RELIGIONE
Scienza e fede, nelle opere della Mistica di Bingen
dal Numero 19 del 15 maggio 2022
di Cristina Siccardi /1

Mediante la fede, come attraverso una porta, l’uomo è in grado di avvicinarsi alla conoscenza di Dio. Tuttavia Egli conserva sempre il suo alone di mistero e di incomprensibilità. Dio si rende intelligibile nel creato, ma questo, a sua volta, non viene compreso pienamente se viene distaccato da Dio.

Dall’opera omnia di santa Ildegarda, con i trattati SciviasLiber vitae meritorumLiber divinorum operum, ma anche dal suo epistolario, come pure dal suo creativo e tecnico repertorio musicale, quale autrice di canti ed inni sacri, è possibile comprendere quanto ella scruti ed ami il progresso conoscitivo, scientifico ed artistico, in quanto, ella sostiene, l’uomo ha il compito di ricercare, indagare, analizzare, approfondire, scoprire; ma avverte: tutti gli sforzi che si compiono per il progresso devono essere accompagnati dalla Fede, altrimenti l’uomo percorre le vie errate della conoscenza che conducono lontano da Dio, «andando tastoni, può solo ammiccare con occhi ciechi, ma nell’ombreggiato vigore conosciuto della carne terrena non vive affatto in modo autentico» (1).

La persona di Fede, secondo la volontà creativa di Dio, deve compiere la sua opera nel mondo sciendo, cogitando operando. Ecco, quindi, che l’individuo saggio vive nel mondo con la conoscenza che viene dal discernimento, con la decisione che segue il ragionamento e con un’azione che sia efficace e, dunque, benefica. Tuttavia, la maggior parte degli uomini si lascia afferrare unicamente da ciò che è manifesto, visibile e tangibile e non presta attenzione alla Causa di ciò che è sensibile e a ciò che sta dietro al movimento delle realtà, al loro sviluppo, al loro divenire. In definitiva gli umani perlopiù non volgono lo sguardo a Dio, all’Artefice di ogni cosa animata ed inanimata, e utilizzano soltanto occhi esteriori e non interiori, giungendo persino a disprezzare le qualità invisibili che si trovano nel Signore. 

La conoscenza nell’uomo è istintiva: è preso dalla smania di sapere e dal bisogno di sicurezze vitali, ma ciò conduce velocemente sulla via sbagliata. L’uomo all’interno del cosmo è sempre circondato da creature di ogni specie e si sente in relazione con tutte, ma, ammonisce la Voce della visione di santa Ildegarda: «Se tu riponi la tua fiducia unicamente nella creazione che ti è stata data solo per servire il Creatore e per di più allontani me dal tuo cuore, anch’io ti caccerò via dai miei occhi al momento del mio giusto giudizio e ti strapperò la beatitudine del mio regno» (2).

Ildegarda è anche profeta e prevede il futuro, quel futuro che stiamo vivendo: la sfida a Dio non è lanciata soltanto dalla magia o dalla perlustrazione delle stelle o dalle manifestazioni del fuoco o del volo degli uccelli, tutte attività esplorate e applicate dagli antichi e nel Medioevo per cercare di capire e approfondire l’esistenza e le sue complessità, nel tentativo di entrare negli arcani della realtà per scrutarla e manipolarla, ma la sfida sta anche in quel genere di scienza che si oppone alla Fede: «[…] la superbia di siffatta ricerca ha la sua origine nella prima scissione, quando cioè gli uomini consegnarono Dio all’oblio e così, una generazione dopo l’altra, esaminò presuntuosamente tutte le varie cose create per avere una certezza futura. […]. Così gli uomini, ingannandosi, hanno venerato la divina creazione al posto di Dio e ora, assaliti dal desiderio di sapere quello che non hanno bisogno di sapere, si interessano più del creato che del suo Creatore» (3).

Ricerca e scienza ci allerta Ildegarda non sono, dunque, terreni neutrali, ma possono essere campi d’azione del male, dove, con arroganza e superbia, non viene più rispettata la Legge naturale inscritta da Dio nella creazione e, dunque, viene oltraggiata la Legge divina. Al contrario, laddove si compiono ricerche scientifiche in umiltà e rispettose di Dio e del diritto divino, l’ordine non viene scompaginato. 

È veramente impressionante ciò che Ildegarda scrive a riguardo dell’invadenza e arroganza scientista contemporanea: l’Autrice di siffatte “messe in guardia” si rivolge proprio agli occidentali del nostro tempo, oppressi dalla persuasione politico-culturale anticattolica e mediatica. Come dimostrare che lei parla a noi? Ella si riferisce a uomini che vorranno liberarsi dalla presunta  schiavitù dei Comandamenti di Dio e della Chiesa, sperimentando il piacere di una vita senza scrupoli religiosi e prevede che un giorno i credenti si addormenteranno spiritualmente, illudendosi, attraverso la tentazione demoniaca, che tutto potrà trovare risoluzione nella Misericordia di Dio: «Il figlio dell’ingiustizia agisce attraverso l’uso della pressione, l’esibizione dell’orgoglio e l’aiuto della rozzezza spirituale. Pietà, umiliazione di sé e fine capacità di discernimento gli sono estranee; al contrario, presentandosi in modo superiormente imperioso e confondendoli in modo accattivante, spinge gli uomini a testa bassa, tanto essi danno ascolto alle sue seduzioni. Infatti si conquista la maggior parte della gente dicendo loro di fare pure in tutta libertà quello che desiderano [secondo natura, ed oggi anche contro natura, gabellando i vizi-peccati per diritti umani] e d’altra parte, di non angustiare eccessivamente la loro esistenza con veglie o digiuni. […]. [Seguendo il suo consiglio, assicura che] verranno liberati dal tormento spirituale [l’Inferno] e conquisteranno una vita che merita davvero di essere chiamata vita. Così succede che quelli che si erano lasciati ingannare da simili discorsi dicono: “O poveretti coloro che hanno dovuto vivere prima della nostra epoca, perché hanno reso infelice la loro vita con orrendi supplizi. Essi infatti purtroppo non hanno conosciuto la misericordia del nostro Dio!”. Invece è il seduttore che mostra loro tesori splendenti e li lascia liberi di godere la vita secondo i piaceri del cuore. Così facendo, attraverso illusori segnali d’effetto, fa apparire come vera ai loro occhi la propria dottrina. Così poi succede che essi stessi credono che non sia necessario mettere catene ai propri corpi e frenarli. […] assecondando appunto i loro desideri, mostra come siano insignificanti ai loro occhi i comandamenti della legge divina, che invece sono molto più pieni di vigore e che il Vangelo trasforma in un divino dono di grazia attraverso il giusto pentimento. Per questo dice: “Per chi si rivolge a me è cancellata la parola peccato e, grazie a me, la sua felicità durerà in eterno”. Egli infatti si scrolla di dosso il Battesimo e il Vangelo di mio Figlio e se ne ride di tutti quei comandamenti consegnati in custodia alla Chiesa» (4).

Non si può prescindere dall’esistenza eterna (senza un prima e un dopo) della Santissima Trinità e se ciò accade è il caos, il baratro, la tragedia umana. La pace interiore si raggiunge soltanto intraprendendo la via della purezza, che è un percorso lungo e faticoso, nel quale devono essere lasciate libere di agire le virtù teologali e cardinali e la grazia.

Con Gesù Cristo, afferma ancora Ildegarda, è stato reso manifesto al mondo intero l’annuncio che Dio è Unità in Tre Persone e tale verità deve essere proclamata al mondo intero. «Infatti, nella storia del mondo è ormai avvenuta la proclamazione di Dio come essere uno e trino e non potrà mai più venir taciuta, che sia creduta o meno. D’altra parte […] l’unica cosa che ha valore in questo momento è che la verità del Dio uno e trino “deve” essere creduta nella sua incomprensibilità e imperscrutabilità con semplicità, cioè con cuore  semplice e umile, non con l’intelletto» (5)

Ildegarda sa bene che la volontà umana si oppone a questo stato di semplicità e di abbandono alla Verità, l’unica Verità portata dal Verbo Incarnato, ma è l’unico modo per giungere alla saggezza e alla Salvezza. 

Gli eventi dell’Incarnazione, della Passione, della Crocifissione e della Risurrezione compiuti durante la scena del dramma umano non sono deducibili soltanto attraverso gli strumenti della scienza umana, ci vuole l’umiltà di chi comprende che tutto è assolutamente caduco e soltanto il Creatore, Uno e Trino, rende tutto possibile e miracoloso, ma permette anche la vicinanza fra il bene e il male (la crescita del buon grano accanto alla gramigna), lasciando all’uomo la libertà di salvarsi o di dannarsi. 

Diventa quindi evidente che l’unica creatura terrena, dotata di spirito, è tenuta ad adorare Dio, come si conviene al ruolo dell’uomo mortale rispetto al suo Creatore eterno; ma quest’uomo, attraverso l’opera di Cristo, può essere introdotto a vivere in Lui e a partecipare, addirittura, della sua gloria.

L’opera Scivias è contro ogni tipo di evoluzionismo o formazione dell’universo in termini casuali e meccanicistici: «La forza e l’opera di Dio ruotano attorno a ogni cosa creata. Nella volontà del Padre, unico Dio col Figlio e con lo Spirito Santo, tutte le creature hanno la loro origine, tutte quelle che sperimentano la sua potenza. […] quando, per sommo esercizio di potere, secondo il tempo predisposto da Dio, sarà realizzata in questo mondo l’opera di Dio tra gli uomini, anche il cielo di questo mondo si concluderà in se stesso, terminando alla fine del tempo col giorno del giudizio. Allora tutte le sue opere troveranno il loro riflesso in colui che siede sul trono, in colui che non ha fine. Dio infatti è intatto nel suo potere e nel suo operare, Egli che era, che è e che resterà; il suo essere Dio non ha principio di nessun tipo nel tempo, perciò egli non era, ma è» (6)

La sapiente Ildegarda di Bingen, con autorevolezza e credibilità, è in grado di smontare le assurde, presuntuose e fallaci teorie di Charles Darwin (1809-1882) e dei suoi seguaci, che poggiano sul considerare l’uomo discendente dell’animale scimmia, una supposizione tanto fantasiosa quanto assurda e ridicola. Il creazionismo, a differenza dell’evoluzionismo, spiega con la logica il processo ordinato e armonico dell’esistenza del mondo e dell’universo intero, lo scientismo ateo, invece, spesso brancola nel buio e commette mostruosità, come per esempio le armi nucleari, l’aborto, le manipolazioni genetiche e le maternità surrogate. (continua)

 

Note

1) E. Gronau, Hildegard. La biografia, Editrice Àncora, Milano 19912, p. 147.

2) Ivi, p. 148.

3) Ivi, p. 149.

4) Ivi, pp. 150-151.

5) Ivi, p. 123.

6) Ivi, p. 125.

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits