di creare un clima di familiarità con la nostra Madre celeste, il più ideale perché il nostro sguardo cerchi in modo spontaneo e immediato i Suoi occhi. In questa ricerca dello sguardo della Madonna, possiamo aiutarci anche con qualche sua immagine. Potremmo paragonare inoltre la nostra anima, desiderosa di salire il cammino della perfezione cristiana, a un bambino piccolo che piange per un nonnulla ma che, una volta in braccio alla mamma, quando incrocia il suo sguardo, torna sereno e sicuro che tutto andrà bene, senza pensare più alle sue lacrime, né alle fatiche che lo attendono per diventare un uomo adulto e autosufficiente.

Nel consigliarci di fissare il nostro sguardo nella Madonna, san Pio sa che per questa via di confidenza l’amore cresce, sicuro di trovare in quegli occhi di Paradiso una «luce infinita» e rassicurante. Possiamo allora domandare alla nostra celeste Mamma di darci il latte della fede, della speranza e della carità, così da rivestirci di quelle virtù necessarie per intraprendere l’itinerario di santità che Dio ha progettato per noi, sicuri di camminare, correre e poi volare per mezzo della sua intercessione materna.

Fissare i nostri occhi in quelli della Mamma celeste, che sono «ricolmi di una luce infinita», ha come obiettivo quello di attingere da Lei la sua stessa santità e, nella costanza della frequentazione, quelle virtù necessarie per la nostra trasformazione interiore. San Bonaventura direbbe che «tutte le virtù di Maria si devono trovare in ogni singola anima santa affinché questa diventi perfetta» (3). Virtù che sono le stesse del Figlio, in quanto «Maria non ha virtù, sentimenti e vita diversi da Cristo» (4). E la prima persona che vuole comunicare queste virtù è proprio Lei, maternamente desiderosa di donarle ai suoi figli, singolarmente.

In parole molto semplici, il cercare lo sguardo della Mamma celeste equivale a trovare la fonte delle virtù per noi. In particolare, “la luce degli occhi materni” si riferisce alla virtù della fede, a quel dono che ci fa vivere e guardare ogni cosa che ci succede con sguardo soprannaturale e non “terra a terra”. Allora il guardarla negli occhi è trovare quel «fondamento di tutto l’edificio spirituale» (5) necessario alla nostra vita, per giungere fino alla carità più ardente.

In questo senso, l’immagine del bambino che riposa in braccio alla Madre, con lo sguardo del cuore di cui parla san Paolo (cf. Ef 1,18) puntato su di Lei, richiama una pratica molto concreta, tale da non fermarsi al sentimento. San Pio la indica come un vero e proprio «dovere ascetico» (6): quello di farci cullare dalla Mamma della nostra anima, perché «la Madonna, nel cullarci con il suo amore materno, ci toglie gli affetti peccaminosi, gli affetti inutili e soprattutto quegli altri sogni sciocchi in cui si costruiscono i castelli in aria» (7). In altri termini, san Pio ci chiama ad un salto di qualità, che gli occhi del cuore riescono a intuire dopo aver attinto la luce dallo sguardo materno sempre fisso su di noi.

Se leggiamo con attenzione le parole del Santo, scopriamo che dal suo stesso modo di descrivere tutto con molta semplicità, trapela una certa maternità, attenta ad indicare il modo di procedere passo per passo; una maternità attinta dalla Madonna stessa, con la tipica nota della dolcezza che le è propria.

Il nostro Cappuccino infatti non si è limitato a darci un bell’insegnamento teorico; la sua vita traduce nella pratica questo suo segreto di santità. Il suo esempio diventa, quindi, l’insegnamento più importante che lui stesso ha lasciato in eredità: «Per la preghiera, come ho cercato di tenere io i miei occhi negli occhi della Mamma celeste, così vorrei che facessero i miei figli spirituali» (8).  

di Suor Ostia del Cuore Immacolato,
Il Settimanale di Padre Pio, N. 4/2021


Note

1) Citato in Padre M. IasenzaNiro, Padre Pio parla della Madonna, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, p. 347.

2) Ivi, p. 348.

3) San Bonaventura, Sermone III de Purificatione B. V. M., 649a.

4) Padre S. Ragazzini, in Maria vita dell’anima, Casa Mariana Editrice, 1984, p. 355.

5) San Bonaventura, Brevil., c. IV, p. V.

6) Citato in Padre M. IasenzaNiro, Padre Pio parla della Madonna, p. 270.

7) Ivi, p. 270.

8) Ivi, p. 207.

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