SPIRITUALITÀ
“Vi scrivo nel Prezioso Sangue Suo...”
dal Numero 30 del 26 luglio 2015
di Padre Dominicus Re

Mese di luglio, mese consacrato al Preziosissimo Sangue. Ogni anima redenta da questo prezioso Sangue deve nel momento in cui rivive sacramentalmente il Sacrificio di Gesù Cristo, “raccogliere” accuratamente il Sangue Divino, senza sprecarne una sola Goccia.

«Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce. Io Caterina, serva e schiava di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo». Chi ha letto le lettere di santa Caterina da Siena, sa che così comincia ciascuna delle sue lettere: «Vi scrivo nel sangue di Gesù Cristo». Tutta la sua vita è come impregnata, bagnata dal Sangue di Gesù. Era come assetata del Sangue di Gesù. Berrà alla piaga del costato del Salvatore, scambierà il suo cuore con il Cuore di Gesù. Quando morì, a 33 anni, la parola con la quale esalò l’ultimo fiato fu: «Sangue! Sangue!». In questo mese di luglio, dobbiamo anche noi ravvivare la nostra devozione al Preziosissimo Sangue.
Sappiamo che adoriamo il Prezioso Sangue di Gesù, come tutta la sua persona, perché, in virtù dell’Unione ipostatica, non è separabile dalla sua divinità. Il Sangue di Gesù, come tutta la sua umanità, è unito al Verbo divino. Una sola goccia del Sangue di Gesù ha un valore infinito, perché è il Sangue di Dio.
Adoriamo specialmente il Sangue di Gesù perché in esso siamo stati giustificati (cf. Rm 5). «In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia», scrive san Paolo (Ef 1,5). Il Sangue di Gesù è il segno e il mezzo efficace della grazia. Il segno eloquente («più eloquente di quello di Abele», citando l’epistola agli Ebrei) della sovrabbondanza della soddisfazione. Il Sangue sparso da Cristo volontariamente per noi è il prezzo con il quale ci ha riscattati, mediante la sua beata Passione, dalla schiavitù del peccato, del demonio e del debito di pena.
Nell’Adoro Te devote, san Tommaso scrive: «Me immundum munda tuo sanguine, cuius una stilla salvum facere totum mundum quit ab omni scelere». Una goccia del Sangue di Nostro Signore bastava per salvare tutto il mondo. Anzi, persino un solo pensiero, una preghiera di Gesù bastava. Ogni atto della vita di Nostro Signore aveva un valore infinito, in ragione della carità infinita che lo ispirava. Allora, perché Gesù ha voluto versare il suo Sangue? Per amore. Le sofferenze della sua Passione esprimono particolarmente la dimensione sacrificale e riparatrice del suo amore. È per soddisfare in un modo sovrabbondante, per mostrarci l’immensità del suo amore e la gravità del peccato, ed anche per permetterci di cooperare alla nostra propria salvezza (unendoci alla sua Passione), che Gesù ha voluto versare per noi tutto il suo Sangue.
Vi è una bellissima preghiera di Blaise Pascal, nei suoi Pensieri, che si chiama Il mistero di Gesù, dove Pascal medita sull’agonia nell’orto degli ulivi: «Gesù sarà in agonia sino alla fine del mondo: non bisogna dormire fino a quel momento». «Consolati, tu non mi cercheresti, se non mi avessi trovato». «Io ti amo più ardentemente di quanto tu non abbia amato le tue brutture», Pascal fa dire a Gesù; e ancora: «Io pensavo a te nella mia agonia, io ho versato tal goccia di sangue per te».
È un pensiero molto bello, ma teologicamente non del tutto esatto. È verissimo che Gesù ha pensato a ciascuno di noi nella sua agonia, quando ha sudato Sangue. Con la visione beatifica di cui godeva, aveva presenti costantemente tutti i membri del suo Corpo Mistico. Gesù ha veramente visto, conosciuto nella sua agonia, ognuno dei nostri peccati. Allo stesso tempo, ha conosciuto, nel Verbo, nella visione beatifica di cui godeva, tutte le nostre riparazioni, le nostre Confessioni, le nostre Comunioni riparatrici; e ne è stato realmente consolato. E questo è anche per noi molto consolante. Scrive Pio XI, nella sua enciclica sul Sacro Cuore: «Che se a causa anche dei nostri peccati futuri, ma previsti, l’anima di Gesù divenne triste sino alla morte, non è a dubitare che qualche conforto non abbia anche fin da allora provato per la previsione della nostra riparazione, quando a “lui apparve l’Angelo dal cielo” per consolare il suo cuore oppresso dalla tristezza e dalle angosce». E così anche ora, in modo straordinario ma vero, noi possiamo e dobbiamo consolare quel Cuore Sacratissimo che viene continuamente ferito dai peccati degli uomini ingrati.
Gesù ha pensato a me nella sua agonia. Questo è verissimo. Ma, al contrario di quello che dice Pascal, non ha versato tal goccia di Sangue per me. No. Ha versato tutto il suo Sangue per me, come se avesse soltanto me da amare.
«Cristo ci ha amati, ci ha lavati dai nostri peccati nel suo sangue», scrive san Giovanni nell’Apocalisse (1,5).
Durante la Santa Messa, nel momento di rinnovare, di rivivere in modo sacramentale il suo Sacrificio, prepariamoci anche noi a raccogliere il Sangue di Gesù. Adoriamo quel Sangue versato da Gesù, e facciamo in modo che non l’abbia versato inutilmente per noi. Stiamo attenti a non sprecare il Sangue di Gesù con le nostre disattenzioni, le nostre distrazioni, forse il nostro attaccamento a qualche peccato veniale deliberato. Raccogliamo questo Sangue con gli Angeli che stanno intorno all’altare, con Maria Santissima che sta ai piedi dell’altare come stava ai piedi della Croce. O, meglio, se abbiamo paura di sprecare questo Preziosissimo Sangue, di rovesciarlo, frapponendo qualche ostacolo alla grazia, chiediamo alla Madonna di raccoglierlo per noi. Ricordiamoci che il Sangue di Gesù è il sangue di Maria: Gesù ha preso tutto il suo Prezioso Sangue dal sangue immacolato di Maria. Gesù è carne della sua carne e sangue del suo sangue. Chi meglio di Maria, Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie, saprà darci il Sangue di Gesù, segno e mezzo efficace della grazia?

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits