ATTUALITÀ
Il sistema di credito sociale cinese
dal Numero 36 del 2 ottobre 2022
di Matteo D’Amico

Il sistema di credito sociale è il controllo biometrico cinese dove i diritti dei cittadini vengono fatti dipendere da un punteggio. Perché è importante conoscere queste realtà? Perché la Cina è destinata ad un ruolo egemonico mondiale e questo sistema rischia di coinvolgere anche l’Occidente.

Il SCS [1] nel contesto della storia della Cina moderna
La Cina, che è più di uno Stato e meglio sarebbe definibile come una “sfera di civiltà”, è destinata ad un ruolo egemonico mondiale crescente. Già oggi è giunta a rappresentare da sola circa il 20% del PIL mondiale e rimane la fabbrica del mondo, con la maggior parte dei prodotti manifatturieri, anche occidentali, assemblati nei suoi stabilimenti.
L’esercito cinese è in continua crescita tanto quantitativa che qualitativa, e la flotta da guerra si appresta a diventare la più potente del mondo, superando i 300 vascelli da combattimento e varando nuove portaerei di ultima generazione. Ma la crescita avviene in ogni settore, ad esempio in quello missilistico e spaziale, e si appoggia su un sistema scolastico e universitario di eccellenza, molto selettivo e meritocratico, concentrato sulle materie scientifiche e sulle facoltà di ingegneria che sfornano ogni anno un numero immenso di tecnici altamente qualificati (sembra pari al totale degli ingegneri presenti in tutta Europa!). 
Inoltre la rete diplomatico-commerciale cinese sta costruendo importanti rapporti con paesi africani, sudamericani, mediorientali, asiatici che vengono uniti anche dalla Belt and Road Initiative, detta anche One Belt, One Road (OBOR).
Non va però dimenticato che la Cina attuale e la sua potenza economica sono anche il frutto di una precisa strategia della Grande Finanza internazionale, ovvero dei veri poteri occulti che dominano il mondo, che, a partire dall’inizio degli anni Ottanta, scelsero la Cina per un esperimento politico-sociale simile a quelli realizzati con il regime bolscevico e con il regime nazionalsocialista.
Questo grande esperimento prevedeva di delocalizzare in Cina la produzione manifatturiera occidentale, per approfittare del bassissimo costo del lavoro e ottenere così enormi margini di profitto per le grandi multinazionali. La Cina resa così “fabbrica del mondo” – con una crescita annuale del PIL che non ha precedenti nella storia – era essenziale per attuare il progetto della cosiddetta globalizzazione, che implicava come prezzo la deindustrializzazione dell’Europa e degli Stati Uniti e il crollo in queste aree dei salari, del diritto del lavoro e dello stato sociale.  
Va notato che in parallelo con il processo di industrializzazione appena descritto, a partire dal 1979 il governo cinese varò la legge che imponeva il figlio unico per ogni coppia, lanciando una violenta politica di pianificazione familiare, con la diffusione universale di contraccezione e aborto, e forti sanzioni per chi trasgrediva questo limite. Nel corso degli anni l’effetto fu un forte squilibrio fra le nascite di maschi e di femmine (potendo avere un solo figlio i genitori tendevano ad abortire le figlie femmine), con un pesante e innaturale deficit di popolazione femminile (si parla della mancanza di 200 milioni di donne rispetto all’andamento naturale delle nascite).
Parlavamo della Cina come di un grande esperimento politico-sociale; la sua essenza sembra essere questa: contro il modello liberale, anarchico e nichilista che ha caratterizzato l’Occidente, in modo particolare a partire dalla rivoluzione del ’68, si è cercato di sviluppare un modello che prevede un controllo assoluto e capillare dei singoli e della collettività, fondato su apparati tecnici sempre più sofisticati. La Cina del miracolo economico è anche la Cina che si è avviata a fungere da Stato “apripista” nello sviluppare un controllo sempre più invasivo dei suoi abitanti, fondendo in un inedito modello di società le istanze del capitalismo più estremo, l’ideologia comunista e un regime a partito unico con un controllo biometrico e digitale assoluto delle persone e della loro vita. La cosa più inquietante però è che molti segni sembrano indicare che il modello cinese potrebbe presto essere proposto e portato avanti anche in tutto il mondo occidentale.
Per capire quello che adesso diremo sul sistema del “credito sociale” cinese bisogna ricordare alcuni elementi. In primo luogo è importante sapere che la Cina non ha mai conosciuto una diffusione capillare e profonda del Cristianesimo: dopo i grandi sforzi apostolici compiuti dai gesuiti fra Cinquecento e Seicento, sempre in mezzo a grandi difficoltà e persecuzioni, la Chiesa Cattolica giunse a contare prima della seconda Guerra mondiale alcune decine di milioni di fedeli con una rete importante di asili, scuole, collegi, centri di studio superiori, Ordini religiosi di vita attiva e di clausura, ma la vittoria del partito comunista cinese di Mao nel 1949, che chiuse tragicamente la lunga guerra civile (iniziata negli anni Venti), coincise con l’inizio di persecuzioni spaventose a danno di tutti i cattolici cinesi, con arresti arbitrari, lunghe detenzioni nei campi di concentramento, torture, uccisioni extra-giudiziali e ogni altro tipo di vessazione piccola o grande volta a scoraggiare il rimanere nella Chiesa e a favorire l’apostasia formale dei credenti. I beni della Chiesa furono sequestrati o distrutti e nel corso degli anni fu fatta nascere dal regime la Chiesa patriottica, ovvero una Chiesa scismatica, con vescovi validi, ma illegittimi e scomunicati dalla Chiesa, ovvero non riconosciuti da Roma. In linea di principio i fedeli cattolici avevano il diritto di partecipare solo alle funzioni della Chiesa patriottica, ma accanto a questa rimase sempre una piccola “Chiesa del silenzio”, clandestina e perseguitata, nonché incessantemente controllata dal regime. Di fatto quindi la Cina, come molta parte degli altri Stati orientali, è in larghissima misura del tutto estranea alla fede cristiana ed è culturalmente priva della categoria di “persona” che accompagna sempre, luminosamente, il trionfo della fede cristiana. Il personalismo cristiano si fonda sulla Paternità divina, per la quale tutti gli uomini sono chiamati a divenire figli di Dio, in quanto tali amati da Lui e rivestiti di una dignità irriducibile, che obbliga a rispettare e amare ogni uomo e che viene oscurata solo dal peccato. Dove la civiltà non si fonda sul concetto di “persona”, ogni vero rispetto dell’altro è sempre fragile, precario e può scivolare facilmente nelle forme più barbare di oppressione totalitaria. 


Il progetto del SCS


Dalla fine degli anni ’80/inizio anni ’90 il governo cinese cercò di sviluppare un sistema di controllo sociale che permettesse di raggiungere standard migliori di affidabilità nel comportamento dei singoli, dei funzionari pubblici e delle imprese.
Infatti in Cina c’erano, e ci sono, oggettivamente gravi problemi in termini di frodi, cibo adulterato, traffici illeciti, difficoltà con banche e strutture pubbliche, corruzione e concussione, ecc. Né va dimenticato che sono attive e molto potenti varie organizzazioni mafiose e criminali. Profondissima la corruzione dei funzionari e dei dirigenti pubblici, nonché dei responsabili del Partito Comunista, che già diversi anni fa si stimava portassero all’estero, in paradisi fiscali, una cifra pari al 10% del PIL, risultato delle tangenti che percepivano nello svolgimento dei loro compiti.
Nel 2014 viene varato un progetto che è normalmente denominato sistema di credito sociale, la cui piena operatività era prevista per il 2020. Le notizie ufficiali sono però abbastanza scarne e va notato che esistono pareri discordanti sul grado di implementazione del progetto stesso e sulla sua natura.
L’idea di fondo del progetto è di incrociare “Big Data” (ovvero l’enorme massa di dati che la connessione a internet di tutti gli abitanti genera incessantemente), con i dati biometrici dei cittadini, in particolare il riconoscimento facciale. Per la fine del 2020 infatti era stata prevista la piena operatività del progetto Skynet, basato sulla messa in opera di 626 milioni di telecamere in tutta la Cina, soprattutto nelle città più grandi. Ma il numero di telecamere istallate cresce continuamente e pare sia già deciso di estendere il sistema di controllo biometrico anche alle campagne, finora escluse. 
Gli organismi governativi in tal modo giungono a una profilazione analitica e automatica di tutti gli abitanti (ovvero gestita da algoritmi e da sistemi di Intelligenza Artificiale). “Profilazione” in questo contesto significa che tutto ciò che il cittadino fa sulla rete (acquisti, svago, chat, e-mail, siti visitati, viaggi...) viene modellizzato fino a permettere al sistema di controllo centrale una valutazione sempre più esatta della conformità delle persone a un determinato tipo atteso di comportamento; questa modellizzazione è integrata con le riprese fatte dalle telecamere di sorveglianza diffuse in tutte le grandi città cinesi che identificano ogni passante, permettendo di rilevare le sue azioni, pesate secondo particolari criteri di valutazione. In tal modo la reputazione sociale di ogni persona è classificata e può aumentare o diminuire a seconda dei comportamenti.
Criteri analoghi, ma più complessi e articolati, permettono di classificare la reputazione delle aziende.
Il sistema in tal modo costruito sfocia nella creazione di una classifica (rating) pubblica, ovvero accessibile a tutti, che permette di conoscere il punteggio (più o meno elevato) dei singoli e delle aziende e la loro affidabilità. Ma la “classifica” in questione non è neutra né è affidata all’interpretazione del pubblico: al contrario sono stilate una “black-list” e una “red-list” che permettono di identificare subito il posizionamento di tutti. A seconda di come l’apparato classifica automaticamente le persone scatta un sistema di premi e punizioni molto sofisticato, che è possibile solo se si tiene presente che in Cina (come in gran parte dei paesi orientali) si ignora il concetto di colpa quale sorto all’interno della tradizione cristiana, o meglio esso è meno rilevante rispetto ai concetti di onorabilità e del suo opposto, la vergogna, la perdita dell’onorabilità. Ora mentre la colpa rimanda al rapporto verticale con Dio, l’onorabilità rimanda orizzontalmente all’essere pienamente riconosciuti dalla comunità di appartenenza. In tale contesto giuridico, privo anche dell’apporto dello ius romano, il singolo facilmente è svalorizzato a favore della collettività.


Premi e punizioni


Il sistema che stiamo descrivendo dovrebbe infine attribuire dei premi ai meritevoli, ovvero a coloro che migliorano il loro punteggio, e delle punizioni a coloro che lo peggiorano. Questa è sicuramente la parte più sgradevole e oppressiva di tutto questo apparato di controllo. Ogni persona pare che riceverà 1.000 punti base come credito di partenza, che possono crescere fino a un massimo di 1.300 o decrescere fino a un minimo di 600. Coerentemente alla tradizione confuciana che vede il sovrano e il governo anche come garanti della moralità del popolo, sarebbero state stabilite delle lunghe serie di indicatori (sembra più di 500, dei quali più di 300 riferiti alle aziende e circa 100 riferiti ai singoli) che, incrociati tra loro, produrrebbero il punteggio assegnato.
Il SCS vede al suo centro soprattutto il mondo aziendale e delle funzioni pubbliche, ma vi è anche una importante sezione che riguarda i singoli. Un punto chiave del SCS è rappresentato dalle azioni indicate dagli organismi di controllo come virtuose o negative. Esempi di azioni buone sono: il fare volontariato, donare il sangue o il midollo osseo, essere bravi lavoratori, essere puntuali nel pagare tasse e bollette. 
Esempi di azioni cattive, che sono punite con la perdita di punti, sono il non andare a trovare i genitori, le inadempienze bancarie, ritardi nel pagamento delle bollette, la violazione del codice della strada, il ricevere delle condanne penali, passare troppo tempo sui videogiochi, aver postato commenti critici sul governo, non fermarsi alle strisce pedonali o passare con il rosso a piedi, portare il cane senza guinzaglio, ma anche il gettare una cartaccia per terra.
Va notato che il progetto non è ancora esteso a tutta la Cina, non è unificato a livello nazionale, e spesso è regionalizzato e dato in gestione agli amministratori locali. 
Naturalmente chi ha un punteggio alto gode di molti vantaggi, grazie ad un sistema di premi attentamente graduato: la sua carriera è facilitata, può accedere (o i suoi figli possono accedere) a scuole e università migliori, le banche gli concedono facilmente credito e ottiene diverse agevolazioni fiscali, non ha ostacoli a viaggiare o ad utilizzare treni ad alta velocità o aerei.
Altrettanto interessante è il sistema di punizioni sviluppato per chi ha un punteggio basso: esclusione da viaggi o voli aerei, esclusione dall’utilizzo di alcuni mezzi pubblici, rallentamento o blocco della carriera, grandi difficoltà a trovare lavoro, rallentamento del collegamento internet domestico, impossibilità di ottenere credito o di prenotare un pernottamento in hotel.
Ma vi sono punizioni anche più pesanti: ad esempio perde punteggio anche chi mantiene relazioni con chi è in black-list (ciò spinge a isolare completamente la persona punita), chi è sceso sotto certe soglie nel SCS è registrato in una black-list pubblica per cinque anni, o vede la sua fotografia apparire su giganteschi schermi nelle stazioni metropolitane con l’indicazione della colpa commessa (una sorta di gogna pubblica).
Altre tecniche mirate a punire chi ha un credito basso sono ancor più inquietanti: ad esempio si parla di una suoneria sul cellulare che imita il suono della sirena della polizia che segnala a tutti che il proprietario del cellulare è su una black-list.


Ulteriori evoluzioni tecnologiche


La potenza del sistema di controllo biometrico operante in Cina è già così grande che in poco tempo (circa un’ora, un’ora e mezzo) si può avere lo scansionamento di tutta la popolazione cinese (anche in case private e metropolitana) trovando anche una singola persona che si stava cercando.
È già operativo il sistema Sharp Eyes della polizia, che permette ai poliziotti di pattuglia, muniti di occhiali speciali, di scansionare i passanti, vedendo sovrimpressa all’immagine il numero di codifica associato ad ognuno. Abbiamo poi sofisticati Sniffer-Wifi e telecamere per il riconoscimento delle targhe.
Ma, come se tutto questo non bastasse, si parla già di software più complessi per riconoscere le persone dall’andatura (che non può essere mascherata o dissimulata in alcun modo), di software biometrici in grado di riconoscere i volti anche di persone che indossano mascherine antismog o mediche, di progetti di interventi pre-crimine basati sul rilevamento della sudorazione, sulla gesticolazione o sull’andatura.
In teoria il cittadino avrebbe la possibilità di ricorrere contro il punteggio che gli viene modificato o contro addebiti derivanti dal SCS, ma di fatto pare che sia molto difficile sfidare il mostro burocratico governativo che gestisce tutto l’apparato repressivo.


Per una valutazione critica


Il SCS cinese è una realtà molto inquietante perché, fra l’altro, pare che vi sia un’ampia percentuale della popolazione che approva il suo funzionamento e si sente protetta dal fatto di poter verificare il livello di credito sociale delle persone che incontra; fra i giovani vi è una specie di gioco: quello di fare vedere il proprio punteggio, in una sorta di gara volta a verificare chi lo ha più alto.
L’orrore però che suscita in noi il SCS è dato soprattutto dal fatto che il comportamento dei singoli è completamente svuotato di ogni spessore morale, di ogni possibilità di agire responsabile, per diventare parte di un gigantesco meccanismo sociale inerziale dove anche l’atto più piccolo è tracciato, genera conseguenze e modella automaticamente il comportamento delle persone. È come ridurre la libertà delle persone a una serie di riflessi condizionati pavloviani, spingendole verso lo smarrimento ultimo della loro stessa umanità.
Naturalmente grandissimi rischi sono all’orizzonte anche per l’Occidente e per il resto del mondo; la Cina è solo l’avanguardia, il paese che ha sviluppato gli strumenti di controllo più sofisticati che, fra l’altro, vende all’estero con grande profitto, in quello che, a tutti gli effetti, è un nuovo settore di business.
In Occidente, il potere e la ricchezza delle aziende high-tech legate al mondo digitale stanno crescendo inarrestabilmente, in particolare grazie ai provvidenziali lockdown messi in opera a causa del Covid, e dove Stati e governi sono ormai schermi sempre più fragili ed evanescenti al servizio delle multinazionali (in particolare, in questo momento, di Big-pharma) e dei poteri forti più occulti.
Il rischio è quindi che, utilizzando lo stato di panico artificialmente creato e mantenuto per il Covid, il nuovo governo mondiale che sta lentamente sorgendo, e i diversi Stati che ne sono ormai l’espressione sempre più diretta, universalizzino il modello cinese integrando anche nei nostri paesi Big-Data, tecniche di tracciabilità e profilazione sempre più avanzate, modelli di controllo biometrico in un insieme che fonde controllo sanitario, politico-ideologico, lavorativo, fiscale, finanziario, di polizia e giudiziario, fino a produrre, grazie all’Intelligenza Artificiale e ai nuovi supercomputer, un nuovo tipo di cittadino-suddito, totalmente passivo, opaco, svuotato di ogni vita morale, felicemente privo di libertà, eterodiretto e totalmente controllato da uno Stato onnipresente, persuasivo, seducente il cui potere non potrà più essere messo in discussione da una massa amorfa di individui atomizzati e privi di memoria, di radici, di coscienza storica, interamente despiritualizzati.
Si va verso un mondo, se Dio lo permetterà, dove il diritto e la morale potrebbero essere sostituiti interamente da apparati digitali di controllo completamente automatizzati.

Nota
1) Sigla con cui abbrevieremo “sistema di credito sociale”.

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