I FIORETTI
Ricreazione e “perfetta letizia”
dal Numero 41 del 25 ottobre 2020

Il volto e i gesti dei santi riflettono qualcosa dello Splendore divino. Vogliamo cogliere questi bagliori di santità negli scatti che ritraggono padre Pio e rivelano tratti inediti della sua quotidianità e del suo mondo interiore.

Le foto di questo articolo ci mostrano padre Pio nel giardino del convento, durante la ricreazione pomeridiana. La ricreazione è un momento di relax e di divertimento che tradizionalmente ogni regolamento conventuale prevede nell’orario della giornata, utile anche a creare maggiore armonia all’interno della comunità.

San Pio, da buon francescano osservante, si concedeva anch’egli un po’ di relax nella sua pesante giornata, che cominciava prestissimo e si svolgeva quasi interamente in chiesa e in confessionale con la Santa Messa seguita da diverse ore passate ad ascoltare le confessioni, e si concludeva con il Rosario e la benedizione eucaristica serotina. Dopo la funzione della sera era il momento della ricreazione dei frati, alla quale partecipava anche padre Pio e alla quale erano felici di prender parte alcuni figli spirituali più intimi al Santo. 

Chi ha potuto stargli accanto può testimoniare che «si “divertiva” e faceva divertire, nel senso proprio etimologico della parola, deviando la tensione dell’animo e del corpo dalle abituali attività per godere una pausa di quiete e di riposo nei brevi gioiosi intercalari del ministero; si “rilassava”, partecipando sempre e volentieri alle ricreazioni della comunità religiosa, non dimenticando che l’amabile e fraterna conversazione è pure carità e la carità “è sempre preziosa”» (1).

Il Santo stimmatizzato, che portava sulle spalle il peso di una immane croce e nell’anima la desolazione della notte oscura che l’ha accompagnato per tutta la vita, era il vero e indiscusso protagonista di queste liete ricreazioni con le sue facezie, le sue battute argute, le sue barzellette: «Dal suo inesauribile repertorio traeva le storie “più impensate ed originali”, raccontandole con “prestigiosa disinvoltura”, da far invidia al più brillante narratore. Conosceva e sapeva usare la piacevole virtù dell’“eutrapelia”: né troppo, né troppo poco, faceto e urbano, impegnato uomo di Dio, che trasfigura anima e corpo nella pace e nella gioia» (2).

Padre Pio dimostrava di conoscere molto bene la lezione di san Francesco a Frate Leone sulla perfetta letizia, e la viveva ogni giorno diffondendo intorno a sé una gioia serena, pur sotto i colpi dell’incomprensione, della persecuzione e del dolore. Egli nascondeva tutto sotto il velo di un sorriso, e con il suo buonumore aiutava sé e gli altri a vivere in questa atmosfera di “perfetta letizia”. Ci sarebbero infiniti episodi da riportare al riguardo. Ne presentiamo uno che mostra quanto egli fosse capace di rompere il ghiaccio e portare la sua gioia contagiosa anche in situazioni o ambienti più formali o “freddi”: «Durante la visita dell’ex presidente della Repubblica Antonio Segni (22 novembre 1959) l’illustre ospite presentava il suo seguito, cominciando dall’onorevole Russo. Nella sala erano in tanti, ma silenzio e venerazione circondavano padre Pio, che esce dal suo raccoglimento con una delle sue: “Eccellenza, perché mi hai portato un ‘russo’ solo? Me ne porti tanti!”. Con una risata generale si ruppe il gran silenzio, e sembrava un incontro di vecchi e festosi amici» (3).

E per avere un’idea delle sue argute facezie, concludiamo con un breve “sketch”: «Durante un temporale un frate sta con padre Pio nel corridoio del convento di San Giovanni Rotondo, spaventato dai lampi, che sono frequenti per la presenza della cabina elettrica situata in una stanza, e dice: “Padre spirituale, allontaniamoci almeno dalla cabina. Ieri per un fulmine sono morte dieci persone”. E lui, pronto: “Nuie nun currimme stu pericolo: sime duie sule” (Noi non corriamo questo pericolo: siamo solo due)» (4).  


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1) Alessandro Da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo 1994, p. 314.

2) Ibidem.

3) Ivi, p. 320.

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