I FIORETTI
Nel salottino del convento
dal Numero 27 del 5 luglio 2015

Un giorno, io e mio cugino Cosimo Iadanza, avvertimmo un trasporto tutto particolare verso Padre Pio che si faceva voler bene sempre di più.
Approfittando di un momento in cui se ne stava solo nel salottino, ci avvicinammo a lui e cominciammo ad esternare il nostro affetto con effusioni filiali.
Padre Pio, sorridendo, ebbe a dire: «Ma che cosa volete da me?!». Rispondemmo: «Padre, le vogliamo tanto bene». «Anch’io vi voglio bene – aggiunse –. State tranquilli».
Gli altri compaesani, Antonio Cardone e Nicola Orlando, notarono quelle effusioni e, con un pizzico di gelosia, fecero qualche mormorazione. Il Padre se ne accorse e chiese: «Cosa hanno da dire quei due?». Risposi: «Che a me e a mio cugino Cosimo lei vuole più bene che a loro!». Padre Pio allora disse: «Io voglio bene a tutti anche se c’è sempre un po’ di differenza».
Il superiore del convento allora intervenne e domandò al Padre: «Questo tuo paesano – e additò me – si farà o non si farà frate?». «Eh, sì che si farà», rispose lui e guardò lontano.
L’intimità di quell’incontro fu violata dalla visita di alcuni ufficiali di Grottaglie. Dopo le presentazioni ed i convenevoli Padre Pio divenne serio e disse: «Eh, guagliò, voi avete tutti moglie e figli? Camminiamo diritti sennò, nell’altra vita, il primo a giudicarvi sarò proprio io, e dirò al Signore che prima avete burlato me, sulla terra, e dopo Lui!».
Probabilmente ognuno di quegli ufficiali doveva rimproverarsi qualcosa, giacché se ne andarono mogi mogi, dopo aver salutato il Padre e i presenti.

*  *  *

Un altro giorno, andai in paese per delle compere ed acquistai, per conto di alcune persone, oggetti religiosi, che avrei dovuto far benedire a Padre Pio, ed una bottiglia di vino per me.
Quando risalii in convento, andai dal Padre che stava leggendo nel salottino e, dopo avergli fatto benedire gli oggettini religiosi, gli dissi: «Padre, benedica pure questa bottiglia di vino».
Padre Pio mi accontentò, poi, con aria sorniona aggiunse: «Beh, ho fatto il primo miracolo stamattina».
Chiesi: «Padre, che miracolo?». Rispose: «Ho fatto diventare vino il contenuto di questa bottiglia». Replicai: «Ma Padre, questo era già vino». Padre Pio tentennò il capo e mi guardò con aria di commiserazione.
A pranzo consumai con i miei compaesani quel vino che da tutti venne trovato eccellente e squisito.
Solo dopo alcuni giorni seppi con stupore che il gestore della trattoria presso cui avevo comperato quella bottiglia «faceva il vino non con l’uva ma con le cartelle» e della peggiore qualità.
In paese, infatti, tutti definivano imbevibile quell’intruglio.
Così compresi ciò che il Padre mi aveva detto nel salottino e, più ancora, compresi il valore della sua benedizione!

Fra Modestino da Pietrelcina,
Io... testimone del Padre,
pp. 23-24

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