SPIRITUALITÀ
I miei ricordi con Padre Massimiliano
dal Numero 37 del 25 settembre 2016
di Padre Miecislao M. Mirochna

Padre Miecislao M. Mirochna portò sempre nel suo cuore e nei suoi ricordi gli anni passati in Giappone con san Massimiliano, suo maestro e guida, e molti di questi li mise per iscritto in vari articoli sul Cavaliere dell’Immacolata giapponese. Eccone uno.

Padre Miecislao M. Mirochna fu uno dei primi compagni di san Massimiliano nella missione giapponese, quando aveva solo 22 anni e si stava preparando al Sacerdozio. Nel 1931 fu uno dei pochi, con san Massimiliano, a professare il voto di disponibilità totale ad andare ovunque in missione e senza condizioni secondo la volontà dell’Immacolata. Rimase in Giappone quasi tutta la sua vita, anche negli anni difficili della guerra, quando i Frati furono costretti al domicilio coatto in convento, e fu uno dei pochi a essere presente nel convento di Nagasaki durante l’esplosione della bomba atomica. Nel 1949 fondò la Congregazione delle Suore Francescane della Milizia dell’Immacolata, per coadiuvare il lavoro dei missionari in Giappone. Per cinque anni fu maestro dei Novizi e fu redattore del Seibo no Kisi (il giornale della M.I. giapponese). Portò sempre nel suo cuore e nei suoi ricordi gli anni passati con san Massimiliano, suo maestro e guida, e molti di questi li mise per iscritto in vari articoli sul Cavaliere dell’Immacolata giapponese. Benemerito per la carità, offrì la sua vita e le sue fatiche per la conversione del Giappone, dove morì nel 1989. Recentemente le Suore Francescane della Milizia dell’Immacolata hanno ripubblicato i suoi scritti, tra i quali anche i ricordi su san Massimiliano che presentiamo di seguito (1).

*  *  *

«Concedimi di lodarti, o Vergine Santissima!». Il giorno 14 agosto cade il 25° anniversario da quando il fondatore della Milizia dell’Immacolata finì il suo glorioso pellegrinaggio terreno e fu condotto al Cielo dall’Immacolata Madre di Dio.
Ho vissuto insieme con il servo di Dio Padre Massimiliano M. Kolbe sei anni, e così ho ricevuto da lui il benedetto dono della formazione e della direzione spirituale: per questa grandissima grazia voglio esprimere a Dio la mia più cordiale gratitudine. Perciò, tanto quanto mi assisterà la memoria, voglio descrivere in modo preciso [...] quello che vedevo con i miei occhi e udivo con i miei orecchi, quello che sentivo nel mio cuore e che oggi rivivo in maniera particolarissima. Umilmente e ardentemente prego nel mio cuore che questo mio desiderio, che mi spinge a scrivere, diventi la mia gioia particolare ricevuta da Dio e per la gloria di Dio.
Arriviamo dunque subito alla conclusione di ciò di cui vorrei scrivere. E cioè che tutta la vita di Padre Massimiliano M. Kolbe fu un perfetto e veramente eccezionale atto di amore verso l’Immacolata Madre di Dio. Ho letto e udito diverse cose sui Santi che hanno onorato particolarmente la Madre di Dio e l’hanno amata, ma posso dire di non aver mai sentito che qualcuno di loro abbia amato e onorato la Madre di Dio più di Padre Massimiliano M. Kolbe. Confermo ciò con le parole stesse di Padre Massimiliano: «Noi, cavalieri dell’Immacolata, mirando al più perfetto e più eccezionale amore, con quest’amore vogliamo amare l’Immacolata Madre di Dio. Se qualcuno in futuro insegnasse un amore ancora più perfetto verso la Madre di Dio, allora noi, cavalieri dell’Immacolata, dovremo realizzarlo per primi».
Dunque prego con il cuore prostrato davanti all’Immacolata Madre di Dio che Lei stessa diriga la mia mente, il cuore e la mano, e mi conceda di scrivere le memorie su colui che fu il mio più grande benefattore: Padre Massimiliano M. Kolbe.
Tutto è cominciato più di 40 anni fa. Mi ricordo che quando mio fratello maggiore Giuliano, che era Sacerdote nell’Ordine dei Padri Francescani Conventuali, venne nella casa paterna, gli posi una domanda: «Nel vostro Ordine di Francescani ci sono santi?». La risposta di mio fratello fu: «Sì, ci sono. Una moltitudine. Anche adesso nella nostra patria vive un santo». A questo punto mio fratello maggiore mi diede il nome di Padre Massimiliano M. Kolbe. Aggiunse che egli era un Sacerdote, aveva fondato la Milizia dell’Immacolata e curava l’edizione del Rycerz Niepokalanej (Il Cavaliere dell’Immacolata), un periodico letto molto volentieri nell’intera nostra Patria.
Quando udii da mio fratello maggiore queste parole, allora cominciai a leggere con grande rispetto il periodico Rycerz Niepokalanej, che arrivava nelle nostre case. Sempre leggevo per primi gli articoli scritti da Padre Massimiliano. Volevo ardentemente incontrare il Santo vivente, questo era il desiderio del mio cuore. Un giorno, tormentato da questo particolare desiderio, siccome non potevo incontrare Padre Massimiliano, gli scrissi una lettera. Lo feci velocemente, non riesco a ricordarmi che cosa scrissi. Di sicuro volevo confidare qualche cosa della mia anima. La risposta aspettata arrivò. Pieno di gioia, con orgoglio raccontavo a tutti che avevo ricevuto la lettera da un Sacerdote che aveva fama di santità. Purtroppo la lettera l’ho persa, ma nel mio cuore è rimasto profondamente impresso ciò che vi era scritto: che bisogna abbandonare tutto all’Immacolata Madre di Dio e che bisogna pregare molto la Madre di Dio.
Attraverso il Rycerz Niepokalanej, che arrivava ogni mese a casa mia, cresceva il mio amore da bambino verso la Madonna. Alla fine venne per me un tempo molto importante. Grazie alla guida di Maria, Madre di Dio, il desiderio di sposarmi, nascosto nel mio cuore dagli anni della fanciullezza, gradualmente scompariva. Germogliava nel mio cuore invece, sempre più forte, il desiderio di entrare nello stato clericale.
«Antek! (2) Non diventerai tu un prete?». Questa domanda, rivoltami da una signora, rimbombò fortemente nel mio cuore. Di sicuro avrà pensato che fossi adatto al Sacerdozio, vedendo come spesso pregavo davanti all’altare della Madonna.
Dopo un breve periodo di esperienza in diversi luoghi, tra i quali anche da tre sacerdoti diocesani, ricevetti dai genitori il permesso di diventare sacerdote. Fu risolta anche la questione se dovessi diventare un prete diocesano o religioso. I parenti dicevano: «Il fratello è un Sacerdote religioso, sarà meglio se il fratello minore diventerà un prete diocesano». Gli amici, i sacerdoti e perfino il Vescovo mi consigliavano di farmi Sacerdote diocesano. Mi impegnai seriamente nello studio, pregando particolarmente la Madonna affinché mi venisse mostrata la Volontà di Dio su questa questione. Agli inizi delle vacanze estive nel Rycerz Niepokalanej fu pubblicato un articolo sul reclutamento al Seminario Minore dei Padri Francescani a Leopoli. Riguardava la scuola media e superiore. Anche ora mi ricordo espressamente che mentre leggevo quell’annuncio il mio cuore batteva fortemente. Questo era il luogo dove dovevo andare. E davvero ci andai! Mio fratello maggiore avrebbe fatto certamente da mediatore in questa causa. E così fu, come avevo pensato. Quando presentai a mio fratello il mio desiderio, lui, senza tardare, scrisse al proprio Provinciale, il quale mi avrebbe permesso di entrare senza condizioni.
In questa maniera il giornale del servo di Dio Padre Massimiliano mi ha aiutato nel discernimento della mia vocazione.  

Note
1) Il seguente articolo è tratto da: Padre Miecislao M. Mirochna, Scritti scelti, Edizioni Padri Francescani Niepokalanów, traduzione italiana a cura di: Maciej Krzysztof Wojtal.
2) Questo era il nome di Padre Miecislao M. Mirochna da secolare.

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