SPIRITUALITÀ
Con occhi nuovi. Sulla Risurrezione di Gesù
dal Numero 14 del 8 aprile 2018
di Don Leonardo M. Pompei

Gesù Risorto ha voluto manifestarsi ai suoi discepoli in Galilea, riportandoli sui luoghi del suo apostolato terreno affinché essi imparassero a vedere ogni suo insegnamento, ogni suo gesto, ogni suo miracolo con occhi nuovi, illuminati dalla luce della sua Risurrezione.

«Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone» (Lc 24,34). Questa celebre frase dei discepoli di Emmaus esprime da un lato l’incantato stupore dall’altro l’assoluta certezza dell’evento che ha segnato per sempre, in maniera irreversibile, la storia dell’umanità. Da quell’aurora del primo giorno dopo il Sabato di circa duemila anni fa, l’umanità ha progressivamente conosciuto l’annuncio di un “fatto mai ad essi raccontato” e ha cominciato a comprendere “ciò che mai avevano udito” (cf. Is 52,15). Che Gesù di Nazareth era tornato vivo dal cimitero, era stato visto, toccato, si era addirittura intrattenuto a prendere cibo con i Suoi (per persuaderli della vera corporeità della sua carne gloriosa), era apparso, in contemporanea, a oltre 500 persone (cf. 1Cor 15,6) pronte a testimoniarlo, aveva dimostrato, con l’ultima ineluttabile, inattaccabile e inconfutabile prova la verità di ciò che diceva di essere: il Figlio di Dio, ossia Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, rivestito della nostra natura umana per compiere la redenzione e in essa, dopo la risurrezione, perfettamente glorificato per la sua estrema obbedienza fino alla morte e alla morte di croce (cf. Fil 2,8).
Quasi tutti gli evangelisti evidenziano che Gesù risorto diede appuntamento ai Suoi “in Galilea”. È spontaneo chiedersi: perché in Galilea e non a Gerusalemme, dove tutti si trovavano? Il motivo sembra essere quello di riportarli nei luoghi dove Gesù aveva predicato, li aveva formati, aveva operato miracoli e manifestato l’impero sui demoni, per sigillare gli anni vissuti insieme con questo messaggio: ora che non potete avere più dubbi sulla mia vera divinità, riguardate, con occhi nuovi, tutto quello che ho fatto e che abbiamo vissuto insieme. Rendetevi anzitutto conto di quanto sia importante trasmettere fedelmente la mia Parola e i miei insegnamenti, perché non si tratta di edificanti discorsi di un grande profeta o di un leader carismatico, ma di Dio che vi ha parlato attraverso la mia voce umana. Il mio impero sui demoni, che vi ho tante volte dimostrato, sia per voi il pegno della sicura speranza che non dovete temere mai nulla e nessuno, perché tutto è soggetto alla potestà invincibile del mio divino Volere e se vedrete il male operare state tranquilli che tutto è sotto controllo, esattamente come è successo in occasione della mia Passione e Morte. Il mio debellare i morbi, vi renda consapevoli che ogni malattia è frutto marcio del peccato e abbiate la sapienza per comprendere non solo la materialità dei miei miracoli, ma anche la loro simbolica significatività. Imparate a conoscere e riconoscere le cecità dell’anima, assai più problematiche di quelle degli occhi; le paralisi interiori causate dal peccato, ben più gravi dell’impossibilità di muovere gli arti; le deformazioni orride delle anime schiave e vittime della propria umana volontà, che rendono l’uomo ben più brutto, agli occhi di Dio, delle pur orripilanti deformazioni prodotte da lebbre e altre malattie. Ricordate anche tutte le cose che vi ho insegnato in privato, tutte le spiegazioni delle parabole, tutti gli atti e i gesti che ho compiuto in pubblico e nei nostri momenti di intimità, perché, in quanto atti divini, nemmeno uno di essi era senza un profondissimo e importantissimo significato, che dovete imparare a cogliere e riconoscere. Ricordate anche che vi ho trasmesso il mio stesso Sacerdozio, vi ho dato la mia autorità e come io operai in tutto da Dio così io sarò e opererò sempre con voi, alla sola condizione che voi siate sempre con me e perseveriate nel mio amore. Ricordate che la mia vita e la mia opera di salvezza continua nella Chiesa, di cui voi siete le colonne e le fondamenta e trasmettete ai vostri successori, insieme alle potestà divine che vi ho dato, l’amore che per essa devono avere e la certezza che le porte degli inferi, che pur le faranno incessantemente guerra, con forme sempre nuove e diverse, sempre più raffinate, evidenti o latenti, non potranno mai prevalere contro di essa, perché è mia ed è difesa e protetta da Me. Ricordate infine, anzi non dimenticate mai, l’insegnamento della mia Passione e Morte. Prima di viverle ve l’annunciai per tre volte, ma non volevate prestare ascolto alle mie parole né riflettere su di esse. Per cui arrivaste tutti impreparati a quei momenti, nonostante io avessi fatto di tutto perché così non fosse, e cadeste tutti, chi più chi meno. Da questa lezione imparate una grandissima umiltà, l’importanza di perseverare nella preghiera soprattutto nelle ore più difficili, ma prima di ogni altra cosa il modo con cui si vince il male e il suo primo artefice: la vittoria arriva quando evidente appare la sconfitta, anzi proprio in quel momento; e nel mio Regno – ricordate gli “osanna” dell’ingresso a Gerusalemme – la sconfitta arriva proprio quando sembra apparire il trionfo e la vittoria. Imparate a non ragionare più da uomini, ma da membri del regno di Dio, quali siete e quali a tutti dovete insegnare ad essere. La vittoria è sempre e solo nella Croce. Non dubitatene mai. Vivetelo. Insegnatelo. Testimoniatelo. Sempre e davanti a tutti.

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