I FIORETTI
“Tutto fa capo al suo Concepimento Immacolato”
dal Numero 47 del 6 dicembre 2020

Padre Pio non perdeva occasione per lodare e celebrare l’Immacolata con la passione propria del francescano innamorato di Maria. Alla scuola dei santi francescani di ogni tempo, facciamo nostro il segreto di grazia di questa consolantissima devozione.

Nel 1911 padre Pio aveva “un solo mese di vita”, secondo la sentenza del famoso medico Cardarelli di Napoli. Si trovava nel convento di Venafro e ai primi giorni di dicembre si aggravò improvvisamente a tal punto che si decise di riportarlo a Pietrelcina, per fargli respirare l’aria nativa. Era il 7 dicembre. Le sue condizioni erano pietosissime e si temeva la morte da un momento all’altro. Ma cosa avvenne? L’indomani, il mattino dell’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, il Cappuccino moribondo della sera precedente si trovava all’altare maggiore della chiesa del paese, e cantava la Santa Messa solenne con tutto l’ardore del suo cuore innamorato di Colei che è la “più bella del sole, della luna e delle stelle”. La sua vitalità e la sua concentrazione nel mistero non facevano certo sospettare le gravissime condizioni di salute in cui versava nelle ore precedenti; la sua Signora e Regina lo voleva in forze e in salute perché celebrasse il grande Sacrificio ad onore di Lei, la Tota Pulchra.

Anche durante l’anno, tutte le volte che la Liturgia lo permetteva, padre Pio voleva celebrare la Messa votiva dell’Immacolata. Era affascinato da questo altissimo mistero, come leggiamo in queste righe tratte dal suo epistolario: «Tutto fa capo al suo Concepimento Immacolato: per questo dono unico e singolare [Maria] riceve a profusione la Grazia divina, e per la sua corrispondenza se ne rende degna di sempre riceverne delle maggiori [...]. L’Eterno Padre la crea pura ed Immacolata e si compiace in Essa quale degno abitacolo del suo Figlio Unigenito [...]. Lo Spirito Santo profuse in Essa il suo Amore, la sola capace e degna riceverne in una misura, direi, sconfinata, perché la sola che con la purezza della colomba, poteva avvicinarsi a Dio e così da vicino sempre più conoscerlo ed amarlo. La sola capace a contenere in sé l’influsso d’un amore che la riempiva dall’Alto, e sol degna ritornava a Colui che ne la riempiva; e quest’Amore, prevenendola, la preparava a quel “fiat” che salvò il mondo dalla tirannia del nemico infernale, e che la doveva adombrare e renderla purissima colomba feconda d’un figlio di Dio...» (1) .

Queste parole non sono però in grado di dirci fino in fondo chi fosse l’Immacolata Concezione per san Pio: il suo essere speciale, la sua missione, il rapporto personale ed intimo che il Santo aveva con Lei... solo in Paradiso si potrà conoscere. Questa Solennità che la celebra ricorda proprio la singolarità della sua persona “tutta e solo amore” per Dio e per i suoi figli.

Tutto fa capo al suo Concepimento Immacolato perché, come spiega bene san Giovanni Paolo II, «con l’Immacolata Concezione di Maria ha inizio la grande opera della Redenzione, che si è attuata nel sangue di Cristo» (2) . Ma con l’espressione tutto fa capo al suo Concepimento Immacolato, san Pio pensava inoltre al complesso inenarrabile di grazie e privilegi mariani (Maternità divina, Verginità perpetua, Corredenzione e Mediazione, Assunzione e Regalità) che risalgono, come in radice, alla Concezione Immacolata di Maria, la quale fa di Lei – come diceva san Massimiliano M. Kolbe – il «vertice dell’amore creato», la vetta più alta del creato. Anche al beato Mario Borzaga era cara l’immagine della “vetta” e pensava all’Immacolata come a «una montagna coperta di neve lanciata nel cielo» . L’espressione «lanciata nel cielo» rende davvero l’idea di come questa Creatura speciale sfiori l’infinito, nei suoi singolarissimi rapporti con la Santissima Trinità.

Tutto fa capo al suo Concepimento Immacolato. Questa espressione ci aiuta inoltre a capire che è proprio partendo da questo mistero che si può tentare di comprendere gli altri meravigliosi misteri mariani di grazia che si sprigionano da esso. La stessa Ineffabilis Deus, la bolla di proclamazione del dogma, nel suo testo ispirato, li include tutti, lasciando ben intuire quanto ancora ci sarebbe da pensare e da dire sulla persona di Maria Santissima.

I nostri santi francescani ci invitano a salire sulla “vetta” di questa “montagna innevata” per estasiarci del “panorama” che si può contemplare da lassù, dove si tocca il Cielo più turchino, dove il colore candido della neve è solo un pallido riflesso naturale dello splendore soprannaturale dell’Immacolata Concezione, la cui bianchezza è tale da irradiarsi in ogni chiarità creata. Una bianchezza soprannaturale che la rende fin dal primo istante “dimora prediletta dello Spirto Santo”: «Lo Spirito Santo dimora in Lei, vive in Lei, e ciò dal primo istante della sua esistenza, sempre e per l’eternità» (SK 1318).

Se dunque tutto fa capo al suo Concepimento Immacolato, non ci resta davvero che salire sulla cima innevata di questo “segreto di grazia”, perché «lo Spirito Santo, il divino Sposo dell’Immacolata, agisce solamente in Lei e attraverso di Lei comunica la vita soprannaturale, la vita della grazia, la vita divina, la partecipazione all’amore divino, alla divinità» (SK 1326).

Il salire su questo monte speciale è di un’importanza vitale soprattutto nel difficile tempo che stiamo attraversando. Quale cavaliere dell’Immacolata, san Massimiliano aveva improntato tutto il suo apostolato su questo mistero. Perché? Perché aveva la fortissima ma anche terribile «convinzione che l’unico mezzo per la salvezza contro il dominio di Satana, che oggi va espandendosi nel mondo, è l’ardente devozione e imitazione dell’Immacolata» (SK 1254).

Guardiamoci intorno: non ci resta che impegnarci ad amarla e imitarla, e con lo stesso ardore dei santi che l’hanno tanto amata e glorificata, domandare con san Pio da Pietrelcina quella stessa «voce così forte per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna».  

di Suor Ostia del Cuore Immacolato,
da Il Settimanale di Padre Pio, N.47/2020


Note

1) San Pio da Pietrelcina, Epistolario IV, San Giovanni Rotondo, 2004, p. 858. Tale meditazione sull’Immacolata è stata attribuita per diverso tempo alla penna di padre Pio, si deve però precisare che il testo autografo conservato negli archivi della Postulazione è nella stesura di Antonietta Vona, figlia spirituale di padre Pio. Sul manoscritto, tuttavia, vi sono alcune annotazioni e brevi correzioni autografe del Santo, il quale ne ha letto e fatto proprio tutto il contenuto.

2) Messaggio per la giornata mondiale del malato 2004, in L’Osservatore Romano, 4 dicembre 2003, p. 6.

3) Padre Mario Borzaga, Diario di un uomo felice, p. 368.

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