ALLA SCUOLA DI PADRE PIO
Rachelina, una “perla” di San Pio
dal Numero 35 del 7 settembre 2014
di Suor M. Gabriella Iannelli, FI

La vita di Rachelina Villani, volata al Cielo lo scorso agosto, è stata uno specchio di purezza, candore, e fede limpida, custoditi, attraverso i suoi lunghi 79 anni, con fortezza, sempre memore dei consigli del suo amato Padre spirituale.

Il 5 agosto 2014, nella candida festa della Madonna della neve, Rachele Villani da tutti conosciuta come Rachelina ha lasciato questa terra per unirsi a Gesù e all’Immacolata, da lei amati con una straordinaria purezza di cuore.
Rachelina è nata a San Marco in Lamis il 29 gennaio 1935. Dopo solo un mese dalla nascita un avvenimento misterioso: verso sera, mentre la santa mamma culla la sua bimba tra le braccia, da una porta della casa entra improvvisamente una donna alta, con una lunga treccia bionda che si avvicina alla mamma e con fare arrogante le strappa la bambina dalle braccia e la scaraventa sotto il letto. La mamma perde le forze e non riesce né a parlare né a gridare; il misterioso personaggio esce dalla stessa porta dalla quale era entrato. Alla scomparsa della donna, l’angosciata mamma riprende forza, si prostra sotto il letto e a malapena riesce a tirare la bambina che piange inconsolabile, ma è sana. In questo misterioso avvenimento il parroco intravede l’odio del demonio per questa bimba che probabilmente farà tanto bene.
Rachelina sin da piccola si distingueva tra le altre per il suo amore a Gesù e alla Madonna, per un particolare candore, per i suoi consigli, per il suo zelo, tanto che nel gruppo delle amichette la chiamavano la “santina”.
A nove anni il primo incontro con San Pio da Pietrelcina. Molti partivano da San Marco per incontrare San Pio. Partirono anche Rachelina e la sua sorella minore, Lucia, insieme ad un gruppo di ragazzine, guidate dai catechisti e dal parroco per avere la benedizione dal Santo, in occasione della Prima Comunione. Tutti portavano una offerta a San Pio, ma, non avendo denaro o beni in natura da portare, Rachelina pensò di offrire al Santo non un contributo materiale bensì quello del sacrificio: le due bimbe di nove e sette anni fecero tutto il percorso a piedi da San Marco portando nelle scarpe dei chicchi di mais, con tutti i disagi e le conseguenze che possiamo immaginare. Successivamente, Rachelina ebbe modo di confessarsi con San Pio ma questa prima Confessione con il Santo non fu tanto felice per lei, mentre per San Pio dovette essere una gran consolazione. La bambina stranamente non ricevette l’assoluzione, ma San Pio nel negargliela sorrideva e la invitava a tornare ancora; il Santo non diede l’assoluzione perché, probabilmente, non vi erano peccati da assolvere e anche perché desiderava che la bambina tornasse ancora da lui. Dal canto suo la bambina ne fu desolata. Pensò di avere peccati così gravi da non meritare l’assoluzione e pianse a lungo, inconsolabilmente. Solo il parroco riuscì a calmarla confessandola lui e assicurandole che i suoi peccati erano stati assolti. Il rapporto di Rachelina con San Pio continuò a intervalli regolari: ogni settimana, ella partiva da San Marco per confessarsi o solo per partecipare alla Santa Messa e ricevere la sua benedizione.
Rachelina era una ragazza molto bella: capelli lunghi e biondi, raccolti in trecce, occhi chiari e luminosi, un volto dolce e regolare. Durante la sua malattia, quando alcune volte le stavo vicino quando lei era a letto, mi incantavo a guardarla: aveva 79 anni, era ammalata gravemente, ma aveva un volto bello e radioso che mi richiamava la Madonna. Le dicevo: «Rachelina, assomigliate alla Madonna!». Lei si schermiva ed io aggiungevo per rassicurarla nella sua umiltà: «Assomigliate alla Madonna perché l’amate. Chi la ama le somiglia». Se così era negli ultimi giorni della sua vita, cosa sarà stata da giovane?
Il papà, che era in Australia per lavoro, fece giungere alla figlia una attraente proposta di matrimonio: un ebreo ricchissimo aveva visto la foto di Rachelina e ne era rimasto talmente affascinato che voleva sposarla. Il papà ne sarebbe stato contento e invitava la figlia ad andare in Australia e ad accettare la proposta, dicendole che se avesse sposato quel ragazzo sarebbe divenuta proprietaria di mezza Australia. Rachelina era già tutta di Gesù e non si sarebbe sposata, tanto meno con un ebreo, “neppure se fosse divenuta la padrona di tutta l’Australia” secondo le sue stesse parole, ripetute anche alcuni giorni prima di morire, in una delle poche occasioni in cui riusciva ancora ad esprimersi. Per avere una conferma di questa sua decisione volle chiedere consiglio anche a San Pio il quale le rispose con le parole del Vangelo: «Non date le perle ai porci».
Rachelina era davvero una perla ed aveva un rifiuto istintivo di tutto ciò che anche minimamente poteva appannare il suo candore verginale; sin da bambina non voleva in alcun modo avere a che fare con gli uomini e arrivò persino a rifiutare di andare alle scuole medie perché erano diventate scuole miste, che accoglievano nella stessa classe maschi e femmine. A soli 15 anni, con il permesso del suo eccellente parroco don Matteo Nardella, morto anch’egli in concetto di santità, fece il voto di castità, scegliendo la via della verginità che tanto le era cara, vivendolo per tutta la sua vita con una tale modestia e illibatezza che penso sia difficile eguagliare. Il suo più grande martirio, durante la malattia, è stato quello di non essere più autosufficiente e di dover lasciarsi aiutare da altre persone. Davvero una candida perla... una perla di San Pio.

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