I FIORETTI
“Dov’è Antoniuccio?”
dal Numero 45 del 15 novembre 2015

Il mistico Cappuccino del Convento di Santa Maria delle Grazie ebbe il dono di conoscere la sorte delle anime. Il Signore gli diede anche la possibilità di conoscere in quale stato esse si trovassero. I suoi figli spirituali ed i suoi penitenti in genere, in casi particolari e più volte disperati, ricorsero a lui per avere notizie di persone care, passate all’altra vita e sapere se si fossero salvate.
Gherardo Leone, sulle pagine della rivista Casa Sollievo della Sofferenza nell’anno 1979, scrisse: «I rapporti di Padre Pio con l’aldilà non sono semplici supposizioni. Più volte Padre Pio ha mostrato di aver avuto dei contatti col mondo soprasensibile.
Le sue parole non si prestano a equivoci: sono chiare e precise. Personalmente, io ho potuto seguire un caso di grande importanza. Protagoniste le sorelle Florio di Pietrelcina.
Queste buone e brave creature hanno abitato quassù dal 1945 al 1977: trentadue anni, in una casetta a poche decine di metri dal Convento. Una caduta rovinosa di una di loro, Caterina, e la conseguente invalidità, le aveva strappate per sempre al loro paese. Prima per le cure necessarie in ospedale. Poi perché Caterina, anima di grande sensibilità e di grande intelligenza, non si sentiva di vivere menomata al suo paese. Solo la vicinanza a Padre Pio, la sua parola, il contatto col suo clima poteva darle un po’ di conforto. Più volte Padre Pio si recò a trovarla nella sua casetta. Poi dovette contentarsi solo delle parole che aveva da lui tramite la sorella Enrichetta.
Questa semplice, innocente creatura, d’una linearità eccezionale, parlava con Padre Pio con la naturalezza dei puri. Le sue domande erano spesso audaci. Ma Padre Pio le rispondeva sempre. Qualche volta taceva, ma Enrichetta tornava alla carica la volta seguente, e Padre Pio cedeva.
La chiamavano “bocca della verità”, perché non si permetteva né di aggiungere né di togliere niente a quanto Padre Pio le diceva. Le parole di Padre Pio venivano trascritte seduta stante, e formavano testo per tutti.
Nel 1952 le sorelle Florio perdettero un fratello adoratissimo. Era emigrato in America nel 1927 e non l’avevano più visto. Antonio morì immaturamente e inaspettatamente gettando nello schianto le sue quattro sorelle. Si aggrapparono alla parola di Padre Pio come a un’ancora. A ogni Confessione Enrichetta chiedeva qualcosa del fratello». Ed ecco i dialoghi testuali tra lei e Padre Pio:
27 settembre 1952: «Si è salvato».
6 ottobre: «L’ho assistito visibilmente e invisibilmente. Lui mi ha visto. Chiederò al Signore di parlargli in Purgatorio».
24 ottobre: «Antoniuccio prega per voi e aspetta la carità della vostra preghiera per andare al più presto in Paradiso».
28 ottobre: «Lui ha capito che doveva lasciare la famiglia ed ha fatto l’atto di rinuncia».
13 novembre: «Le visite di suffragio gli sono giovate moltissimo. Antoniuccio sta nell’anticamera del Paradiso».
20 novembre: «Lo porterò prestissimo in Paradiso».
29 novembre: «Non andrà a lungo».
8 dicembre: «È prossimo».
17 dicembre: «Vi è una buona speranza per Natale».
26 dicembre: «Apri il cuore alla speranza, perché è prossimo».
5 gennaio: «Sta lieta, perché sta vicino. Un altro piccolo salto manca. Un altro saltellino e si abbraccerà con i tuoi genitori».
17 gennaio: «Antoniuccio sta in Paradiso, dal giorno avanti l’Epifania».
Dalle domande e dalle risposte citate, si può notare l’immensa fiducia che le persone riponevano nelle parole di Padre Pio e la certezza con cui lo Stigmatizzato del Gargano dava le sue risposte, perché vedeva chiaramente nella luce di Dio la situazione particolare di certe anime.

Giuseppe Curci,
Padre Pio e l’aldilà,
pp. 85-87

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits