SPIRITUALITÀ
Guida alla vita interiore | La parabola delle dieci vergini...
dal Numero 11 del 13 marzo 2022
di Don Mario Proietti /3

“Avrai davanti a te la parabola delle dieci vergini e seguirai, settimana dopo settimana, la vicenda di queste vergini perché nella loro vita è narrata anche la tua storia. Sappi, anima cristiana, che il riferimento al Regno di Dio è quel mistero di Dio e del suo amore per te. ”

Dopo averti presentato le disposizioni interiori necessarie per questo cammino, tu di certo ti domanderai: “Cosa farò e quali risultati andrò a conseguire?”.

Cercherò di risponderti con l’iniziare a dirti che sarà un tempo di combattimento, di lotta grande ma anche di molta grazia.

Avrai davanti a te la parabola delle dieci vergini e seguirai, settimana dopo settimana, la vicenda di queste vergini perché nella loro vita è narrata anche la tua storia. 

Essa affascina fin dal primo versetto che così recita: «Il Regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo».

Sappi, anima cristiana, che il riferimento della parabola al Regno di Dio è quel mistero di Dio e del suo amore per te.

È mistero d’oscurità e di luminosità, è mistero di un Dio che ti ama e non in forma generica, ma ti ama con amore di Sposo, e tu cerchi quest’amore perché cerchi la gioia.

La storia d’ogni anima è un segreto insondabile perché è riferito al personale incontro-abbraccio con Dio che ti ama come una sposa, che ti ama con un amore così instancabile e appassionato che quando lo si prova diventa irresistibile.

Un amore che mette in crisi in ogni momento, proprio per il suo essere incondizionatamente amore unico, fedele, riservato, non divisibile, non equivoco, personalissimo e totalizzante.

Un amore che quando t’invade lo fa straziando l’anima, fino al punto che non riesce più a soddisfarsi in niente se non vivere di quest’amore. Per chi lo prova, nulla è più come prima!

Come vorrei che tu assaporassi quest’amore, anzi, che ti nutrissi sempre di quest’amore e pensare che è proprio questo che l’uomo va cercando quando, senza pace, erra ovunque. Di quest’amore parla il santo Vescovo d’Ippona quando, sublimemente, attesta: «Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace» (Confessioni).

È l’amore che si fa trovare se lo si cerca, che diventa più forte di ogni resistenza e che è capace di vincere ogni impedimento.

Ma occorre anelare a Lui se si vuole gustare quest’amore e la parabola evangelica suggerisce la via per vivere per sempre di quest’amore.

Tu conosci dove risiede questo amore, esso abita in quella cella segreta e più importante della città fortificata della tua anima. È la stanza segreta del cuore dove Dio inabita l’anima, come dice santa Teresa d’Avila, e dove il restarne fuori dipende da una vita spirituale mediocre e insignificante.

Fuggi una vita spirituale mediocre! Quelle vergini della parabola, come ricorda un grande santo monaco: «Tutte erano virtuose perché tutte sono chiamate vergini e la verginità è una grande virtù, uno stato angelico che può sostituire tutte le altre virtù», però è evidente che alle stolte mancasse qualche cosa. Rifletti: cosa poteva mancare se non lo Spirito di Dio. Infatti, pur praticando delle virtù, quelle vergini, spiritualmente ignoranti, credevano che la vita cristiana consistesse nelle semplici pratiche che sono comuni: fare le preghiere, fare le opere pie, avere una vita sacramentale ordinaria, andare in Chiesa, insomma tutto secondo norma. 

Ma non si erano preoccupate del dono più grande: quello dello Spirito. E di questo genere di vita, basato unicamente sulla pratica di virtù morali, senza un attento esame per sapere se esse procurano, e in che misura, la grazia dello Spirito di Dio, la Parola di Dio avverte«Ci sono vie che all’inizio sembrano diritte, ma che sboccano nell’abisso infernale» (Pro 14,12).

Avrai davanti la parabola delle dieci vergini per evitare di seguire l’esempio delle stolte che hanno trascurato, per negligenza o incredulità, di acquistare e di conservare il dono dello Spirito Santo, il solo che può donare i frutti di vita e mantenere viva ed operante la speranza.

Desidero per te che la tua vita sia mossa dalla incessante presenza dello Spirito Santo, dono necessario e indispensabile per la santità dell’anima.

Rammenta sempre che Gesù, per donare il suo Spirito, salì la croce, morì, risuscitò e ascese al Cielo.

Una vita che quando è chiamata spirituale, lo è proprio perché non è solo bagnata da qualche preghiera, ma inondata dello Spirito Santo.

Ti chiedo, allora, di coltivare la logica delle vergini sagge che riflettono e prevedono. Vorrei che la tua vigilanza fosse fatta d’intensità del desiderio e di lucidità dello sguardo, perché l’ingresso alle nozze è l’ingresso nella gioia del Signore, del tuo Signore, Colui che ti possiede, che ti ha colmato di beni e ti ricompenserà con la sua gioia. E, come abbiamo detto, non è forse la gioia che ogni essere umano ricerca in ogni istante della propria vita?

Se desideri diventare veramente spirituale, sappi che ciò sarà possibile nella misura in cui ti lasci attrarre da Dio. Questa è la vita Spirituale, quella vita che risponde a quella nostalgia di Dio che cova nel cuore umano come un braciere vivo.

Una vita che aiuta l’uomo ad aprire a quella porta di cui parla Apocalisse 3,20: «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò a lui, cenerò con lui ed egli con me».

Per coltivare una vita spirituale seria, occorre saper scavare oltre le apparenze, i sentimenti, le emozioni, le passioni e mettersi nudi dinanzi alla verità.

Le visite di Dio nella vita di un’anima sono sempre imprevedibili e gratuite; esse non dipendono dai meriti ma solo dalla grazia dello Spirito Santo. Ecco perché il necessario nella vita spirituale è la convinzione che la preghiera e le opere di pietà non siano mosse dall’essere o sentirsi bravi o degni, ma da un continuo rapporto di comunione con Cristo nello Spirito Santo.

Voglio che tu sappia che questo rapporto è fatto anche di grandi fallimenti, ma altresì voglio che tu sappia andare oltre con l’aiuto che il Signore non fa mai mancare.

Nessuno arriva a Dio se Lui non bussa alla porta; e Lui è già venuto a cercarti quando ha deciso di incarnarsi nel grembo verginale di Maria. Dunque non temere se ti sembrerà di essere smarrita, a Dio piace cercare la pecorella che vaga nel deserto.

Quand’anche tu ti trovi in questo deserto, è un motivo in più per calarti nella tua interiorità, per riservarti un po’ di tempo per te.

Rammenta l’esperienza vissuta da Agostino: «Tu eri dentro di me e io ti cercavo fuori».

Quante volte l’uomo va alla ricerca di un Dio esterno e resta in un vuoto inesorabile e dolorosissimo.

Tu, in questo cammino, impegnati a custodire e coltivare la vita spirituale nascosta nel tuo cuore; questa è la tua vita interiore.

Vita interiore che si costruisce con la qualità dei rapporti, delle scelte, delle motivazioni e dagli orientamenti che si danno alla propria esistenza che, al contrario, è fuori di sé tutte le volte che è fatta di calcolo, pensiero, efficientismo e distrazione.

Interiorizza la Parola di Dio; è il salmo 109 che dice “Lampada per i miei passi è la tua Parola”, sii riflessiva ed evita, quanto puoi, di ascoltare le parole che vengono dall’esterno.

Opera una seria spogliazione di te stessa; togliti dalle false sicurezze che vengono dalla tua ricchezza e senti le prove dell’esistenza nella logica dell’“uomo che è un soffio che va e non ritorna” (Sal 77,39).

Avverti più acutamente la precarietà e la fugacità del mondo. Aderisci sempre e di più alle cose che non passano e non deludono; trattieniti con ciò che ha sapore d’eternità, come afferma l’apostolo Paolo quando dice «le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili sono eterne» (2Cor 4,18). 

Taci il più possibile e fa che il tuo tacere diventi sempre più un ascolto, una percezione chiara del Dio incarnato nella tua storia e nella tua vita.

Dai tempo a Dio, non trattenere nulla che non sia Lui, affida a Lui i tuoi affari, i tuoi programmi, le tue ansie, il tuo apostolato. Stai con Lui e fa riposare il corpo, scruta con Lui la strada che stai percorrendo, e capisci se è la stessa in cui Lui è incamminato per incontrarti. Il tuo sia un andare incontro a Lui!

Anima che aneli alla santità, il tempo ritagliato per la preghiera e la meditazione è un dono meraviglioso, utile per la tua santificazione ed anche motivo di verifica per la tua vita in Cristo.

Procura di possedere un quaderno di riflessione, ti servirà per evitare la dissipazione dei pensieri e restare desta nel progresso spirituale che il Signore vorrà donarti.

All’inizio di questo cammino ti invito a meditare e a scrivere alcune riflessioni che potrebbero aiutarti col tuo Padre spirituale a raccogliere i frutti di questo tempo di grazia.

Quali frutti attendi dal Signore in questo cammino spirituale? Quali ambiti della tua vita interiore hanno bisogno di essere illuminati dalla grazia di Dio? 

Quali virtù vedi necessario verificare al fine di ritenere fruttuoso questo periodo di preghiera?

Leggi e medita dalla Sacra Scrittura il brano evangelico che sarà il cuore delle nostre meditazioni e immaginati inserita nella parabola:

- «Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo».

Domandati: stai andando incontro allo sposo? Sei certa che la tua strada è la stessa su cui è incamminato Cristo? Qual è la tua lampada? Qual è il tuo olio? Ti sembra sufficiente?

«Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono». 

Domandati: quale apostolato stai svolgendo? Quali pericoli sta vivendo la tua vita cristiana? Quale sonno è calato sulla tua vita spirituale?

«A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!».

Domandati: se il Signore giungesse annunciato in questo momento, saresti pronta? La tua lampada sarebbe ancora accesa? Saresti certa che questo incontro si presenti gioioso? 

 

* Per seguire tutta la serie, richiedi “Il Settimanale di Padre Pio” a 351 73 39 066

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