I FIORETTI
Un pericolo evitato
dal Numero 36 del 16 settembre 2013

Dopo tre mesi del mio soggiorno in Irlanda, sentivo forte la nostalgia del Padre e affrettai il ritorno. È vero che durante il tempo passato in Irlanda scrivevo spesso al carissimo padre Clemente da Postiglione, confessore del Padre e mandavo i miei saluti al Padre [...].
Al momento della partenza da San Giovanni Rotondo, il Padre si premurò di farmi l’ultima raccomandazione di «non prendere l’aereo». Per il viaggio di andata lo feci contento, ma per il ritorno non seppi resistere e feci il biglietto d’aereo: Dublino, Londra, Amsterdam, Roma. Con un bimotore ad elica, partimmo da Dublino con un tempo quasi normale, e anche se eravamo nel lontano 1965, qualche nuvoletta non ci impensieriva più di tanto. Volando sul Canale di San Giorgio (quel lembo di mare che unisce l’Irlanda all’Inghilterra) il nostro aereo andò ad infilarsi in certe nuvole nere piene di elettricità e un motore dell’aereo fu colpito da un fulmine. L’aereo cominciò a ballare, mentre il pilota ordinò di allacciare le cinture e di mantenerci calmi. Momenti che non auguro a nessuno. Io guardavo dal finestrino, mentre l’aereo andava a zonzo.
In quel momento mi ricordai che Padre Pio mi aveva detto di non prendere l’aereo. Io l’avevo preso! Non potevo mica dire: fermate che io devo scendere!...
Stando a San Giovanni Rotondo, vicino al Padre, avevo sentito dire che dal Padre si poteva mandare anche l’Angelo Custode a chiedere aiuto. Ero devotissimo del Padre, ma a tanto... non ci arrivavo. In quel momento così tragico, però, mi venne un pensiero: “Angelo mio Custode, va’ dal Padre a chiedere qualche preghiera per me!”.
Il ballo continuò, ma sempre più lentamente. Dopo qualche minuto, il pilota disse: «Il rischio continua, ma forse ce la faremo ad atterrare a Londra». Fu così che atterrammo a Londra, e dovemmo cambiare aereo per proseguire il viaggio.
Dublino, Londra, Amsterdam, Roma, San Giovanni Rotondo. Mi precipitai a salutare il Padre, con una emozione e commozione indescrivibili. Quando Padre Pio mi vide, esclamò: «Figlio mio... sei tornato finalmente». Nel dire queste parole mi teneva abbracciato e non mi lasciava. A un certo punto mi chiese. «Uagliò!, e il viaggio come è andato?». Ed io: «Padre, sto qui, pensa al viaggio?». E lui: «Dimmi... il viaggio di ritorno come è andato?». Ahi! Aveva colpito nel segno. Mi aveva ordinato di non prendere l’aereo e io avevo disubbidito! Appellandomi alla mia vecchia confidenza, gli risposi: «Padre, è vero che ho disubbidito, ma le ho mandato l’Angelo Custode...». E lui: «L’Angelo Custode... meno male che è arrivato in tempo, se no tu oggi non saresti qui...». Amabilissimo Padre! Riparò lui la disobbedienza del figlio con un miracolo. Non solo per me, ma per tutti quelli che erano sull’aereo. Ed essi non l’hanno mai saputo [...]. Con i santi non si scherza. Essi sono i portavoce di Dio.

Padre Eusebio Notte, Padre Pio e Padre Eusebio,
Briciole di storia, pp. 476-479

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