I FIORETTI
Il ritmo di Padre Pio
dal Numero 33 del 28 agosto 2016

Ore e ore di presenza quotidiana nel confessionale. La Messa mattutina e altre celebrazioni nel corso della giornata (dal 22 aprile 1940 al 23 aprile 1966 benedisse le nozze di 389 coppie; dal 29 dicembre 1939 al 28 agosto 1966 amministrò 820 battesimi). Incontri di direzione spirituale e per guidare la realizzazione delle varie opere, come la Casa Sollievo o i Gruppi di preghiera...
Padre Eusebio Notte, che gli fu accanto per diversi anni, testimonia che «il ritmo normale delle giornate di Padre Pio era così assillante, che noi assistenti ci stancavamo al punto da aver bisogno spesso di un avvicendamento». Padre Pio invece proseguiva imperterrito nel suo zelo apostolico e non conosceva riposi né svaghi. In pratica il suo tragitto quotidiano si snodava unicamente sull’asse fra la cella e la chiesa, con qualche rapidissima puntata in refettorio. Ha raccontato Padre Rosario: «Padre Pio non si portò mai al secondo piano del convento, costruito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Non visitò mai la nuova chiesa per vedere come era fatta. Una sera, affacciandosi alla finestra del coro della chiesetta, rimase stupito nel vedere la piazza illuminata: “Sono già tanti anni che lo è!”, esclamò Padre Leone da San Giovanni Rotondo. Ma tutto questo non gli risultava un sacrificio, perché Padre Pio viveva il sacerdozio come un gravissimo impegno di servizio per la salvezza delle anime».
Talvolta però i suoi confratelli scherzavano con lui, chiedendogli se valesse davvero la pena di rimanere seppellito a San Giovanni Rotondo senza mai uscirne, senza vedere nulla di nuovo e senza prendersi qualche giorno di riposo. E allora il Padre rispondeva: «Chi l’ha detto che non mi prendo il mio riposo? Ogni giorno, non me ne vado in chiesa davanti al santissimo Sacramento? E non vi pare questo un riposo?». Proprio da tale linfa traeva vigore la sua direzione spirituale. Una responsabilità che egli sentiva intensamente: «Le anime appartengono a Nostro Signore e un giorno ce ne domanderà strettissimo conto», disse a Padre Mariano Paladino, incaricandolo della guida di una persona. E alla richiesta: «Come devo comportarmi?», il Padre rispose: «Con fermezza e con dolcezza».
A un confratello che confidenzialmente gli domandò se ci si poteva santificare senza direttore spirituale, Padre Pio spiegò: «Può anche bastare il confessore e, quando questi non sia capace di comprendere certe situazioni dello spirito, ci si rimette alla bontà di Dio. Però, fare da sé è come studiare da sé: col maestro si fa prima e meglio!». [...]. Quando ci voleva, i suoi consigli gli proponevano innanzitutto il buon senso. A Padre Carmelo, che prima di usare l’automobile per i viaggi chiedeva una benedizione e una preghiera, rispondeva: «Io prego, ma sei tu che non devi premere troppo l’acceleratore!».

Saverio Gaeta,
Padre Pio. Sulla soglia
del Paradiso
, pp.150-152

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