I FIORETTI
Sapessi quanto sangue mi costi! Via senza assoluzione
dal Numero 7 del 17 febbraio 2013

    Padre Pio da Pietrelcina è passato alla storia come il confessore più rigoroso, (perché con facilità mandava via senza assoluzione) e nello stesso tempo il confessore più ricercato. Il confessionale era l’unico mezzo per avvicinare Padre Pio e chiedergli qualche consiglio, perciò tutti volevano andare a confessarsi. Una folla enorme, con un galateo tutto particolare... fatto di litigi, baruffe... pur di raggiungere lo scopo. All’accusa dei peccati e al pentimento delle colpe non ci pensava nessuno. Questo uno dei motivi principali per cui il Padre mandava via senza assoluzione. Non voleva che il sacramento della Confessione fosse profanato, con il suo coinvolgimento! Fu allora che il Superiore ebbe l’idea della prenotazione: una cosa veramente strana, ma che in un certo senso risolse il problema.
    Cinquanta o sessanta donne che presumibilmente il Padre avrebbe confessato ogni mattina, venivano preparate al modo come dovevano confessarsi. Non cominciare con i quesiti o le domande di cose materiali: queste erano riservate alla fine della Confessione. La precedenza era riservata ai peccati mortali, al numero, alla specie, e poi ai peccati veniali. Questi peccati, per ottenere l’assoluzione di Padre Pio e il perdono di Dio, supponevano una cosa importante: riconoscere di aver sbagliato, trasgredendo i Comandamenti del Signore, e pentirsi non tanto per la paura di andare all’inferno, ma per aver offeso un Padre infinitamente buono, che ha mandato Gesù a morire per noi. Dinanzi a queste considerazioni, se non si aveva un cuore incallito dal peccato, un certo pentimento doveva sbocciare nel cuore. Allora l’assoluzione era garantita, e si trovava non Padre Pio giudice, ma un padre con una dolcezza infinita, che ti invitava alla conversione e al ravvedimento. Una confessione fatta in questo modo, ti autorizzava a chiedere al Padre tutto quello che volevi. Se non si rispettavano queste norme o, peggio ancora, se non c’era un certo pentimento, il Padre lo provocava chiudendoti lo sportello in faccia senza troppa grazia.
    Noi sacerdoti ci affanniamo con ragionamenti filosofici o teologici a convincere il peccatore a darsi una scossa, e molto spesso, dopo tanto tempo, non otteniamo nulla. Il Padre otteneva l’effetto immediato con i suoi metodi tutti personali, e non troppo aggraziati. Da notare, però, che non li mandava all’inferno, ma aggiungeva sempre: «Va via e torna fra un mese, due mesi», ecc. Il ritorno e la conversione erano quasi sicuri. Sigillati da una confessione dolcissima e indimenticabile.
    Stando così le cose, Padre Pio non era quel cerbero scorbutico che si vorrebbe far credere, ma era un padre che si preoccupava della tua salute. «Figlio mio, convertiti! Sapessi quanto sangue mi costi». Ecco il motivo! Le mamme, a un figlio o a una figlia che si ritirano alle ore piccole o al mattino, possono dire: “Sapessi quante lacrime, quante preghiere mi costi!”. Padre Pio poteva gridare: «Quanto sangue mi costi!». E non era un modo di dire, ma era il sangue delle sue stimmate che egli univa al Sangue di Gesù, per ottenere il perdono dei peccatori.

Padre Eusebio Notte,
Padre Pio e Padre Eusebio.
Briciole di storia,
pp. 155-157

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