I FIORETTI
La rivincita delle anime del Purgatorio
dal Numero 45 del 16 novembre 2014

C’è un episodio poco conosciuto della vita di Padre Pio che merita di essere raccontato, perché riguarda un aspetto della vita nella Comunione dei santi della Chiesa.
Un giorno Padre Pio leggendo un libro fu colpito da una frase che l’autore aveva inserito nel testo e nella quale affermava che non era possibile che le anime del Purgatorio potessero pregare per i viventi e, soprattutto, che non era necessaria quella preghiera per la nostra salvezza.
«Non potrò mai convincermi» disse Padre Pio, raccontando ai confratelli quanto aveva letto. «Ho dovuto chiudere il libro, perché mi ha sconvolto. No, no, non è possibile che le anime del Purgatorio non ripaghino le nostre preghiere».
Padre Agostino, confessore e direttore spirituale di Padre Pio, presente alla conversazione che seguì l’affermazione di Padre Pio, fu indirettamente coinvolto in questa storia. Si era nel primo pomeriggio, dopo il pasto fraterno del mezzogiorno.
Erano le due del pomeriggio e i frati a quell’ora si ritiravano nelle proprie celle per l’ora del silenzio conventuale, prima della recita liturgica del “vespro”. Arrivati davanti alla soglia della sua stanza, padre Agostino, congedando i confratelli, troncò la discussione con il suo modo sbrigativo e deciso, abituato come era a fare il superiore e a risolvere i problemi sul piano pratico: «Qualunque cosa questi scrittori dicano, preghiamo sempre per le anime del Purgatorio e di sicuro riceveremo qualcosa in cambio».
La sera stessa, all’ora dell’Ave Maria, all’imbrunire, si recitava un’altra volta l’Angelus, padre Agostino era insieme ad altri in preghiera nel coro della chiesetta. Un frate si alzò dal suo posto e andando verso la sua cella passò davanti a quella di padre Agostino.
La porta era aperta e la stanza illuminata. Il frate sapeva che padre Agostino era sempre preciso in tutto e non dimenticava mai di chiudere la porta. Del resto il padre era molto rispettato e stimato da tutti per la sua santità di vita e per l’autorità morale che gli derivava dalla sua esperienza di superiore della provincia religiosa e dai rapporti con Padre Pio; per questo nessuno avrebbe osato mettere piede nella sua cella in sua assenza.
“Come mai la porta è aperta se padre Agostino è nel coro?”, si chiese il confratello meravigliato.
Sbirciò dentro e vide un altro frate pregare in ginocchio di fronte al quadro del Sacro Cuore, appeso ad una parete.
Non essendo molto sicuro di ciò che aveva visto e credendo ad una allucinazione, anziché andare dal padre Agostino, sapendo che Padre Pio era nel locale dove era acceso il fuoco, pensò di andare da lui. Non c’era lì nessuno, pertanto raccontò a Padre Pio quello che aveva visto con i suoi occhi.
«Va’ a controllare – rispose il Padre – se padre Agostino è ancora nel coro».
Padre Agostino era ancora lì al suo posto. Il frate allora andò a controllare di nuovo la stanza di padre Agostino e la trovò chiusa. Non c’era nessuno. Che strano!
Quella sera i frati discussero su quanto era accaduto e qualcuno dette questa spiegazione: «è chiarissimo. È la risposta delle anime del Purgatorio alla discussione di quest’oggi. Qualcuno ci ha voluto confermare che le anime del Purgatorio pregano per noi!».
Con un cenno della testa, sorridendo, Padre Pio confermò la spiegazione. Faceva sempre così quando era costretto a confermare certe affermazioni, nelle quali dai confratelli era chiamato in causa per la sua esperienza di uomo di Dio, dotato di carismi particolari.
Certo, per lui non vi era nulla di straordinario, uomo tra due mondi, sempre in contatto con Dio, e più addentro degli altri nei Misteri della nostra Fede.

Padre Alessio Parente,
Padre Pio e le anime del purgatorio,
pp. 149-152

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits