FEDE E RAGIONE
Le cellule e il mistero della vita
dal Numero 49 del 15 dicembre 2013
di Antonio Farina

Non solo il macrocosmo con le sue galassie e pianeti, ma anche la stupefacente perfezione del microcosmo, come il funzionamento delle cellule, perfettamente efficienti e organizzate fin nei minimi dettagli, mostra la meravigliosa perfezione e sapienza dell’Onnipotente.

Che cosa hanno in comune un lembo della nostra pelle e la buccia lucente di una mela? Oppure cosa assimila il nostro sangue al succo di una bella arancia rossa? La prima risposta che viene in mente è che tutte queste cose fanno parte del variegato e multiforme mondo della vita: regno animale o regno vegetale gli organismi sono costituiti di cellule. Milioni, miliardi di cellule tutte ben distinte e organizzate, tutte intente a compiere momento per momento il compito che è stato loro assegnato, in un umile, silenzioso, anonimo lavorio che è invisibile ad occhio nudo ma che pure è reale, effettivo. Se le cellule smettessero di funzionare il nostro corpo morirebbe, la mela si disidraterebbe e marcirebbe, un albero si seccherebbe, un elefante si schianterebbe al suolo e diventerebbe uno scheletro e così via. Dal microbo (batterio) unicellulare fino alle balene che pesano decine di tonnellate, dal fiorellino di campo fino alla foresta amazzonica, tutti gli organismi viventi sono costituiti di cellule. Noi siamo fatti da qualcosa come 100.000 miliardi di cellule! Le cellule sono molto piccole. Un quadratino minuscolo di 2 mm di lato sul dito contiene circa mille cellule della pelle.
Tutti i componenti di una cellula hanno una funzione definita:
- Reticolo endoplasmatico: un fluido con un sistema di trasporto di sostanze della cellula.
- Lisosomi: dove le sostanze nocive i prodotti del metabolismo sono eliminati.
- Mitocondri: la “centrale energetica” della cellula in cui si produce energia.
- Nucleo cellulare: dove si trovano i cromosomi (fatti di geni) che “governano” tutta l’attività della cellula, da ciò che produce (proteine) fino al modo di riprodursi e poi morire.
Sebbene si possa dire che tutte le cellule del corpo siano “costruite” sullo stesso modello, noi non siamo un  semplice “ammasso” di 100.000 miliardi di cellule uguali. Esse si possono distinguere in circa 250 tipi differenti. Ci sono cellule nervose, muscolari, ossee, sanguigne... esiste una cellula particolare per il fegato (epatocita), ne esiste un’altra che forma i muscoli, un’altra ancora per il sistema nervoso (neurone), per il sistema immunitario (globulo bianco), queste a loro volta si dividono in leucociti, T-helper, macrofagi... oppure nel sangue ci sono i globuli rossi che trasportano l’ossigeno in tutti i tessuti, le piastrine che riparano le ferite, i globuli bianchi che ci difendono dalle infezioni... Le cellule sono perfettamente organizzate tra loro, e ognuna adempie a una funzione ben determinata nell’organismo come in una meravigliosa sinfonia in cui ogni strumento musicale unisce la sua voce a quella degli altri. Le cellule muscolari, per esempio, permettono di muoverci, mentre è grazie a quelle nervose che possiamo sentire caldo, freddo o dolore, e grazie agli osteociti (le cellule che producono l’osso) stiamo in piedi.
Come faccia a “vivere” una cellula è un mistero per la scienza perché avvengono al suo interno fenomeni biochimici complessissimi guidati da forze che sono tuttora sconosciute (vedi per esempio la replicazione cellulare) ma da circa mezzo secolo in qua si è capito un po’ come il buon Dio ha progettato ed organizzato la vita di una cellula. Nel nucleo ci sono 46 “organelli” detti cromosomi, ce ne sono sempre due che si “assomigliano” perciò si parla di 23 coppie di cromosomi, sono numerate da 1 a 22 mentre l’ultima coppia è invece particolare: essa determina il sesso dell’essere umano. Per questa ragione questi due cromosomi sono chiamati “cromosomi sessuali”. Nelle femmine questa coppia è formata da due cromosomi “X”, mentre nei maschi la coppia è formata da un cromosoma “X” e da uno “Y”. Il numero di cromosomi varia in funzione della specie. Le scimmie hanno cellule con 48 cromosomi, i cani 78, i gatti 38, le zanzare 8 e i cavolfiori 18... in perfetta consonanza con quanto è scritto nel Libro della Genesi che Dio creò gli esseri viventi «secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie. E così avvenne» (Gen 1,24). Quando un uomo e una donna generano un figlio questo riceve 23 cromosomi dal papà e 23 cromosomi dalla mamma e perciò somiglia ad entrambi. Ciascuno dei 46 cromosomi è costituito da un lungo filamento molto sottile che contiene una serie di “geni” cioè delle sequenze particolari di DNA.
Il DNA è l’Acido DesossiriboNucleico una sorta di “catena chimica” composta in realtà da due filamenti paralleli uniti tra loro da legami trasversali, che si attorcigliano intorno al proprio asse. Sembra una scala a chiocciola con due rampe laterali mantenute insieme dagli scalini. Tecnicamente si parla di doppia elica. 
Le caratteristiche di un essere vivente sono in qualche modo “scritte” nei suoi geni. Si potrebbe dire che ogni uomo e ogni donna è una parola ben precisa uscita dalla bocca del Creatore! Ognuno di noi è un “esemplare” unico ed irripetibile. Ci sono infatti delle lettere chimiche nel filamento genetico: in ciascuno dei due filamenti si trovano gli stessi componenti. Queste “lettere” sono sostanze chimiche: l’Adenina, la Timina, la Guanina e la Citosina. Esse vengono designate, rispettivamente, dalle lettere A, T, G e C, l’alfabeto genetico quindi ha solo quattro lettere, ma con esse si determina completamente l’organismo di ogni essere vivente, che si tratti di uomo, animale, pianta o batterio. Le lettere formano delle coppie: i quattro componenti, l’Adenina (A), la Timina (T), la Guanina (G) e la Citosina (C), si assemblano sempre in coppie complementari: A fa coppia sempre con T, mentre G sempre con C. Le altre combinazioni, per esempio A e G, o C e T, non sono possibili. Pertanto conoscendo l’ordine delle lettere su di un filamento si possono individuare  quelle dell’altro filamento che gli sta difronte. Per esempio, se si legge da una parte ATGGTGCA, la sequenza delle lettere sull’altro sarà TACCACGT. Proprio questo “meccanismo a chiave” o “a combinazione” fa sì che quando la cellula somatica si divide in due srotolando il suo DNA per generare una cellula figlia, questa è perfettamente uguale alla madre. In tal modo il nostro corpo si rigenera continuamente e noi siamo formati da cellule sempre nuove anche se poi col tempo si verifica il fenomeno dell’invecchiamento.
Ma a che cosa servono tutte queste “informazioni” contenute nel DNA? Ebbene il DNA è come un libro di “ricette” ogni cellula lo legge nel “capitolo” che la riguarda: la cellula del sangue lo legge per produrre l’emoglobina che trasporta l’ossigeno in tutto il corpo, la cellula del muscolo per produrre la miosina che è il costituente della fibra muscolare e così via. In tutte le cellule si trova lo stesso libro, con la stessa successione di lettere. Una particolare cellula legge però solo le frasi (geni) del capitolo che contengono le informazioni che le sono necessarie per poter compiere la funzione che essa ha nel corpo. Una cellula sanguigna, infatti, non legge le stesse frasi (geni) di una cellula muscolare ed analogamente una cellula renale legge tutt’altro rispetto ad una cellula epatica. 
Ancora più sbalorditivo è il sistema con cui la cellula “fabbrica” la sua (o le sue) particolari proteine. Le proteine sono i mattoni con cui sono fatte le cellule e tutti gli altri elementi del corpo, dal sangue alla pelle, dal tendine al capello. Esse sono composte da lunghe catene di elementi base chiamati amminoacidi. Esistono 20 amminoacidi diversi; ciascuna tripletta di quelle lettere che abbiamo detto più sopra (A, T, G, C), rappresenta un determinato amminoacido. GUC, per esempio, corrisponde all’amminoacido chiamato “valina”, mentre CAC alla “istidina”. Questo codice permette alla cellula di “tradurre” le parole di tre lettere contenute nel DNA in amminoacidi, e questo viene detto codice genetico. Quando i ribosomi (nei quali avviene materialmente l’assemblaggio delle proteine) leggono una frase (copia del gene) per gruppi di tre lettere, essi sanno esattamente quale dei venti amminoacidi è associato ad ogni parola di tre lettere, e qual è la loro sequenza. I ribosomi assemblano gli amminoacidi uno dopo l’altro fino ad ottenere la proteina completa. È così che una cellula produce l’unghia, un’altra il capello, un’altra ancora l’osso, un’altra il tessuto dell’occhio, la cornea e così via. Insomma ogni cellula viva dei miliardi e miliardi che compongono il nostro corpo è una sorta di stabilimento industriale precisissimo e complessissimo che produce proteine ubbidendo ad un silenzioso comando.
è manifesta l’esistenza di un Sommo Progettista che con Sapienza infinita ha intessuto l’essere umano e tutti gli esseri viventi costruendoli da elementi inanimati. Dinanzi a tali prodigi Don Dolindo Ruotolo esclama: «La creazione è come l’alfabeto di Dio, è la lingua con la quale (Egli) ci parla della sua Onnipotenza, del suo Verbo Eterno e del suo Eterno Amore» (La Sacra Scrittura – Genesi, p. 109).
Se l’Essere Umano è così nobile di natura che la perfezione del corpo materiale in qualche modo spinge l’intelletto a credere nella esistenza di Dio, quanto mai sarà stupefacente e rivelatrice la sua parte spirituale? L’Anima, capolavoro di Dio, è infusa direttamente nel corpo e gli dona quel soffio di Vita soprannaturale che informa tutto il corpo. Che Mistero affascinante siamo noi che siamo stati creati ad immagine e somiglianza dell’Altissimo. L’essere autoconsapevoli di tale nobiltà eleva l’Uomo al di sopra di ogni altra creatura ed è alla base di quel rispetto reciproco che l’umanità, purtroppo, sta completamente perdendo.

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