SPIRITUALITÀ
Vergine, Custode dei vergini.
dal Numero 17 del 1 maggio 2016
di Paolo Risso

Nella santa Casa di Nazareth ha inizio il miracolo stupendo della “verginità cristiana”. Gesù, Maria Santissima e san Giuseppe si amano di un amore esclusivamente consacrato a Dio, e offrono al mondo e ai secoli l’esempio più pieno di carità teologale.

Dolce parola greca è “parthenos”. Stava a indicare la vergine, la fanciulla limpida e pura che non conosceva uomo, illibata nella sua carne e nel suo cuore, così come la divinità l’aveva generata. Dire “parthenos” nel mondo antico, era dire una realtà grande ed eccezionale, una creatura bella e forte, cara agli dèi, capace di intercessione con la sua purezza e il suo sacrificio, quello del cuore, senza escludere quello del corpo, per gli uomini peccatori.
“Parthenos”, la vergine. Profumo di giglio, olezzo di olocausto che sale dall’altare.
Ma greci e romani, nella loro concupiscenza, a volte scatenata, non ebbero un gran ritegno verso la vergine. I loro scritti sono spesso maleodoranti del peccato e del vizio della lussuria. “Parthenos”, la vergine, era l’eccezione. I romani faticavano a trovare poche vergini – le Vestali – per conservare acceso il fuoco della dea Vesta. Qualcuno dice che quando le avevano trovate, le facevano custodire dai soldati, ciò che è tutto dire.
Uomini e donne, rotti a tutti i vizi, poco per volta, erano diventati la regola, se non codificata, tuttavia accettata da molti, quasi come oggi, in cui rifiutato Dio, si è tornati pagani nella degradazione putrescente. Eppure, quasi nostalgia di una mitica età dell’oro, era rimasto il fascino della vergine: “parthenos”, “virgo”, ecco il fiore, il giglio, la rosa, la viola, il profumo dell’altare.

Gesù, il Cristo

Mentre i generali arroganti e lussuriosi di Roma avevano finito di costruire l’Impero sui sette colli del Tevere, nella terra di Giudea a Betlemme nacque Gesù, il Cristo. Era il Figlio di Dio venuto nel mondo, attraverso il seno della Vergine Maria profetata da Isaia (cf. 7,14) e persino da certi sapienti della terra. Maria di Nazareth, la Tutta Bella, la Tutta Santa, l’Immacolata fin dal primo istante del suo concepimento, libera da ogni macchia di peccato originale, la Piena di Grazia, la Vergine tutta consacrata a Dio.
Lui stesso, Gesù, il Vergine, l’Uomo tutto di Dio, anzi l’Uomo-Dio, il Figlio di Dio fatto uomo. «Chi mi convincerà di peccato?» (Gv 8,46), griderà un giorno ai suoi nemici. «Io vivo per il Padre» (Gv 6,57) affermerà con forza Lui, Gesù, l’Uomo di un solo Amore, l’Uomo tutto Amore, fatto Olocausto per Dio e per la salvezza degli uomini.

Una perla di ragazzo

Alla Madre sua, Vergine resa feconda dallo Spirito dell’Altissimo, a Gesù, Vergine e Martire, Dio ha dato un custode: Giuseppe di Nazareth, il Custode dei Vergini.
In mezzo alla gioventù della Galilea negli anni prossimi alla venuta di Gesù sulla terra, c’erano giovani ebrei, timorati di Dio, senza dubbio, i quali appena ventenni, come era usanza allora, cercavano la sposa e si facevano la loro famiglia. Ma c’erano pure giovani pagani, fenici, greci, romani e orientali – non per nulla la terra si chiamava “Galilea delle genti” – che di “connubi”, nella legalità e fuori della legalità, la sapevano lunga. Tra questi giovani, ebrei e pagani, viveva Giuseppe di Nazareth, di stirpe davidica, proveniente da Betlemme.
Da tutta l’eternità, Dio l’aveva scelto e preparato per farlo lo sposo verginale della più santa delle vergini, Maria, la Vergine per eccellenza, e il padre putativo di Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, il loro Custode davanti alla Legge d’Israele e davanti al mondo.
Si scrivono e si dicono molte cose spesso confuse e lontane dalla Verità, sullo sposalizio tra Maria e Giuseppe, sul turbamento di Giuseppe quando apprende che la sua castissima Sposa è diventata madre (cf. Mt 1,18-19). C’è chi arbitrariamente afferma che Dio “ha cambiato le carte in tavola” a Giuseppe, il quale, secondo costoro, avrebbe sposato Maria con l’intento di tutti i giovani del suo tempo: quasi che Dio si sia preso gioco di lui.
La verità su Giuseppe la spiega Maria Santissima stessa, all’Angelo che le ha annunciato che sarebbe diventata Madre del Figlio di Dio. Maria gli domanda: «Come può avvenire questo, se io non conosco uomo?» (Lc 1,34). Maria conosce con sguardo purissimo le leggi della trasmissione della vita. La sua domanda all’Angelo obbliga a pensare, anzi ad affermare che tra Lei e il suo Sposo, c’era un’intesa, un patto di reciproco rispetto, di verginità per entrambi, di consacrazione a Dio, di amore reciproco sì, ma nella carità teologale più alta in cui Dio è l’unico Amato e l’altro è amato soltanto in Lui.
La prima parola che l’umanità risponde a Dio nel Nuovo Testamento, tramite Maria, è questa parola di consacrazione totale a Lui, non soltanto sua, ma del suo Sposo, Giuseppe di Nazareth: parola di verginità, di purezza, di sovrumano candore, mirabile grazia dello Spirito Santo, in vista di Lui, Gesù, il Figlio di Dio incarnato, il più bello tra i figli degli uomini, il Santissimo per eccellenza.
Nessuno sorrida ironico: la Grazia di Dio, in ogni luogo e in ogni tempo, può compiere – ha compiuto – un miracolo così grande che nella “Galilea delle genti”, una ragazza quindicenne, Maria Santissima, e un giovane poco più che ventenne, Giuseppe, innamorati di Dio, possano offrirsi vero amore di carità nella verginità, nell’unico Amore che è Dio.
Così affermano gli esegeti più sicuri: «La parola di Maria all’Angelo [“Come può avvenire questo se io non conosco uomo?”] sono indice sicuro che Ella aveva deciso di rimanere vergine e lo aveva promesso a Dio e, che essendo fidanzata, su questo suo proposito era in pieno accordo con il fidanzato Giuseppe» (1).
Allo stupore di Maria, al nostro stupore, l’Angelo a nome di Dio, risponde: «Non temere... tutto è possibile a Dio» (Lc 1,30-37). Al turbamento di Giuseppe che, vergine e sposo di una vergine, vede in Lei i segni della maternità, l’Angelo risponde rassicurandolo: «È da Dio» (Mt 1,20).
Giuseppe ha il compito di introdurre legalmente il Figlio di Dio nel mondo. Egli è, nel mondo, non il genitore di Gesù, ma “l’ombra del suo Eterno Padre”, davanti agli uomini e alla Legge di Israele. Il Fiore più bello – che è il Figlio di Dio fatto uomo –, il Fiore più bello dell’eternità e dell’umanità, può nascere nel mondo soltanto in mezzo ai due fiori più belli preparati per Lui: Maria Santissima e san Giuseppe.
Questo insegna il Magistero della Chiesa, al quale ci atteniamo, nonostante e proprio davanti alle altre, spesso aberranti interpretazioni umane di oggi. Ci basta citare l’Enciclica Quamquam pluries di Leone XIII (1889) e la Redemptoris custos (1989) di Giovanni Paolo II che affermano e illustrano quanto noi abbiamo narrato.
Bestemmie abbiamo letto e sentito su questo punto, e con questo scritto come professione di fede nella divina Rivelazione, vorremmo riparare, almeno un poco, con un atto di amore: a Gesù, a Maria Santissima e a san Giuseppe. È una perla di giovane san Giuseppe, davvero un tesoro di ragazzo, un angelo in carne, davvero “l’uomo giusto”, cioè Santo, come lo definisce il Vangelo di Matteo (cf. 1,13). Nella sua casa di Nazareth, dove lui è il capofamiglia, comincia il miracolo stupendo della verginità cristiana. Quel miracolo continua da duemila anni nella storia.

Vergine e martire

 Nel mondo antico, “parthenos”, il vergine era eccezione. Nel mondo cristiano, anche immerso nel paganesimo di oggi, il vergine è norma, è regola, è ideale di vita. Ho pianto tutte le mie lacrime – di gioia – quando a un giovane trentenne, che quasi senza volerlo rivelava tutto il suo candore, ho detto: «Ma tu non ti sei mai smentito, sei sempre stato così, come il giorno del tuo Battesimo, della tua Prima Comunione», mi sono sentito rispondere: «Oh, sì, non sono mai stato cattivo, sono sempre stato buono... è Gesù che ci fa buoni... come un bambino».
Questo avviene anche oggi, 2016, in questo mondo definito da Papa Paolo VI «sfrenato nella carne e folle nello spirito» (25.11.1970) ed è un vero miracolo di Gesù vivo, operante nella storia. Gesù, Figlio della Vergine e Sposo dei vergini: sai dire quanti, affascinati da Lui, nei secoli, hanno lasciato l’amore umano per consacrarsi a Lui, primo ed ultimo Amore, unico Amore? Sapresti contare la schiera innumerevole di ragazzi e di giovani che per Lui non solo hanno consacrato la verginità, ma hanno sacrificato la vita?
È la schiera senza fine – schiera gloriosa che comincia con Giovanni il Discepolo vergine, il prediletto, con Stefano il proto-martire, e si snoda via via con Lucia, Agnese, Pancrazio, Tarcisio per giungere fino a noi, con i giovani Martiri dell’Uganda, immolato per non aver ceduto alle voglie insane di un re da foresta, con Maria Goretti, Pierina Morosini, Teresa Bracco, Clementina Anuarite... Rolando Rivi...
Di questi vergini, di questi Martiri, Gesù è il Modello supremo, Maria Santissima è la prima, Giuseppe è il custode: “custos virginum”, lo invocano le sue litanie. Verginità, martirio del cuore per Gesù, “il martirio bianco” per Gesù che per noi sul Golgota si è immolato. Vergini, miracolo stupendo, segno di Dio, che grida che la Chiesa è opera divina ed è abitata dal Figlio di Dio, Gesù, eternamente giovane e amante.
Sale ogni giorno il fango in questa società, anche contro i piccoli... Abbi l’orgoglio, giovane che leggi, di essere diverso da tanti falliti; insorgi ribelle al mondo per amore di Gesù, sulle orme di Maria Santissima e di san Giuseppe, e “dichiara guerra”, con la tua vita verginale e angelica, a questo mondo di peccato!
Se la scelta sta tra l’essere traditori di Gesù o eroi di Gesù, tra il diventare fedifraghi o martiri per Gesù, ebbene, non esitare: con la forza della preghiera e della Confessione-Comunione frequente e regolare, sii anche tu anti-conformista, va’ contro-corrente nel modo assoluto: vergine e martire di Gesù. Sii angelo in carne. Maria è la tua Mamma; san Giuseppe il tuo custode. Gesù è la Tua vita e il tuo Premio eterno.  

Nota
1) P. Alberto Vaccari, SJ, in La sacra Bibbia, vol. VIII, I Vangeli, Salani, Firenze 1950, p. 196.

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