SPIRITUALITÀ
“Chi non solleva la propria croce...”
dal Numero 16 del 24 aprile 2022
di Don Mario Proietti

Gesù non ti chiede di portare una croce, perché portare equivale anche a trascinare, ma ti chiede di sollevare la croce: prenderla generosamente e sicuramente, perché non sei sola nel tragitto da fare.

«Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo...» (Lc 14,27a). Il gesto di portare la croce è indicato nel Vangelo con il termine greco bastazo (1) e non con fero perché il significato non è un semplice portare ma è il gesto di sollevare.

Gesù non ti chiede di portare una croce, perché portare equivale anche a trascinare, ma ti chiede di sollevare la croce, in quanto essa è un giogo da prendere generosamente e sicuramente perché non sei sola nel tragitto da fare.

Se sollevi la croce compi un’opera che ti trasfigura, il trascinarla di malavoglia invece ti sfigura e ti toglie dignità.

Gesù ti garantisce la sua presenza perché Lui si è posto innanzi a te con l’immagine del Buon Samaritano che «ancora oggi viene accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza» (2).

Comprendi, anima santa, che diventi discepola solo se sei disposta alla totale rinuncia non di parte delle tue cose, ma di tutto, anche della tua stessa vita. Questa è la gran condizione per poterti mettere alla sequela del Maestro. Non è un lasciare per niente ma è un lasciare per chi, nel mondo, è stato fatto volto del Maestro: i poveri.

Come puoi riconoscere se il segno della croce è in te o lontano da te? Ci sono tre atteggiamenti che fanno emergere come la croce può sfigurare la tua vita e appesantire anche quella di chi ti è intorno: la scontentezza, la lamentela, la facile irritabilità.

Ci sono anime sempre scontente di tutto e di tutti, in continua agitazione, che sembra non trovino pace in nulla. Non riescono a vivere delle conquiste fatte, dei doni ricevuti, non sanno vivere la grandezza della semplicità.

Tu fuggi queste cose e potrai fuggirle se vivi radicata nella sequela di Gesù che si caricò del giogo degli uomini e salì silente il santo monte del Calvario.

Fatti carico con dolcezza delle difficoltà che provengono dalla tua condizione, dalle tue postazioni, dai tuoi sogni amputati, e vedi sempre ciò che ti fa rendere spedito il passo e non ciò che lo rallenta.

La lamentela ricorrente, diffusa, generalizzata e ingiusta è un altro indizio che dimostra che non si è nel segno della croce. L’anima si lamenta perché non ha pace e tu non trasformare le amicizie in un continuo lacrimatoio. Si ritiene che l’amicizia è il dono più grande che si può avere, ma è necessario che tu sappia che la vera amicizia si ha solo per le virtù. Ricordava sant’Agostino che la vera amicizia è in tre, se manca Dio non si è amici ma compagni.

Anche dalla facile irritabilità si nota che l’anima sta trascinando la propria croce. Quanto è triste guardare il volto di molti cristiani che si sono conformati alla loro irritabilità. Girano sempre con l’occhio spento e visi seriosi, in continua angoscia e pronti a scattare per nulla.

Queste anime vivono molto lontane da Dio e non s’accorgono che i loro freddi sguardi, le aspre parole e i rozzi modi offendono la virtù della carità. Esse sono lontane dai segni che invece danno la comprensione della croce: la pace, la gioia e la serenità.

Quando la croce non è trascinata ma portata, si vive della pace nonostante le difficoltà. Poco importa essere soli, la gioia riempie gli spazi vuoti in cui l’anima è costretta dalla croce.

Tu ricorda sempre che la solitudine è una condizione essenziale della vita umana, non averne paura perché essa è compagna invisibile dell’uomo e, quando si è sereni, diventa anche dolce compagna di viaggio.

Tu sai che l’uomo nasce solo e muore solo, non disprezzare la condizione di solitudine in cui puoi trovarti, essa è sempre abitata. Apprendi l’esercizio della “presenza di Dio” e vivrai gioiosa in una buona solitudine.

Infine non perderti d’animo dinanzi ai sacrifici, la serenità ti aiuterà a sostenerli senza la paura di perdere qualche cosa. Rendi diverso il tempo della rinuncia. I sacrifici sono spazio sacro, sono tempi riservati dove fare gli incontri più importanti per la tua vita.

Anima che aneli alla santità, ti chiedo di soffermarti sul Salmo 5 e dare una risposta alle domande che ti pongo.

«Porgi l’orecchio, Signore, alle mie parole: intendi il mio lamento. Ascolta la voce del mio grido, o mio re e mio Dio, perché ti prego, Signore. Al mattino ascolta la mia voce; fin dal mattino t’invoco e sto in attesa. Tu non sei un Dio che si compiace del male; presso di te il malvagio non trova dimora; gli stolti non sostengono il tuo sguardo. Tu detesti chi fa il male, fai perire i bugiardi. Il Signore detesta sanguinari e ingannatori. Ma io per la tua grande misericordia entrerò nella tua casa; mi prostrerò con timore nel tuo santo tempio. Signore, guidami con giustizia di fronte ai miei nemici; spianami davanti il tuo cammino. 

Non c’è sincerità sulla loro bocca, è pieno di perfidia il loro cuore; la loro gola è un sepolcro aperto, la loro lingua è tutta adulazione. Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame, per tanti loro delitti disperdili, perché a te si sono ribellati. Gioiscano quanti in te si rifugiano, esultino senza fine. Tu li proteggi e in te si allieteranno quanti amano il tuo nome. Signore, tu benedici il giusto: come scudo lo copre la tua benevolenza» (Salmo 5).

Come opera in te lo spirito delle beatitudini? Le cose che maggiormente trascuri quali sono e perché? Quale desiderio profondo muove il tuo agire? Come pensi sia la tua vita realizzata? Chi ostacola maggiormente la realizzazione della tua vita? Quali perle preziose stai svendendo per possedere Gesù (la perla evangelica)? Quanto sei coinvolta nella intima comunione con Gesù? Quale croce oggi ti sta chiedendo di portare il Signore? Come la stai portando? Di cosa sei scontenta? Quali sono le cose che più frequentemente muovono la tua lamentela? Cosa o chi non riesci proprio a sopportare? Quale pace sogni e come la stai costruendo? Quando e in cosa provi gioia? La tua serenità in cosa potrebbe consistere? 

Hai visto anima benedetta dal Signore, quanto sia importante che tu sia conformata alla vita stessa di Gesù, e lo puoi fare solo se sceglierai di seguirlo nella via da Lui amata e indicata: la via della croce. 

 

Note

1) In greco: «Ostis ou bastazei ton stauron eautou kai...».

2) Dal Prefazio del Comune VIII della Liturgia: “Gesù Buon Samaritano”.

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