LA PEDAGOGISTA
Il caso della dislessia (sesta parte)
dal Numero 19 del 12 maggio 2013
di Teresa Mancini

Vi sono infine altre strategie utili a favore del bambino dislessico, per quanto concerne la tendenza a stancarsi facilmente e per la lunghezza dei tempi di recupero:
- fissare interrogazioni e compiti programmati evitando di spostare le date;
- evitare la sovrapposizione di compiti e interrogazioni delle varie materie, evitando possibilmente di richiedere prestazioni nelle ultime ore;
- elasticità nella richiesta di esecuzione dei compiti a casa per i quali è necessario istituire un produttivo rapporto scuola-famiglia-tutor;
- controllo della gestione del diario;
- dare più tempo per eseguire lo stesso compito;
- usare in modo frequente la gratificazione e ogni forma di rinforzo positivo.
In generale, nei processi di verifica/valutazione, l’attribuzione del voto, a cui tutti gli alunni tengono molto, verrà effettuata in modo differenziato rispetto ai parametri normali: non sono da considerare gli errori di ortografia, i contenuti di tipo squisitamente mnemonici, i tempi di esecuzione della prova, l’autonomia nella comprensione e nell’attuazione delle consegne, la velocità e scorrevolezza di lettura, la capacità di intervenire nel dialogo educativo in modo costruttivo, gli errori di calcolo aritmetico. Le interrogazioni possono essere programmate specificando gli argomenti e l’alunno può essere avvisato dieci minuti prima per prepararsi psicologicamente e per ripassare.
Ciò che è stato sottolineato e proposto è solo un esempio di ciò che si può porre in atto, a scuola e a casa, per una uniformità degli esiti, senza mai perdere di vista che sforzo, buona volontà, rispetto delle regole e senso di responsabilità vanno pretesi, in modo proporzionale alle proprie capacità e possibilità, anche dal dislessico.
Sono comuni certi pregiudizi sulla dislessia; per superarli basti leggere l’elenco di persone, sicuramente dislessiche, che segue: Carlo XVI (attuale re di Svezia), Carlo Magno (imperatore), Cher (cantante), Muhammad Ali (alias Cassius Clay, pugile), Harry Bellafonte (cantante), Napoleone Bonaparte (imperatore), Hans Christian Andersen (scrittore), Winston Churchill, Tom Cruise (Attore), Leonardo da Vinci (probabilmente), Albert Einstein (scienziato), Walter Elias Disney (Walt Disney), Henry Ford (imprenditore), Galileo Galilei, John F. Kennedy, William Lear (inventore), Isaac Newton (fisico), George Patton (generale), Nelson Rockfeller (imprenditore), Lee Ryan (cantante), Quentin Tarantino (regista), George Washington (primo presidente degli Stati Uniti), W. B. Yeats (poeta, premio Nobel per la letteratura nel 1923). Solo per citarne alcuni tra i più famosi.
Le persone elencate hanno tutte un QI nella norma o addirittura superiore, questo significa che i dislessici non hanno un ritardo cognitivo, ma, semplicemente, possiedono un modo diverso di apprendere rispetto a quelli che sono i canoni della maggior parte delle persone, che fa di loro, spesso, delle persone eccezionalmente creative. Ciò non significa che tutte le persone dotate di grande fantasia sono dislessiche, ma la fantasia e la creatività sembrano essere una caratteristica comune a molti dislessici. Sta a noi adulti, genitori e insegnanti in particolare, cogliere “gli spazi di eccellenza” che il disturbo spesso ci regala per valorizzarli e porli in atto.

Fine sesta ed ultima parte

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