IL PENSIERO
Amatela e fatela amare!
dal Numero 42 del 27 ottobre 2013
di Suor M. Gabriella Iannelli, FI

La devozione alla Madonna si può dire che il Padre l’avesse nel sangue, tanto era frequente e spontaneo il ricorso che a Lei faceva in ogni momento del giorno e in ogni occasione. A lui si ascrive anche un importante primato: quello del Santo che ha recitato il numero più alto di Rosari!

San Pio da Pietrelcina aveva ben capito il ruolo di Maria nella vita spirituale, non perché lo avesse appreso solo dai libri, ma perché lo aveva sperimentato nella propria anima e nel proprio cammino di santificazione. Egli era profondamente convinto che la presenza di Maria è la presenza della Madre, una presenza materna di cui l’uomo ha bisogno nella vita soprannaturale, così come ha bisogno di una madre nell’ordine naturale: accanto ad ogni vita che sboccia e si sviluppa c’è sempre la presenza di una madre.
Il Santo passa con facilità e spontaneità dall’amore per la mamma terrena all’amore per la Mamma celeste e vive con quest’ultima un tenero rapporto di amore filiale e riconoscente. Nel libro Padre Pio parla della Madonna di padre Marcellino IasenzaNiro, attraverso le testimonianze di padre Pellegrino Funicelli, l’Autore ci fa scoprire tutto il mondo mariano del Santo il quale viveva incessantemente alla presenza di Maria, in una unione profonda, potremmo dire, ininterrotta con la Madonna.
Padre Pio rivela a padre Pellegrino che tutto ciò che egli è e riesce a fare lo deve alla Madonna: «Ti ho già detto tante volte – dice – che la Mamma celeste è l’anello di congiunzione tra l’umanità e la divinità. È Lei che crea il mio campo d’azione, è Lei che mi dà l’ossigeno, è Lei che con i suoi profumi mi esalta quasi, e mi fa apparire un maggiorato nello spirito. Io mi sento come una barchetta a vela, spinta dal respiro della Mamma celeste. Anche se sperduto in alto mare, io sono tranquillo. Non so dire come comincio, né so dire come finisco nelle varie imprese». Egli confida al suo interlocutore, spesso un po’ incredulo e provocatorio, che Maria è stata sempre il suo punto di riferimento e in Lei ha sempre fissato lo sguardo, soprattutto nei momenti di difficoltà: «Basta uno sguardo della Mamma per fugare tutto il buio... Sappi che nelle mie azioni e nei miei movimenti non ho avuto mai alcun riferimento minimamente terreno [...]. Nella mia azione sacerdotale io ho avuto un solo esemplare, un solo punto di riferimento: la Madonna... E per la preghiera, come ho cercato di tenere i miei occhi negli occhi della Mamma celeste, così vorrei che facessero i miei figli spirituali». Qui c’è il chiaro invito di Padre Pio di imitarlo nella sua devozione alla Madonna, nel suo costante riferimento a Lei, nel tenerla sempre presente nella propria vita; nel volgere costantemente a Lei nella preghiera e nelle azioni il proprio sguardo.
La fiducia di Padre Pio nella Madonna era dovuta anche ad un’altra certezza. La Madonna non ci è stata data solo come Madre, ma anche come Mediatrice: «Sì, mia buona figliola – egli scrive –, allargate sempre più il vostro cuore alla fiducia in questa amorosissima Madre, che il Dio della pietà ha voluto assegnarci una madre che ci servisse non solo quale legame di unione con Dio, ma ancora una mediatrice che ci servisse come mezzo di difesa contro i nemici della nostra salute. Coraggio dunque ed avanti sempre, ché, se il nemico non dorme per perderci, questa Madre benedetta non ci lascia un istante». La Maternità e la Mediazione di grazie di Maria Santissima sono dunque i fondamenti della straordinaria devozione alla Madonna del Santo, alimentata anche dal fatto di aver vissuto fin da piccolo a Pietrelcina sotto lo sguardo della Madonna della Libera (che è la Madonna della grazie) e a San Giovanni Rotondo sotto gli occhi dolcissimi della Madonna delle grazie. Il Santo era profondamente convinto che la Madonna è l’“onnipotente per grazia”, è Colei che intercede presso Dio per ogni grazia che si chiede, è appunto ciò che la pietà popolare ha sempre intuito: la Madonna delle grazie! Quando si ringraziava Padre Pio per qualche grazia ricevuta, egli con prontezza rispondeva: «Ringrazia piuttosto la Madonna!».
Il bisogno di essere sempre unito alla Mamma celeste e la sua fiducia nella potenza dell’intercessione di Lei ha fatto di San Pio il Santo del Rosario che è stata la preghiera costante fiorita sul suo labbro, con la quale egli si è tenuto ininterrottamente in contatto con Lei, e attraverso la quale ha fatto scendere dal Cuore dell’Immacolata fiumi di grazie su tutta l’umanità. Molti santi, anzi potremmo dire, tutti i santi hanno amato e recitato il Rosario, ma San Pio li ha superati tutti con il dono mistico di poter recitare circa 100 Corone al giorno. Padre Alessio Parente, che per alcuni anni è stato accanto a Padre Pio e ha potuto constatare quanto egli fosse attaccato alla Corona benedetta, un giorno gli chiese: «Padre, perché recitate sempre il Rosario e non altre preghiere?». Il Santo gli rispose con estrema chiarezza: «Perché la Madonna non mi ha mai rifiutato una grazia, chiesta attraverso la recita del Rosario».
A chi gli parlava di una certa tendenza a considerare il Rosario una preghiera ormai sorpassata rispondeva: «Facciamo quello che hanno sempre fatto i nostri padri e ci troveremo bene. [...] Amate la Madonna e fatela amare, recitate sempre il Rosario e bene. Satana mira a distruggere questa preghiera, ma non ci riuscirà mai: è la preghiera di Colei che trionfa su tutto e su tutti. È Lei che ce l’ha insegnata, come Gesù ci ha insegnato il Pater noster». 
La devozione alla Madonna e il Rosario sono stati il suo testamento ai figli spirituali. Due giorni prima di morire gli fu chiesto: «Padre, diteci qualcosa». Egli rispose: «Amate la Madonna e fatela amare, recitate il Rosario e recitatelo bene. E recitatelo quanto più potete».
In questo testamento il Santo ci dà due indicazioni preziose: recitare bene il Rosario, e recitarlo quanto più si può. Il Rosario è una preghiera che deve portare alla meditazione e alla contemplazione; se manca questo aspetto rischia di diventare preghiera meccanica e vuota, una semplice ripetizione vocale che annoia e distrae. Se invece è recitato bene il Rosario ci eleva, ci porta alla meditazione, diventa nutrimento sostanzioso dell’anima e, come dice il papa Giovanni Paolo II nella bellissima enciclica Rosarium Virginis Mariae, ci fa contemplare Cristo con Maria, ci fa guardare a Cristo in tutti i suoi misteri, dall’Annunciazione fino alla sua Morte e Risurrezione, con gli occhi e lo sguardo di Maria.
San Pio esprime lo stesso concetto quando, rispondendo ad una figlia spirituale che gli chiedeva come recitare bene il Rosario, dice: «L’attenzione deve essere portata all’Ave, nel mistero che contempli. In tutti i misteri essa era presente, a tutti partecipò con l’amore e il dolore».
Altra indicazione è quella di recitarlo quanto più si può. Padre Pio cominciò da giovane frate a impegnarsi nella recita di un numero sempre maggiore di Rosari e arrivò al punto di ottenere da Dio il dono unico nella storia dell’agiografia cristiana di poterne recitare centinaia in un solo giorno. Anche dai suoi figli spirituali egli esigeva che si impegnassero nella recita di tanti Rosari e che lo imitassero, se non nel dono straordinario, nello sforzo di recitare quante più Corone possibili. Interessante è un colloquio avuto con una figlia spirituale: «Quanti Rosari volete che io reciti?». «Quando ho recitato le mie centottanta corone io mi riposo». «Come fate a recitarne tante?». «Come fai tu a non recitarle!».

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits