RELIGIONE
Miracoli e Leggi di natura
dal Numero 30 del 28 luglio 2013
di Lorenzo Bertocchi

Se la natura non fosse regolata da leggi ordinate e fisse, riconoscibili dall’intelletto, quest’ultimo non potrebbe fare l’esperienza del miracolo, cioè di quell’evento che sospende il modo d’agire conosciuto della natura. Il concetto di miracolo si lega inevitabilmente al concetto di “legge di natura”, non per contraddirlo ma per elevarlo e sublimarlo.

I miracoli sono fatti straordinari che, come tali, superano l’esperienza abituale che l’uomo ha della realtà. Il miracolo fisico è un fatto sensibile che “sorpassa” il modo di agire di ogni natura creata o creabile, oppure, semplicemente, supera il modo di agire dei soli agenti fisici, uomo compreso.
Se il “modo di agire” di ogni natura creata o creabile non fosse conoscibile, cioè ri-conoscibile dall’intelletto umano, sarebbe impossibile per noi parlare di miracoli come “eccezioni” al normale corso della realtà.
Da un altro punto di vista dobbiamo dire che se non vi fosse una legge di natura, allora non vi sarebbe neanche la possibilità di un Creatore che irrompe liberamente nel reale. è dall’ordine e dall’armonia che è possibile risalire ad un ordinatore e legislatore, e solo in questo caso, appunto, è possibile che Egli possa agire “superando” l’ordine e la legge creata.
Abbiamo quindi tutti gli ingredienti necessari per poter apprezzare la nozione di miracolo: l’esistenza di una certa regolarità nella Natura e la presenza del Creatore trascendente autore di tale regolarità.
Innanzitutto quindi dobbiamo rigettare la classica obiezione per cui la credenza nei miracoli sarebbe retaggio di un passato in cui l’uomo era ignorante e non conosceva le leggi di natura come le conosce oggi. La verità è esattamente il contrario: la fede nei miracoli è possibile solo nella misura in cui tali leggi sono note, e tanto più sono note, tanto più è possibile approfondire la conoscenza dei miracoli autentici, abbandonando credenze sciocche e paganeggianti.
        In questo senso i miracoli rappresentano un terreno d’elezione per il dialogo tra fede e scienza, evitando però sconfinamenti da ambo i lati. Alla scienza non spetta l’ultima parola sulla veridicità di un miracolo, in quanto, lo abbiamo già accennato, ogni nozione seria di miracolo deve comprendere un riferimento all’Assoluto trascendente creatore. La risposta definitiva spetta quindi alla Teologia e alla fede, ma la scienza collabora nella formulazione di questo giudizio, perché può fornire risposte sulla significatività di un certo fatto straordinario concludendo che non ne conosce le cause. Ma la scienza può spingersi anche un po’ oltre quando si trova dinanzi fatti sorprendenti che vanno al di là della semplice ignoranza delle cause, basti pensare alla reversibilità di fenomeni certamente irreversibili (il caso più eclatante è rappresentato dal famoso miracolo della Madonna del Pilar in Spagna dove si è registrata la ricrescita di arto amputato, ma, più in generale, si può far riferimento a tutte le guarigioni istantanee di malformazioni congenite).
Altra obiezione da confutare, in merito al rapporto tra miracoli e leggi di natura, è quella di chi ammette l’ordine, ma si chiede come possa un Dio ordinatore contraddire se stesso “sospendendo” la legge di natura.
La risposta più interessante la fornisce Tommaso d’Aquino nella questio 6 del De Potentia Dei. Per l’Aquinate i miracoli non sono il frutto di una volontà divina volubile che contraddice le «cause che ha voluto fissare»; la Volontà divina non muta. Tuttavia Dio dall’eternità ha previsto e ha voluto fare ciò che opera nel tempo, «perciò – scrive san Tommaso – [Dio] ha fissato il corso della natura in modo tale da preordinare nella sua volontà eterna che talvolta avrebbe agito contro tale corso» .
In sostanza il miracolo si colloca in relazione con l’azione divina della provvidenza ordinaria e anche con l’atto creativo, rappresentando una sorta di continuazione della creazione stessa. C. S. Lewis ci offre una bella interpretazione di tale realtà paragonando la relazione tra Dio e il mondo con quella tra un autore e il suo libro. I miracoli sono come degli avvenimenti inaspettati che il romanziere ha pensato fin dall’inizio per comporre il suo romanzo. «Non si tratta di eccezioni – scrive Lewis – né cose di scarsa rilevanza. Sono quei capitoli di questa grande storia nei quali la trama ha una svolta» . In tal senso i miracoli non sono affatto contrari all’ordine naturale della realtà, ma sono essi stessi parte di quell’ordine voluto da Dio dall’eternità.
Fermo restando quanto abbiamo appena precisato va anche sottolineato che l’irruzione di un fatto che “supera” le leggi di natura, in un certo senso non la “sconvolge”, perché, in quel punto dove si ha l’evento straordinario, la natura si concentra per inserirla nell’ordinarietà. Il vino ottenuto miracolosamente dall’acqua, come qualsiasi altro vino ottenuto naturalmente, produrrà ebrezza; il pane moltiplicato miracolosamente, come qualsiasi altro pane, dovrà subire il processo digestivo; il concepimento miracoloso porterà comunque ad una gravidanza.
I miracoli superano le leggi di natura nella loro origine perché hanno causa soprannaturale, sono assolutamente inaspettati e senza alcuna causa naturale a monte, ma a valle – cioè dopo che l’evento ha fatto irruzione nella natura – si produce un effetto che non contraddice le regole della natura stessa. Solo nel caso in cui l’effetto prodotto dall’evento miracoloso mostri una nuova Natura, una natura rifondata, si può parlare in senso stretto di “sospensione delle leggi di natura”: nel Cristianesimo questo è il caso del corpo del Risorto e anche dei «cieli e terra nuova» che saranno alla fine dei tempi.
Perciò si potrebbe pensare, anche alla luce di quanto abbiamo prima indicato in merito alla relazione tra miracoli e Provvidenza divina, che ogni miracolo è una “trasfigurazione” della natura, una sua “elevazione”, una “nuova nascita” la cui causa ultima ed efficiente risiede nella Risurrezione di Cristo. I miracoli nella prospettiva cristiana sono parte di quel progetto di Dio che, da sempre, ha voluto ricapitolare tutto in Cristo per donare Salvezza eterna a tutte le creature.

1] Tommaso d’Aquino, De potentia Dei, q. 6, a. 1, ad 6.
2] C. S. Lewis, Miracoli, Ed. Lindau, Torino 2010, p. 144.

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