SPIRITUALITÀ
Una madre singolare
dal Numero 30 del 26 luglio 2015
di Padre Thomas Bianchini

Non avrà sant’Anna – la mamma della Santa Vergine – attinto in modo particolare alla pienezza di grazia di sua Figlia? Quale intimità non doveva esserci tra loro? Non si può certamente considerare sant’Anna una santa qualsiasi, dati i doni di grazia a lei singolarmente partecipati.

Una festa da non dimenticare (il 26 luglio) è quella di sant’Anna, la nonna di Gesù. È molto bello, oltre che importante, ricordarci che Nostro Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio per natura, ha anche avuto una famiglia, con un padre (putativo) e dei nonni. Dio rispetta la natura delle cose, la grazia non distrugge la natura, ma si serve delle “cause seconde”, delle mediazioni umane, anche nel suo piano di Salvezza. Gesù non è nato in una “famiglia monoparentale” come si dice oggi. No. Non è stato cresciuto da Maria sola. Ha voluto avere un padre putativo, san Giuseppe. Ha voluto avere dei nonni: sant’Anna e san Gioachino.
     Dei nonni di Gesù si sa poco. Sono conosciuti soltanto dalla Tradizione. Sant’Epifanio è il primo Padre della Chiesa che ci rivela i loro nomi. Ma quel che è certo, è che i genitori di Maria Santissima furono dei grandi santi. Infatti, a loro è stata affidata una missione particolare nella storia della Salvezza. Sono stati scelti da Dio per generare Maria, l’Immacolata, chiamata a sua volta a generare Gesù, il Figlio di Dio.
     Chi potrà esprimere la profondità del legame che univa sant’Anna all’Immacolata? È proprio impossibile pensare che Anna, essendo madre di una Figlia che possedeva fin dalla sua concezione una pienezza di grazia e d’amore che sorpassa la grazia di tutti i santi e di tutti gli Angeli insieme, non abbia risentito di questa pienezza. Sant’Anna, come tutti noi, è stata santificata tramite Maria, Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie. Valgono anche per lei le parole di Gesù a san Giovanni: «Ecco tua Madre»... In un certo senso, sant’Anna è stata figlia spirituale della sua figlia naturale, figlia secondo la grazia di sua figlia secondo la carne. Se Maria Santissima è la Madre di tutti i redenti, se esercita una Maternità universale, se ha rigenerato in unione alla Passione e Morte di Gesù ognuno dei figli redenti (conoscendoli singolarmente e soffrendo per ognuno di essi – secondo il pensiero teologico tradizionale, Maria ai piedi della croce ha ricevuto una conoscenza infusa dei peccati di ciascuno di noi), se è così, con quali sentimenti di amore e di premura Maria avrà generato nella grazia la sua propria madre Anna?
Quindi c’è un’unione, un’intimità tra la Santa Vergine Maria e sant’Anna ben più profonda ancora dell’unione tra una figlia e sua madre. Se, nel piano divino, Maria fu la degna Madre di Gesù, la degna Madre di Dio, Anna fu, anche, senz’altro, la degna madre di Maria, ossia una grandissima santa.
Sono molto espressive e affascinanti le opere d’arte che rappresentano le tre generazioni della santa Famiglia: sant’Anna, con Maria Santissima e il Bambino Gesù. Si pensi a quel dipinto famoso di Leonardo che si vede a Parigi, nel Louvre: Anna sorridente tiene Maria sulle ginocchia quasi fondendosi l’un l’altra (per esprimere la loro intimità). Anche Maria sorride, ma di meno; ha un sorriso più triste, malinconico; abbraccia Gesù ma Gesù sembra sfuggire dalle braccia di Maria, perché ha afferrato un agnellino e vuole giocare con lui. E Maria è tutta tesa verso Gesù, si sporge (staccandosi da sant’Anna) per tenere, o piuttosto accompagnare Gesù che gioca con l’agnellino. Naturalmente, c’è qui la prefigurazione della Passione di Cristo e della missione corredentrice di Maria. In questo dipinto c’è tutto un gioco di sguardi: sant’Anna guarda Maria, che guarda Gesù, e a sua volta Gesù che si è già impadronito dell’agnello guarda Maria... Non so se Leonardo fosse un buon cattolico, ma conosceva molto bene il suo catechismo, era un buon “teologo”.
C’è anche un altro modo di rappresentare sant’Anna nell’arte. Penso alla sua statua ad Auray (grande Santuario dedicato a sant’Anna in Bretagna – sant’Anna è patrona della Bretagna). Si vede sant’Anna con Maria piccola davanti a lei. Anna tiene davanti a Maria un libro e le insegna a leggere. Di che libro si tratta? Certamente la Sacra Scrittura. È ovvio che sant’Anna, degna madre di Maria, non ha soltanto nutrito Maria, ma l’ha educata, le ha insegnato a leggere, e ha compiuto il suo dovere principale: cioè le ha trasmesso la Fede. È questo, normalmente, il primo dovere di una madre: insegnare la Fede (non fare carriera, guadagnare soldi...). Sulle ginocchia di sant’Anna Maria ha cominciato a meditare nel suo Cuore la Parola di Dio, ha imparato a pregare. Come un bambino impara da sua madre a fare il Segno della croce, a recitare le sue preghiere.
Queste due Donne erano profondamente unite dall’attesa condivisa del compimento delle promesse di Dio, dalla preghiera comune ispirata ai Salmi. Così, sotto la guida di sant’Anna, la piccola Maria è cresciuta in tutte le virtù con una velocità che doveva stupire la madre.
Ma c’è una cosa ancora più importante che l’Immacolata ha imparato da sant’Anna: ha imparato da lei ad essere madre. È così: «Fu proprio sant’Anna la prima a insegnare a Maria, sua figlia, come essere madre» (san Giovanni Paolo II). Madre di Gesù, e Madre nostra. E questo dovrebbe bastare per riempirci di gratitudine nei suoi confronti! Come le siamo debitori di averci dato una tale Madre! Preghiamola, dunque, per il Matrimonio e la famiglia che vengono sempre più attaccati. Specialmente per i nonni che nella famiglia sono i depositari e spesso gli unici testimoni dei valori fondamentali della vita e della Fede.

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