VITA DELLA CHIESA
Il Congresso mondiale dei leader delle religioni mondiali e tradizionali nell’inquietante città esoterica di Astana/Nur-Sultan
dal Numero 33 del 11 settembre 2022
di Matteo D'Amico

La partecipazione del Papa al Congresso mondiale delle religioni che si terrà il 14-15 settembre ci spinge ad esporre alcune considerazioni importanti sia sull’evento che sulla città e in particolare sulla “piramide” nella quale avverrà l’incontro. Questa piramide, molto più che un’attrazione turistica, rivela simbolismi tipicamente massonici ed è una rappresentazione della filosofia degli “iniziati”.

Dal 13 al 15 settembre il Papa si recherà nella capitale del Kazakhistan, Nur-Sultan, per partecipare al VII Congresso mondiale dei leader delle religioni mondiali e tradizionali che si terrà il 14 e 15 settembre nella capitale kazaka, Nur-Sultan.
È quanto emerge da un comunicato diffuso dalla sala stampa della Santa Sede nel quadro del 30° anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica del Kazakistan.

La partecipazione della massima autorità della Chiesa Cattolica era stata concordata durante i colloqui ad alto livello, in videoconferenza, tra il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, e il Papa l’11 aprile 2022. 

Il primo Congresso delle religioni mondiali e tradizionali si è svolto ad Astana nel 2003, prendendo a modello la Giornata di preghiera per la pace nel mondo convocata ad Assisi da Giovanni Paolo II nel gennaio 2002, per riaffermare il positivo contributo che i diversi leader religiosi potevano dare al dialogo e all’armonia tra i popoli e le nazioni dopo le tensioni seguite agli attentati dell’11 settembre 2001.

Il prossimo congresso interreligioso avrà come tema Il ruolo dei leader delle religioni mondiali e tradizionali nello sviluppo socio-spirituale dell’umanità nel periodo post-pandemia.

Proviamo a valutare brevemente questa iniziativa del Papa: innanzitutto va ricordato che non è il primo pontefice a recarsi a questo congresso, essendo stato preceduto già da Giovanni Paolo II, ad esempio. L’incontro ha un chiaro orientamento ecumenico e interreligioso e, almeno a uno sguardo superficiale, non si differenzia troppo dagli altri innumerevoli incontri ecumenici che si sono svolti negli ultimi cinquant’anni, in particolare a partire dall’incontro di Assisi del 1986.

Si possono e si debbono fare alcune osservazioni a proposito di questo incontro di Nur-Sultan: in primo luogo va ricordato che il dialogo ecumenico è un’istanza sorta nel mondo protestante tra fine Ottocento e prima metà del Novecento dal desiderio di trovare qualche elemento di unificazione fra le innumerevoli sette nate dalla ribellione di Lutero. La Chiesa Cattolica aveva sempre rifiutato di partecipare a queste riunioni condannandole con fermezza, in particolare con l’importantissima Enciclica di Pio XI Mortalium Animos (1928), che elenca tutti i gravi pericoli ai quali si sarebbero esposti i cattolici se avessero partecipato a questi convegni. La Chiesa, infatti, aveva sempre sollecitato i gruppi eretici o scismatici a tornare all’unità della fede cattolica e dell’obbedienza al papa con un “reditus” (ritorno) e non attraverso un “dialogo” mirato a trovare un punto d’equilibrio fra posizioni diverse. 

A partire dal Concilio Vaticano II e dal suo testo Unitatis redintegratio, viceversa, il tema dell’ecumenismo è divenuto centrale per la Chiesa Cattolica, e la conseguenza più grave di questo nuovo approccio “dialogico” e non più missionario è stato il crollo verticale delle conversioni.

Lo stesso discorso vale, a maggior ragione, per il dialogo interreligioso, in particolare con l’islam e con l’ebraismo. Si tratta di qualcosa che la Chiesa non ha mai ammesso e, tantomeno, incentivato, fino al documento Nostra ætate del Concilio Vaticano II. Anche qui valgono le stesse osservazioni fatte per l’ecumenismo: Nostro Signore Gesù Cristo non ha fondato la Chiesa perché dialogasse con tutte le religioni, ma perché “predicasse il Vangelo a tutte le genti” (cf Mt 16,15), le convertisse e le battezzasse. Il dialogo interreligioso spegne ogni spirito missionario e umilia la Chiesa Cattolica, che è l’unica vera Chiesa fondata da Dio stesso, parificandola a tutte le altre false religioni, e ponendola sullo stesso piano delle credenze più insensate e superstiziose.  

È dunque un errore molto grave per la Chiesa partecipare a questo Congresso, che ne svilisce il ruolo e la riduce, da unica cattedra di verità istituita da Dio stesso per la salvezza delle anime, a un gruppo fra gli altri, che ha una visione diversa di Dio e dell’uomo.

Va anche notato che la visione della fede e della religione che il Papa legittima con il suo viaggio è quella tipicamente coltivata nel mondo massonico, secondo il quale tutte le religioni si equivalgono, essendo tutte modi diversi di onorare l’unico “principio divino”. Notoriamente nelle logge non si può entrare se ci si dichiara atei, ma non è richiesta un’adesione specifica a nessuna fede e si pretende un atteggiamento di tolleranza e simpatia verso ogni credenza.

Oltre a questi elementi che, da soli, ci obbligano a guardare con estremo timore e angoscia al viaggio papale in Kazakistan, occorre fare anche alcune riflessioni sulla città e sui luoghi ove si svolgerà il Congresso dei leader religiosi. 

Il Congresso di cui stiamo parlando si svolgerà nella città di Nur-Sultan, capitale del Kazakistan. Si tratta di una città artificiale, alludiamo alla parte moderna, i cui palazzi pubblici più importanti  sono stati tutti progettati da un architetto inglese, notorio massone, Sir Norman Foster.

La città ha cambiato più volte nome dalla sua fondazione nel XVIII secolo: prima si chiamò Akmolinsk, poi Tselinograd, dal 1961 al 1992, durante il periodo sovietico; dal 1993 prese il nome di Akmola, che conservò fino al decreto presidenziale del 6 maggio 1998 che ne ha cambiato ufficialmente il nome in Astana. Questa parola, che qualcuno ha visto anche come l’anagramma di “satana”, in lingua kazaka significa “capitale”, ma in iraniano (ovvero nella lingua farsi che ha influenzato profondamente il kazako) significa “porta”, “soglia sublime”, e dovrebbe indicare una città sacra o città-santuario, ovvero una città dedicata a un culto specifico.

Nel 2019 la città ha cambiato nome per l’ennesima volta e ha preso quello di Nur-Sultan, che, oltre ad essere il nome del presidente che per trent’anni ha governato il Kazakistan, tradotto in italiano può significare “Lucifero”.

Tutta la città, a partire dalla sua mappa ripresa da fotografie aeree, è un immenso insieme di simboli esoterici che richiamano in modo esplicito la simbologia cara alla setta massonica. A sua volta, lo ricordiamo, questa simbologia massonica non fa che ispirarsi e riprendere più antichi simboli tratti dalla cabala ebraica. I più importanti monumenti sono idealmente collegati fra loro fino a formare una gigantesca figura dell’araba fenice, un simbolo caro a tutte le sette esoteriche, e da molti particolari che troviamo nei diversi monumenti emergono chiaramente i tratti distintivi di un culto solare (fra l’altro praticamente tutte le religioni pagane antiche sono culti solari). 

Ma la cosa per noi più interessante è la “Piramide della pace”, il luogo dove si svolgerà il Congresso dei leader religiosi al quale parteciperà Francesco. La piramide è dedicata ufficialmente alla “rinuncia alla violenza” e alla “riunione di tutte le religioni”; in altre parole è il tempio di una nuova religione dell’umanità che dovrebbe unificare tutti i culti esistenti e affiancare il Nuovo Governo Mondiale, favorendone l’instaurazione.

La piramide (ci ripetiamo, ma va ricordato che è a sua volta un fondamentale simbolo massonico) pare ricalchi le dimensioni della piramide egiziana di Giza ed è divisa in tre livelli: al livello più basso, seminterrato, si trova un immenso teatro da 3.500 posti al buio e rischiarato fiocamente da luce artificiale. È il livello che simboleggia la massa dei “non iniziati”, degli uomini comuni che gli “illuminati” devono guidare con pugno di ferro; al secondo livello si ha la grande sala delle conferenze fra i leader religiosi, con quasi duecento posti a sedere. Il cuore di questo livello è un enorme tavolo circolare con al centro una raffigurazione simbolica del sole (significato occulto: tutti i culti sono in realtà adorazione del sole). Il terzo livello è la parte apicale della piramide, completamente in vetro e attraversata dalla luce del sole da ogni lato. È la parte che simboleggia la tensione verso il “principio divino” e, in ultima istanza, la divinizzazione dell’uomo; è la parte che manifesta anche la superiorità dell’élite occulta dei “grandi iniziati” che dominano i gradi inferiori e a cui tutti devono obbedienza.

Papa Francesco dovrebbe intervenire proprio nella sala al secondo livello (simbolicamente la sala degli esecutori degli ordini dell’élite superiore dei “grandi iniziati”) e già questo rappresenta un’umiliazione enorme per la Chiesa, ridotta, anche visivamente e spazialmente, a essere presentata come una fra le tante sette, e non l’unica vera Chiesa, l’unica Arca di salvezza. Quale offesa per Dio, quale violenza contro Nostro Signore Gesù Cristo! Come cattolici dobbiamo pregare molto perché lo scandalo sia limitato (l’ecumenismo è in sé uno scandalo infatti) e perché le offese che verranno fatte a Dio siano riparate. Dobbiamo anche pregare perché questa follia dell’ecumenismo abbia termine e con essa abbia termine la terribile crisi che travaglia la Chiesa [1]. 

 

Note

1) Per chi volesse approfondire il tema di Astana/Nur-Sultan città esoterica si consigliamo i seguenti link:

- https://vk.com/@pantaleone-papa-francesco-la-massoneria-e-lapostolo-giovanni-seconda-pa

- https://neovitruvian.com/2018/09/21/luoghi-occulti-astana/

- https://it.wikipedia.org/wiki/Nur-Sultan

- https://www.missioneparadiso.it/notizie-dal-fronte.php?id=165

- https://www.youtube.com/watch?v=iUdepXnyN5M&ab_channel=MatteoD%27Amico
 

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