La “Donna vestita di sole” è la Regina degli Angeli. Quali angeli? Quelli che fin dall’inizio dei tempi hanno aderito al disegno divino, adorando il Cristo Verbo incarnato e venerando la sua Santissima Madre. San Francesco si posiziona esattamente là dove Lucifero cadde: davanti alla visione e contemplazione della Donna, che fu per lui non pietra di scandalo ma “scala bianca” per la più alta ascensione.
Nell’Apocalisse san Giovanni descrive la grande visione che apparve nel cielo, al seguito della quale vi fu la grande battaglia angelica tra san Michele e i suoi angeli contro Satana, l’angelo più bello decaduto e precipitato “come folgore” (Lc 10,18), e i suoi seguaci.
Con l’Evangelista, figlio prediletto di Maria e modello esemplare di suo consacrato, vogliamo anche noi fissare lo sguardo nella grandiosa visione del signum magnum (Ap 12,1-2).
Quale segno grandioso, quale visione fu mostrata dalla Santissima Trinità all’intelligenza degli angeli in cielo, ossia quand’ancora tutti godevano lo stato di grazia nel quale erano stati creati?
L’Apocalisse la descrive così:
Una donna vestita di sole,
con la luna sotto i suoi piedi
e sul capo una corona di dodici stelle.
Era incinta
e gridava per le doglie del parto (Ap 12,1-2)
La pagina biblica di Apocalisse 12 è un tassello importante per ricostruire e comprendere quel «disegno» nascosto da secoli in Dio di cui parla san Paolo (cf. Ef 3), da sempre presente nella Mente divina: la predestinazione assoluta di Cristo e di Maria sua Madre.
Secondo l’opinione comune presso i Francescani, la prova degli angeli fu infatti questa: accettare l’adorazione di Cristo e l’obbedienza a Maria, ossia sottomettersi all’Uomo e alla Donna che, inferiori per natura, erano predestinati ad essere loro superiori per grazia. I teologi che abbracciano questa tesi ne vedono proprio in Apocalisse 12 la prova scritturistica, leggendo il passo in chiave mariana.
La “Donna vestita di sole” è dunque la Regina degli Angeli. Quali angeli? Quelli che fin dall’inizio dei tempi hanno aderito al disegno divino, adorando e poi servendo il Cristo Verbo incarnato e venerando la sua Santissima Madre, loro Regina. La Regina degli Angeli è il Signum magnum, pietra di scandalo per la superbia di Satana, il quale se a stento poteva tollerare di sottostare al Verbo divino fatto carne, non poté sopportare di sottomettersi a Maria, semplice creatura umana, e si ribellò.
E mentre l’arcangelo san Michele, secondo la testimonianza dell’Apocalisse (12,7), insorse subito a difendere la gloria di Dio nella gloria della Regina del cielo, costituendosi come primo “cavaliere dell’Immacolata” ante litteram, Satana cadeva come folgore, lasciando vuoto il trono di gloria che gli era stato assegnato.
Una visione di Frate Pacifico raccolta nei Fioretti di san Francesco ci informa che il suo posto in cielo è occupato dal Serafino d’Assisi, il quale come sappiamo, con il suo «amore indicibile» verso la Madre di Dio, con le sue intuizioni serafiche sui suoi privilegi, e con la fondazione dell’Ordine di Santa Maria degli Angeli – vera Milizia mariano-serafica terrestre – riparò, restituì personalmente, e volle che i suoi figli continuassero a restituire in terra, la gloria e l’onore sottratti da Lucifero alla Donna vestita di sole, alla Regina degli Angeli, posizionandosi esattamente là dove Lucifero cadde: ossia davanti alla visione e contemplazione della Donna vestita di sole. Tale visione fu per lui, povero e umile, non pietra di inciampo, ma scala bianca per la più alta ascensione nella gloria celeste, e lo ha reso l’ardentissimo amante e l’umilissimo servitore del Verbo umanato e della sua Santissima Madre.
I suoi figli, collocandosi davanti alla stessa visione e nella stessa vocazione del loro Serafico Padre, sono diventati i pionieri d’una mariologia d’alto profilo, fondata proprio sulla tesi della predestinazione assoluta di Cristo e Maria, la quale altro non è che la contemplazione del Signum magnum, ossia della Regina degli Angeli, la Donna vestita di sole.
Chiediamoci allora cosa racchiuda la contemplazione del Signum magnum che illumina gli occhi e accende il cuore di ogni figlio del Serafico Padre. Essa concentra nell’immediatezza di una visione tutti i privilegi mariani. Secondo l’ordine dei versetti biblici, vi si può scorgere anzitutto:
- L’Immacolata Concezione di Maria. La donna è vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi. La venerabile francescana Maria d’Agreda spiega che nella divisione che questi due luminari fanno del giorno e della notte, la notte della colpa, rappresentata dalla luna, è sempre restata sotto i piedi dell’Immacolata, mentre il sole, che è il giorno della Grazia, doveva vestirla tutta eternamente: la Donna vestita di Sole è la Donna vestita di Grazia, è la Donna vestita di Dio.
- La luna – fin dall’antichità simbolo della periodica fecondità umana e terrena – sta sotto i piedi ad indicare non solo il dominio perfetto che Ella ebbe su tutte le realtà umane caduche e transitorie, ma anche il superamento, in Lei, d’una fecondità e maternità puramente umana, avendo conosciuto Ella una fecondità superiore, verginale e divina.
- Ed ecco quindi che, dopo aver adombrato la sua Immacolata Concezione e Verginità perpetua, con un versetto incisivo viene espresso il privilegio unico e sublime della Maternità divina: Era incinta. La donna è presentata come Madre dell’Unigenito del Padre. Allo sguardo degli angeli fu mostrato un Dio incarnato chiuso in un grembo umano verginale: la somma umiltà di Dio, che urtò inesorabilmente con la superbia di Satana.
- E gridava per le doglie del parto. L’esegesi mariana di questo passo attribuisce il dolore di queste doglie non al parto divino del Primogenito, Gesù Cristo, che fu verginale, indolore e fonte di sommo gaudio per la Madre, ma alla generazione, sul Calvario, da parte di Maria Santissima dei fratelli del Primogenito (cf. Rm 8,29), di tutti gli uomini suoi figli da far rinascere alla vita di grazia, mediante il suo sacrificio materno intimamente unito al sacrificio del Figlio. È presentata qui la Mediazione materna di Maria, che è Corredentrice, nell’acquisto della grazia, e Mediatrice nella distribuzione di essa.
Il passo biblico potrebbe essere così parafrasato, svelandoci la grandiosa visione:
Nel cielo apparve un segno grandioso:
l’Immacolata Semprevergine
Madre di Dio e dei suoi figli,
Corredentrice e Mediatrice della Grazia.
Nel corso di otto secoli i figli del Serafico hanno saputo tenere sempre fisso il loro sguardo in questa grandiosa visione e tradurla in teologia predicando e scrivendo a favore dell’Immacolato Concepimento di Maria; difendendo strenuamente la sua perpetua Verginità (sempre intatta: prima, durante e dopo il parto verginale); indagando i mistici rapporti che la Maternità divina ha instaurato tra Lei e la Divinità; sostenendo e battendosi per la verità della Corredenzione e Mediazione mariana.
Vivendo di questi santi misteri, essi hanno saputo tradurli anche in azione. San Massimiliano vedeva aprirsi una nuova pagina di storia in cui, per opera dell’Ordine serafico (1), i dogmi mariani sarebbero divenuti strumenti di apostolato, una nuova epoca in cui la Verità mariana sarebbe divenuta vita delle anime.
Ciò si realizza a livello individuale soprattutto con la Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, ma è destinato a realizzarsi a livello collettivo e sociale con l’avvento dell’era mariana di pace promessa dalla Madonna a Fatima, ossia il Trionfo del suo Cuore Immacolato, di cui questi tempi sono il sofferto preludio.
«Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato», disse la Madonna a Fatima. Dio vuole stabilirla perché essa prepara la realizzazione storica del grande piano della Sua Provvidenza. E questo piano, di misericordia e di giustizia, che donerà al mondo un’era di pace, comporterà un ristabilimento anche a livello sociale dei Suoi diritti, ora abbondantemente calpestati per il processo di secolarizzazione e apostasia in atto. Se infatti la pace è “la tranquillità dell’ordine”, come potrebbe avere pace un mondo così “disordinato”? E se il Regno di Cristo non è di questo mondo, perché non trae da esso la sua legittimità, anche a questo mondo si estende.
Il Regno sociale di Gesù sarà, però, anche il Regno sociale di Maria. Dio vuole che con Gesù regni la Sua divina Madre, che fu celata al mondo nell’ora dell’Incarnazione, ma che ora deve essere conosciuta e proclamata Regina dal mondo intero.
Cosa sarà, allora, il Trionfo del Cuore Immacolato se non la contemplazione e lo svelamento, anche ad occhi umani e sul palcoscenico della storia, del Signum magnum contemplato dagli angeli in cielo all’alba dei tempi? Esso sarà una manifestazione storica della dottrina francescana della “predestinazione assoluta” di Maria con Cristo al centro e al vertice delle opere di Dio ad extra; dottrina profondamente radicata nelle fonti della rivelazione secondo la quale Dio ha creato tutto l’universo, materiale e spirituale, concependolo come il grande Regno di Cristo Re e di Maria Regina.
Ai Francescani di Maria il compito di conoscere, amare e vivere fino in fondo la loro vocazione mariana, pregando, lavorando e combattendo ancora una volta per la “causa dell’Immacolata”, per l’affrettarsi del Trionfo del suo Cuore. Essi non sono soli: alla Milizia serafica terrestre si affianca la Milizia angelica celeste, entrambe unite nell’unico sguardo rivolto al Signum magnum, entrambe votate al servizio della dolce Regina degli Angeli.
Nota
1) Lo stesso Ordine serafico negli ultimi decenni ha conosciuto un nuovo provvidenziale sviluppo, e facendo tesoro della propria identità mariana d’origine, l’ha resa esplicita mediante un voto religioso e pubblico, il voto della consacrazione illimitata all’Immacolata. È questo il “voto mariano” dei Francescani dell’Immacolata (frati, suore, clarisse) fondati da padre Stefano M. Manelli, che esistono e operano per portare avanti non solo la conoscenza di Maria Santissima, ma anche la sua stessa Missione di mediazione materna, promuovendo a diversi livelli tra i fedeli la Consacrazione mariana.