I FIORETTI
Pietrelcina: l’onore di “un” paesano
dal Numero 33 del 23 agosto 2015

Padre Pio era sempre felice quando i suoi compaesani gli facevano visita. Li riceveva con particolare affetto. Voleva saper notizie di Pietrelcina e delle famiglie «pucinare».
Appena mi vedeva comparire, se era circondato da confratelli o amici, diceva additandomi: «Domandategli di che paese è lui»; e si divertiva quando io rispondevo che ero di Pietrelcina.
Un giorno, nella sua cella n. 1, stavano Padre Onorato Marcucci ed altri confratelli e, nell’arrivare, entrai per salutarlo; e Padre Onorato: «Padre spirituale, vedete chi arriva», disse; e Padre Pio gli rispose: «Eh paisà, digli forte a chi sei paesano; e poi digli che stiamo anche vicini di casa».
Con quella battuta voleva dire che era un onore essere suo compaesano; ma per me e per i Pietrelcinesi, oltre ad essere un onore, è una grande responsabilità.
Quante volte se eravamo soli, mi diceva con voce supplichevole: «Fra Modestino, ti chiedo un favore: non facciamo scomparire (far brutta figura) il nostro paese».
Nel dicembre del 1950 io mi trovavo ancora a Pietrelcina.
Il Superiore dell’epoca, Padre Alberto D’Apolito, poiché fervevano i lavori per completare la chiesa nuova del convento, mi chiamò e mi disse: «Fra Modestino, devi andare a San Giovanni Rotondo a prendere dei pezzi di stalattite che servono per la zoccolatura della chiesa. Li troverai nel cantiere della clinica».
Accettai immediatamente, felice di riabbracciare Padre Pio. Feci un viaggio molto scomodo. Quando finalmente arrivai, corsi dal Padre.
Lo trovai nel corridoio della portineria, solo.
Ci abbracciammo. Poi: «Ehi, uagliò – mi disse –, che sì venut’a fa?». Risposi: «Padre mio, mancano due strisce di marmo per la nostra chiesa e sono venuto a prenderle qui: aspetto che me le preparino per portarle via». E Padre Pio: «Fa’ tutto quello che devi fare e parti subito».
Sgomento, vidi sfumato il mio sogno di stare un po’ di giorni con lui, ma non mi arresi: «Padre, non ancora ho fatto le altre commissioni che mi hanno affidato. Come posso partire?». E Padre Pio, con incalzante insistenza: «Troverai tutto pronto. Devi partire!».
Con tutta l’ingenuità di cui disponevo riprovai: «Padre, ma io sono venuto soprattutto per stare due giorni con lei».
E Padre Pio, deciso: «Devi partire subito! Non sai domani che cos’è?».
Mi sforzai invano di ricordare. Se ne accorse e mi aiutò: «Sai, domani è il 3 dicembre. È la festa della Madonnella nostra; oh!, potessi venirci anch’io».
Non replicai più e partii con la corriera delle 15.

Fra Modestino da Pietrelcina,
Io... testimone del Padre,
pp. 45-47

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