LA PEDAGOGISTA
Mondo digitale e formazione della persona (prima parte)
dal Numero 6 del 10 febbraio 2013
di Teresa Mancini

Vogliamo iniziare, ora, ad osservare e ad approfondire un aspetto peculiarissimo del nuovo scenario culturale, molto importante poiché incide direttamente e con forza sulla crescita e sulla formazione dei nostri figli, dato che ha determinato un “nuovo ambiente di apprendimento”: il mondo digitale, il cosiddetto “mondo virtuale”. Se non esploriamo e conosciamo questo mondo, non potremo capire i nostri figli e il cosiddetto “gap generazionale” ci soverchierebbe e ci farebbe fuori come educatori.
L’ambiente di apprendimento dei nostri bambini, come abbiamo già messo in evidenza in altre occasioni, non è più caratterizzato, infatti, dal libro, ma dal computer e dalla tecnologia informatica, in generale. Nella cameretta dei nostri figli non ci sono più il libro Cuore, I viaggi di Gulliver, il gioco della Dama, ma l’i-Phone, il tablet, il PC, la web cam, i social network (Twitter, Facebook)... c’è un nuovo vocabolario da imparare!? Cosa ne consegue? È solo una questione di diverso modo di occupare il proprio tempo libero, connotato dai tempi? Se così fosse, non staremmo qui a parlarne. In realtà, anche questa volta c’è da far squillare il segnale di pericolo.
Abbiamo, infatti, già sottolineato, parlando dell’adolescenza, come durante le numerose ore che i nostri bambini, i nostri adolescenti e “non” (anche gli adulti!) trascorrono davanti al computer o con il cellulare in mano, nella loro vita digitale, cioè nel ginepraio fittissimo di relazioni (pseudo relazioni!) e rapporti che instaurano con le tecnologie informatiche, essi vengono investiti da una valanga di emozioni “via server”, ma non stabiliscono i legami, non provano i sentimenti che sono propri della vita umana.
Continuando questo discorso, ci poniamo il duplice obiettivo di fare chiarezza sui rischi che corrono i nostri figli in crescita e di non farci trovare impreparati nell’affrontare le difficoltà e le emergenze educative.
Va innanzitutto premesso che non siamo contro la nuova tecnologia informatica né vogliamo vivere fuori dal mondo. Tutt’altro: lo vogliamo comprendere e dominare. Il Signore ha donato all’uomo ogni cosa, perché la usasse per il suo bene, anche la tecnologia avanzata! Inoltre non va trascurata e sottovalutata la portata innovativa nell’impiego che si fa dell’informatica nel campo del lavoro, dell’economia, della didattica e dell’insegnamento. Non a caso ormai tutte le scuole si vanno corredando delle LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) che hanno quasi completamente sfrattato la lavagna di ardesia, rendendo nuove e alternative le metodologie soprattutto nel recupero, nel consolidamento e nel potenziamento delle attività didattiche. Senza contare l’incalcolabile e prezioso apporto che l’uso della tecnologia informatica ha nel processo di normalizzazione dei diversamente abili. Non ci stiamo contraddicendo: il computer come strumento è una gran bella invenzione, ma se usato appunto come strumento; diventa un grosso problema se surroga la vita, se sostituisce ai legami le emozioni, se soppianta la realtà e la fantasia con la virtualità dei rapporti.
Non vogliamo rinunciare al computer, ma non ne enfatizziamo l’importanza: è un ottimo strumento per studiare, lavorare, informarsi, trasmettere notizie, ma non può diventare strumento di solitaria trasgressione, di isolamento. Il pericolo più grave: che progressivamente il mondo virtuale rubi spazio al mondo reale e al mondo immaginario…

Fine prima parte

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits