SPIRITUALITÀ
Il Sacro Cuore di Madrid e la sua difesa d’amore
dal Numero 25 del 29 giugno 2025
di Suor Ostia del Cuore Immacolato/2
Continua la storia delle intrepide monache di Madrid, osteggiate dai miliziani rossi. Il Sacro Cuore veglia su di loro, e con un prodigio dimostra che la superbia criminale degli uomini riesce solo a scalfirlo, non mai a distruggerlo.
Le Carmelitane del Sacro Cuore vissero, nei seguenti anni di persecuzione, nascoste in un appartamento di Madrid – in situazioni sempre pericolosissime e precarie –, erigendo una sorta di “Carmelo clandestino” con tanto di Sacerdote fuggiasco che poteva assicurare loro i sacramenti in modo altrettanto clandestino e pericoloso. Il Sacro Cuore sembrava aver messo le sue spose al riparo della sua ferita, poiché le protesse sempre nonostante fuori da quelle quattro mura avvenisse il “finimondo”. Si pensi solo al fatto che, da quell’appartamento benedetto e protetto, le monache sentivano giorno e notte dalla prigione al di là della strada le grida dei torturati e messi a morte, La storia, purtroppo, parla chiaro e la guerra civile del 1936 fu una carneficina, con tanto di torture e uccisioni di Vescovi, Sacerdoti, Religiosi e qualsiasi laico che avesse indossato anche un piccolo oggetto cattolico come un rosario o un crocifisso. L’obiettivo della rivoluzione era di impronta marxista e voleva eliminare il Cattolicesimo dalla Spagna, un po’ come successe in Messico. La grande statua del Sacro Cuore era proprio il monumento che rappresentava l’appartenenza del popolo spagnolo al Cattolicesimo. Negli archivi di Madrid è ancora conservata una foto di quel periodo, dove si vede una pattuglia di miliziani rossi schierata attorno al grande Sacro Cuore, con il fucile puntato e un odio satanico che sprizzava dagli sguardi dei poveri militari. La cosa che fa sorprendere maggiormente in questo documento storico è che tale foto mostra chiaramente come a capeggiare la truppa sia stata una donna. Una foto in sé molto ridicola e tragica al contempo: ridicola, per la tanta premura di piccoli omiccioli che se la prendono con una statua di pietra; tragica, per il significato storico e reale di ciò che avvenne in quel momento, ossia un vero e proprio stravolgimento dell’umanità che la Madonna di Fatima – nel non lontano Portogallo – era venuta a scongiurarne la presa di coscienza, prevedendo una perdita della fede le cui conseguenze arrivano fino alla situazione mondiale contemporanea da noi vissuta. Tornando alla nostra Collina degli Angeli, non sorprende che essa venne poi soprannominata “Collina Rossa”. Nel tempo, le monache si rifugiarono fuori da Madrid, verso Salamanca. Quando alcune monache poterono tornare a Madrid, la città stava per essere presa d’assalto dai nazionalisti ma il monastero della Collina degli Angeli venne riedificato. Il grande monumento del Sacro Cuore, però, era lì affianco, distrutto e ridotto in tante macerie. Le pietre erano state messe tutte da una parte, una sopra l’altra, in un cumulo disordinato. Successe poi, durante degli esercizi spirituali tenuti al monastero da parte di un Sacerdote che, quest’ultimo, passeggiando per la Collina, cercando tra le rovine, riuscì a recuperare il blocco di pietra su cui era scolpito, grande e maestoso, il Cuore di Gesù, trafitto d’amore e contornato di raggi. Ebbene, nonostante le foto avessero testimoniato come i miliziani avessero mirato proprio al Cuore della grande statua, nessuno era riuscito a colpirlo. Ogni segno di pallottola attorniava il grande Cuore e, come scalfittura, segnava i raggi che, a mo’ di corona, circondavano il grande e bellissimo Cuore del Redentore. Da quel momento quel sacro blocco di pietra venne chiamato “la santa Reliquia” e venne collocata in un eremo, dove le monache si recavano a pregare nel silenzio. Da allora le vocazioni iniziarono ad arrivare numerosissime e il grande ardore comune delle monache era improntato proprio ad amare e consolare il Sacro Cuore di Gesù, così desideroso di essere amato dagli uomini ma così poco ricambiato... Madre Maria Maravillas, la Fondatrice del monastero della Collina degli Angeli, visse a lungo, fino al 1974, fondando tanti altri monasteri in tutta la Spagna. La sua canonizzazione, se non è segnata dal sangue del martirio cruento, merita di essere segnalata per un martirio silenzioso e lungo, di amore e riparazione al Sacro Cuore di Gesù, fonte di ogni testimonianza d’amore. Giovanni Paolo II volle canonizzare schiere e schiere di martiri spagnoli, quale testimonianza di una Chiesa che mette ancora le sue radici nel sacrificio e nell’offerta di unione al grande Sacrificio di Gesù. Abbiamo voluto ricordare questa pagina di storia anche per ravvivare la nostra fede in un contesto sociale che si presenta ben più scristianizzato rispetto a un secolo fa. Il Sacro Cuore è ancora aperto per coloro che lo amano e vogliono rifugiarsi in Esso, sicuri che la fede trionferà ancora, in un trionfo della Chiesa che non è lontano e che non avrà precedenti nella storia.
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