CATECHESI
“Sia fatta la tua Volontà, come in Cielo così in terra”
dal Numero 27 del 5 luglio 2020
di Don Leonardo M. Pompei

La volontà del Padre è la nostra santificazione. Chiedendo al Signore che sia fatta la sua volontà, chiediamo che la nostra anima diventi un piccolo paradiso in cui Egli possa dimorare e regnare.

La terza petizione del Padre nostro, l’ultima riguardante Dio, è il vertice e il compendio di ciò che tutti dobbiamo imparare a chiedere al Signore, uniformando a ciò ogni nostra personale e particolare intenzione di preghiera. Chiediamo al Padre che “sia fatta la sua volontà” con una perfezione e totalità talmente grande da trasformare la nostra anima e la terra intera in un piccolo paradiso terrestre: “Come in cielo, così in terra”. La vita del Paradiso non è altro che un canto perenne e ininterrotto alla divina volontà, che è incessante, perpetua e beatificante fonte di ogni letizia, gioia e felicità di tutti gli abitanti del Cielo. La divina volontà, la sua perfetta esecuzione da parte nostra, il suo divenire nostra aspirazione unica, nostro desiderio immenso, nostra vita è dunque strada che porta al raggiungimento di quella felicità che, come già ben sapevano i filosofi pagani, tutti gli uomini cercano ma quasi nessuno trova.

Nostro Signore Gesù Cristo è venuto sulla terra solo a compiere la divina volontà, anzi a vivere di essa: «Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato e di compiere la sua opera» (Gv 4,34). Se Gesù ha detto che la volontà del Padre era addirittura “suo cibo”, significa che come il suo corpo si nutriva, per crescere e sostentarsi, del cibo materiale (come tutti gli esseri umani), così la vita della sua anima e di tutta la sua santissima Persona veniva dal compiere la volontà del Padre. Il Catechismo insegna che Gesù, mediante la sua volontà umana ha compiuto perfettamente e una volta per sempre la volontà del Padre (cf. n. 2824), facendo sempre e solo le cose che a Lui erano gradite (cf. Gv 8,29) e venendo sulla terra senza alcun altro fine che di compierla (cf. Eb 10,7). Qual era questa divina volontà che fu la ragion d’essere della venuta sulla terra del Figlio (e deve diventare, se vogliamo essere suoi discepoli, la ragion d’essere della nostra esistenza)?

«La volontà del Padre nostro è “che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1Tm 2,4). Egli “usa pazienza [...], non volendo che alcuno perisca” (2Pt 3,9). Il suo comandamento, che compendia tutti gli altri e ci manifesta la sua volontà, è che ci amiamo gli uni gli altri, come egli ci ha amato» (n. 2822). «“Egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto, nella sua benevolenza, aveva [...] prestabilito [...], il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose [...]. In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà” (Ef 1,9-10). Noi chiediamo con insistenza che si realizzi pienamente questo disegno di benevolenza sulla terra, come già è realizzato in cielo» (n. 2823).

Molto semplicemente, la volontà di Dio non è altro che il “principio operativo” della sua vita intratrinitaria e di ogni sua opera “ad extra” e non è altro che la traduzione in essere della sua divina essenza che è l’amore. In altre parole non saremmo affatto lontani dal vero se dicessimo che la divina volontà non è nient’altro che amore: tutto ciò che vuole Dio è amore e tutto ciò che fa è sempre e comunque un atto di amore. Purtroppo la situazione di natura decaduta in cui l’uomo si trova a causa del maledetto peccato non consente la comprensione piena di questo mistero e la volontà di Dio è spesso non conosciuta, non percepita, ignorata o, più spesso ancora, travisata e bestemmiata. Ma essa sola è la fonte di ogni bene e di ogni gaudio e solo in essa si trova ristoro, pace, quiete, consolazione, gioia piena e felicità perfetta.

Compito primario del cristiano è dunque conoscere tutto quel che è possibile della divina volontà (a partire, evidentemente, dai dieci Comandamenti che ne sono un’espressione generale e universale) fino a tutto ciò che Dio vorrebbe per la singola e personale vita di ciascun fedele. «È mediante la preghiera che possiamo discernere la volontà di Dio ed ottenere la costanza nel compierla. Gesù ci insegna che si entra nel regno dei cieli non a forza di parole, ma facendo “la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21)» (n. 2826).

Conoscenza, pratica, costanza e perseveranza nel fare la volontà di Dio. È questa la quintessenza della vita cristiana. È questa l’unica via di autentica e vera santità, che tutti i santi hanno percorso e su cui tutti i discepoli devono gioiosamente incamminarsi per gustare fin d’ora quanto è buono il Signore (cf. Sal 33,9).

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