RELIGIONE
Il totalitario dell’Immacolata
dal Numero 33 del 27 agosto 2017
di Carlo Codega

In questo 2017 che commemora il centenario di Fatima e l’invito universale alla consacrazione al Cuore Immacolato è utile riflettere sulla proposta di vita di chi della consacrazione mariana ha fatto il proprio ideale assoluto: san Massimiliano M. Kolbe...

In questo 2017 che commemora il centenario delle apparizioni di Fatima e l’invito universale alla consacrazione al Cuore Immacolato quale antidoto ad ogni male spirituale e sociale, è utile riflettere sulla proposta di vita di chi della consacrazione mariana ha fatto il proprio ideale assoluto: san Massimiliano M. Kolbe, la cui memoria liturgica cade nel cuore di questo mese di agosto. Il seguente accostamento del grande Santo ai totalitaristi del XX secolo, lungi dall’essere temerario o fuorviante, vuol dimostrare come l’ansia di totalità e d’impegno radicale nascosti nell’uomo possano essere sfruttati per il bene, per rendere felice l’uomo e migliore la società. Contro tutte le ideologie totalitariste del suo tempo, il Santo ha indicato l’unico vero ideale degno dell’uomo, non un’idea astratta e lontana ma una persona viva, da conoscere, amare e seguire per arrivare a Dio: l’Immacolata.

Il secolo dei totalitarismi

L’esistenza di san Massimiliano M. Kolbe, stroncata nel campo di concentramento di Auschwitz dalla barbarie nazista, si svolse proprio nel lasso di tempo contraddistinto dalla nascita e dallo sviluppo di quelle correnti politiche che la storiografia contemporanea ha felicemente classificato come totalitarismi. Il termine nato già negli anni ’20 del XX secolo, agli albori dell’attuazione delle strategie politiche totalitarie, ha trovato una consacrazione definitiva nel Dopoguerra soprattutto per opera della filosofa ebrea Hannah Arendt che affiancava gli apparentemente contraddittori regimi del comunismo staliniano e del nazismo hitleriano dimostrandone gli aspetti comuni.
Nonostante la vulgata storiografica del Dopoguerra abbia cercato di demonizzare il nazionalsocialismo di Hitler e di assolvere invece il regime comunista, occultandone o giustificandone con vari pretesti l’assai maggior perversità, effettivamente molti storici contemporanei hanno riconosciuto l’attendibilità di tale accostamento e ne hanno studiato gli aspetti.
Cos’è però il totalitarismo? Ben più che una semplice dittatura o un regime autoritario (come la Spagna di Franco o alcuni regimi ottocenteschi), il Nazismo, il Comunismo e, almeno negli intenti, il Fascismo hanno sviluppato un regime totalitario nel quale, non solo la Società civile, cioè le relazioni tra gli individui, veniva sciolta nel “tutto” dello Stato ma anche l’individuo stesso tendeva ad essere dissolto nello Stato, a esserne considerato solo come una parte o un “organo”, privo di esistenza autonoma al di fuori del “tutto” dell’organismo statale; lo Stato e solo lo Stato è la vera realtà, mentre la persona è solo in quanto membro dello Stato, in quanto cittadino (e in ciò sta la continuità tra la Rivoluzione francese e i totalitarismi).

San Massimiliano e i totalitarismi

Probabilmente san Massimiliano non conosceva né ha mai utilizzato il termine “totalitarismo” e, tutto sommato, nei suoi scritti non abbondano nemmeno i riferimenti al Comunismo o al Nazismo, anche se sappiamo che spesso confutazioni dell’ideologia comunista trovavano spazio sulle colonne delle riviste di Niepokalanów. Per san Massimiliano il Comunismo come il Nazismo sono, al pari delle eresie e della Massoneria, «stupidaggini che provengono dal peccato» (SK 199) (1), esiti del peccato dell’uomo che ha il suo costitutivo essenziale nella disobbedienza alla Legge e alla Volontà di Dio. A questo, come agli altri problemi che si trova a fronteggiare, la risposta di san Massimiliano è rapida ed estremamente pratica, nonché ancorata saldamente alla Tradizione cristiana e al sano realismo filosofico.
Il Santo polacco non critica la carica ideale dei totalitarismi, la loro ambizione di costruire un mondo nuovo e di portare ad ogni persona la loro “salvezza”, il desiderio di aggregare ogni singolo uomo intorno alla loro idea e di spingerli ad usare tutte le loro fatiche per la realizzazione di questa; anzi san Massimiliano sembra a volte guardare di sottecchi con una certa ammirazione la forza, l’abnegazione e l’impeto ideale dei comunisti, questo perché ciò che critica non è tanto la saldezza delle loro convinzioni o il loro impegno totale e radicale alla causa, bensì l’altrettanto totale errore circa i fini ultimi e il bene reale dell’uomo e, di conseguenza, della società stessa. Per Padre Kolbe i comunisti «considerano come scopo ultimo ciò che è soltanto un mezzo e perciò, dopo aver raggiunto la felicità a cui aspirano, non trovano quello che cercavano»: questo fa dei comunisti «degli infelici e degli scontenti [...] delle povere persone» (SK 1237), povere perché totalmente dedite a un’ideologia falsa, perché illuse e sviate circa il destino ultimo dell’uomo.
Ai totalitarismi, e al Comunismo in particolare, san Massimiliano non vuole rispondere però con qualche cedevole ideale di moderazione oppure con calcoli meramente umani, bensì con un altro “totalitarismo”, un totalitarismo sano e cristiano, il totalitarismo soprannaturale della «totale, illimitata donazione di sé alla Santissima Vergine Immacolata» (SK 1248), ovvero, per meglio dire, la Consacrazione illimitata all’Immacolata. Con questa – diceva il Santo – «noi, infatti, ci siamo consacrati a Lei illimitatamente, perciò non abbiamo diritto né a pensieri, né ad azioni, né a parole nostre. Ella ci governi “dispoticamente”» (SK 373).

Il “Tutto” per “tutti”: il totalitarismo dell’Immacolata

Effettivamente questo sano e salvifico “totalitarismo” spirituale, l’unico totalitarismo veramente cristiano, non si limita ad essere una devozione da vivere nell’intimo della propria anima bensì rivela un carattere apostolico e sociale, tanto da essere, almeno potenzialmente, una vera e propria risposta “totalitaria” ai totalitarismi di Destra e di Sinistra. Proviamo ad analizzarne alcuni aspetti in relazione con i caratteri che gli studiosi hanno rilevato come comuni ai vari totalitarismi.
Aspetto principale dei totalitarismi è il non limitarsi a domandare ai cittadini solo la sottomissione nell’ambito pubblico ma pretendere, per il bene degli stessi, di entrare nella loro vita privata, d’influenzare il loro modo di pensare e di agire, nella pretesa di ricucire lo strappo tra vita pubblica e privata, tra individualità e universalità. Effettivamente anche la Consacrazione all’Immacolata ha quest’ambizione di coinvolgere l’uomo nella sua totalità, nella sua dimensione sociale come in quella personale – nella sua santificazione personale come nell’apostolato, diremmo in termini cattolici – ma l’ordine con cui pretende di riformare l’uomo è l’esatto opposto di quello dei totalitarismi. Non si parte dalla politica per arrivare all’uomo, né il fine ultimo dell’uomo viene identificato nello Stato, ma è proprio vero il contrario: la riforma del cuore umano alla scuola di Maria, l’indirizzamento verso il fine ultimo che è la Beatitudine eterna, garantisce anche la conversione delle anime («di tutti insieme e di ognuno singolarmente», SK 865) e, con essa, il benessere della società.
Nel descrivere l’ideale della Milizia dell’Immacolata san Massimiliano è preciso nell’accostare questi due punti in ordine. Se da una parte «avvicinarci a Lei, renderci simili a Lei, permettere che Ella prenda possesso del nostro cuore e di tutto il nostro essere, che Ella viva e operi in noi e per mezzo nostro» è l’ideale del Milite, non di meno lo è anche «irradiare nell’ambiente, conquistare le anime a Lei [...] affinché Ella estenda il proprio dominio nei cuori di tutti coloro che vivono in qualunque angolo della terra, senza riguardo alle diversità di razza, di nazionalità, di lingua» (SK 1210). D’altronde la diffusione della stampa mariana e della Consacrazione all’Immacolata, cioè la guerra dei Militi, hanno «un’importanza politica e sociale» (Le Conferenze di San Massimiliano M. Kolbe, n. 81) in quanto sono volte a «curare lo sviluppo pienissimo dei doni del buon Dio di anima e di corpo [...] e così aiutare tutti in tutte le classi della società umana, in tutte le condizioni e circostanze, dalla culla fino alla tomba» (SK 200) e, in tal modo, «spargere sulla terra la felicità» (SK 1237). Il Regno d’amore dell’Immacolata è il “tutto” che soddisfa e fa felice “tutti” e ogni singolo cuore che batte sulla terra!

Il vessillo dell’Immacolata

Conseguenza di ciò è che il Milite dell’Immacolata, dopo aver consacrato la sua persona all’Immacolata e averla sottoposta al suo dominio, si sforzi di conquistarle tutto ciò che vi è di umano nel mondo, in particolare ogni forma associativa. Come i totalitarismi hanno preteso di controllare e utilizzare per il bene dello Stato ogni forma associativa di qualunque sorta, da quelle sportive e ricreative (pensiamo ai “Sabati fascisti”) a quelle religiose (come Hitler con la fondazione di una “Chiesa nazionale tedesca” o i comunisti con le varie chiese di Stato da loro fondate), così il “totalitarismo” dell’Immacolata deve raggiungere ogni ambito e aspetto della società perché nulla sia sottratto al suo dominio d’amore: per san Massimiliano bisogna «conquistare all’Immacolata un’anima dopo l’altra, un avamposto dopo l’altro, inalberare il Suo vessillo sulle case editoriali dei quotidiani, della stampa periodica e non periodica, delle agenzie di stampa, sulle antenne radiofoniche, sugli istituti artistici e letterari, sui teatri, sulle sale cinematografiche, sui parlamenti, sui senati, in una parola dappertutto su tutta la terra» (SK 199).
L’inventiva di san Massimiliano arrivò fino a teorizzare “un primo maggio spirituale” in contrapposizione al primo maggio comunista: «In quel giorno in cui saremo testimoni di varie manifestazioni comuniste e vedremo i pugni chiusi in segno di minaccia contro Dio e la sua Chiesa Cattolica noi vorremmo indirizzare gli spiriti verso gli stendardi azzurri della Madonna che sono in grado di condurre i suoi aderenti verso un avvenire migliore» (SK 787). Regni l’Immacolata ovunque c’è l’uomo!

L’Immacolata: il Paradiso in terra

Gli Stati totalitari, innestati sul tronco della filosofia di Hegel, non si presentano poi come semplici organizzatori della vita sociale ma pretendono di essere il fine stesso dell’uomo, di offrire all’uomo una salvezza terrena tramite l’adesione a un’ideologia e quindi assumono una carica messianica e liberatoria: si presentano come vere e proprie “religioni” laiche con i loro riti, il loro credo, i loro sacerdoti e profeti, la sacralità dei capi, ecc. Nei totalitarismi questo credo è un paganesimo o uno gnosticismo, in quanto identifica lo Stato e la sua ideologia con il fine ultimo dell’uomo ed elabora un’idea di “paradiso utopico”, come è evidente con il comunismo dei beni e dei mezzi di produzione che, secondo Marx, avrebbe dovuto far cessare ogni forma di alienazione umana e con essa l’infelicità.
Al contrario per san Massimiliano il Regno dell’Immacolata, o il Regno del Sacro Cuore attraverso l’Immacolata, non pretende di sostituirsi al Paradiso che rimane l’unico e vero fine dell’uomo. Tuttavia, sulla base dell’insegnamento evangelico (“Il Regno di Dio è già tra voi”), san Massimiliano riconosce che il Regno dell’Immacolata sulle anime in grazia sia già pegno della gloria futura. Commentando la visita a Niepokalanów di due ebrei comunisti che avevano riconosciuto nella Città dell’Immacolata “il comunismo autentico”, il Santo polacco scrive: «Quando lo spirito di Niepokalanów penetrerà la nostra patria e il mondo intero, quando l’Immacolata diventerà la Regina di ogni cuore che batte sotto il sole, allora il paradiso verrà sulla terra, ma non quello utopico dei comunisti o dei socialisti, ma – per quanto è possibile su questa terra – il paradiso vero, della cui felicità si rallegrano in questo momento coloro che dimorano a Niepokalanów, dove esiste un’unica famiglia, della quale Dio è il padre, l’Immacolata la madre, il divino Prigioniero d’amore nell’Eucaristia il fratello maggiore, mentre tutti gli altri non sono compagni, bensì fratelli e fratelli minori, che si amano l’un l’altro» (SK 1222).
Il Regno di Dio è già qui sulla terra, ed è il dolcissimo Cuore di Maria nel quale abitano tutte le anime in grazia!

La scienza dell’Immacolata

A differenza delle semplici dittature, piuttosto disinteressate nel formare le masse secondo una certa ideologia, gli Stati totalitari avendo per scopo la formazione dell’“uomo nuovo” tramite un’ideologia “salvifica” svilupparono, con una propaganda a vari livelli, campagne d’educazione scolastica e non, contraddistinte dalla manipolazione della memoria storica, della scienza e delle informazioni d’attualità, fino ad assumere i caratteri brutali della “Rieducazione” violenta del regime di Mao Tse-Tung.
Soprattutto nel Comunismo, fin da Marx, era viva la coscienza che l’ideologia socialista dovesse essere un sistema scientifico e non una mera rivendicazione sociale, e pertanto alla guida delle masse proletarie andassero posti dei capi che ben possedessero la “scienza della Rivoluzione”. Anche l’ideale di san Massimiliano, l’Immacolata, doveva penetrare in tutte le anime tramite l’opera di esperti e scienziati dell’Immacolata, cioè i membri della Milizia, illimitatamente consacrati alla causa dell’Immacolata. Perciò san Massimiliano fin da subito capì l’esigenza di una particolare preparazione e studio e, non a caso, ritenne necessario l’istituzione di un seminario a Niepokalanów, soprattutto dopo gli spiacevoli casi occorsi con Padre Costanzo, suo compagno di missione in Giappone, ma incredulo verso la verità di fede della Mediazione universale delle grazie di Maria Santissima (vero caposaldo della Consacrazione all’Immacolata) e incapace di comprendere la missione peculiare della Milizia: «Mi convinco sempre di più – scrive il Santo – che per conseguire lo scopo di Niepokalanów è indispensabile un’adeguata e speciale preparazione, formazione» (SK 449).
Senza cadere in una qualche forma d’esoterismo, per san Massimiliano il milite dell’Immacolata doveva avere una preparazione specifica al suo apostolato di conquista del mondo intero all’Immacolata e, in ciò, non esitò ad inventare un neologismo che ha l’arditezza di certe materie insegnate nelle scuole degli Stati totalitari (come la “mistica fascista”): l’Immacolatologia, cioè – come spiega lo stesso Santo – «ciò che riguarda la causa dell’Immacolata» (CK 59) (2). L’Immacolata per san Massimiliano è l’ideale del Milite, in quanto la causa dell’Immacolata «è tutta la tradizione [del nostro Ordine] ed è il passo in avanti che il nostro tempo esige», dopo i sette secoli di preparazione, nella lotta dell’Ordine Francescano per il riconoscimento della verità dogmatica, ora si passa «all’esecuzione, cioè incorporare questa verità, rivelare l’Immacolata alle anime, introdurLa nelle anime con tutti i suoi benefici effetti» (SK 485).
In un passo in cui ricorda tutti gli avamposti da conquistare all’Immacolata, il Santo ricorda come fosse bene che i «Cavalieri dell’Immacolata si trovino dappertutto, ma specialmente nei posti più importanti» come nell’«educazione della gioventù», nella «direzione dell’opinione delle masse», nelle «belle arti» e come «pionieri e guide nelle scienze» (SK 93), con una strategia che non sembra diversa da quella teorizzata da Gramsci per la presa di potere del Comunismo. L’Immacolata è l’ideale contro tutte le ideologie!

La guerra santa dell’Immacolata

L’impostazione militare e bellica della società è certamente uno dei capisaldi dell’organizzazione degli Stati totalitari e, ben lungi dall’essere solo una necessità esterna, è uno dei punti forti dell’ideologia stessa. Per coinvolgere attivamente le masse verso il fine unico, lo Stato totalitario, sulla scia della “nazione in armi” della Rivoluzione francese, deve far passare nel popolo l’idea di un perenne stato d’assedio da parte dei nemici, veri o presunti. Ciò è abbastanza evidente nella lunga storia della Russia comunista che dagli albori fino alla decadenza si ritenne insidiata dal nemico naturale, il “fascismo”, salvo dare poi l’etichetta di “fascisti” di volta in volta ai nemici reali o ideologici: ai capitalisti, ai tedeschi, agli americani o ai cattolici. Tale necessità difensiva poi non esitava a divenire una vera e propria strategia offensiva, sempre comunque giustificata ideologicamente con la necessità di far sopravvivere lo Stato e la sua ideologia salvifica.
Non diversamente san Massimiliano M. Kolbe, spinto alla vista del corteo massonico di Roma del 1917 a creare la Milizia dell’Immacolata, da subito pensò e utilizzò per essa un gergo e un sistema d’azione militare: gli iscritti sono Militi o Cavalieri, l’Immacolata è il “generale” (SK 588), la loro azione in favore delle anime una guerra e un’offensiva, l’obbedienza dovuta è proprio quella che darebbe un militare. Non si tratta poi solo di una difesa – di un’apologetica delle Fede cattolica, potremmo dire – bensì di un «ardito attacco, non badando affatto a se stessi» per «conquistare all’Immacolata un’anima dopo l’altra, un avamposto dopo l’altro» (SK 199) e ancora ribadisce, «la sua attività non deve essere solo di difesa ma di attacco» (SK 1031), un «attacco mondiale di conquista» (SK 663). Come negli Stati totalitari poi la guerra non doveva essere combattuta solo come un obbligo di leva ma come un’esplicita e volontaria adesione all’ideale: «Di fronte agli attacchi tanto duri dei nemici della Chiesa di Dio ci è lecito rimanere inattivi?», si domanda il Santo. E la risposta è altrettanto semplice e immediata: «Su ciascuno di noi pesa il sacrosanto dovere di metterci in trincea e di respingere gli attacchi del nemico con il nostro petto» (SK 1023).
Per gli Stati totalitari, infine, in forza del fine “sacro” dell’ideologia, il soldato doveva combattere con tutto se stesso, rigettando sul nemico tutta la sua carica d’odio (da cui le indicibili tragedie della Seconda Guerra Mondiale). Non diversamente da ciò pensa san Massimiliano, se non per un sostanziale seppur piccolo distinguo: l’odio va all’unico vero nemico dell’uomo, il peccato e satana, mentre a tutti i peccatori va un amore senza limiti. «Possiamo forse andare avanti con la forza del pugno, rendendo pan per focaccia? – scrive san Massimiliano – No, non è questo il nostro compito! Lo scopo che la Milizia dell’Immacolata si è prefissa è la conquista dei cuori a Lei [...]. Per amore verso i malvagi perseguitiamo, con tutta l’energia di cui siamo capaci, tutte le loro scellerate iniziative, indirizziamo questi cuori verso l’Immacolata con la preghiera e con il sacrificio, assoggettiamo, pagando noi di persona, le loro anime a Lei» (SK 1023).
La guerra santa che la Milizia dell’Immacolata combatte in nome della sua celeste Regina e, con termine in voga, “Duce” (SK 39, 200), non può essere meglio descritto che con queste parole di san Massimiliano: «I Suoi cavalieri [...] avanzano con l’odio, un odio implacabile, quell’odio che l’Immacolata stessa nutre nei confronti del male, del peccato, anche se leggero; [...] avrebbero avanzato però nutrendo nel cuore un amore senza limiti verso il prossimo, l’amore stesso dell’Immacolata, anche se il prossimo non solo fosse stato straniero, di razza o di colore diversi, ma addirittura nemico aperto della religione, dell’Immacolata, di Dio» (SK 1277). Se la “vita è milizia” (Gb 7) l’Immacolata sia il nostro generale!

L’unico totalitarismo legittimo

Da ciò che abbiamo sinora scritto e riportato sembrerebbe che vorremmo proporre un sacrilego paragone tra uno dei più grandi santi del XX secolo e alcuni dei peggiori mostri dello stesso, come Hitler e Stalin. Ciò che abbiamo riportato invece dimostra come quell’ansia di totalità, d’impegno radicale della propria esistenza, di convinzione nel proprio ideale, non siano solo retaggio dei cattivi totalitarismi – come una certa mentalità relativista vorrebbe farci credere – ma possano essere sfruttati per il bene, per rendere felice l’uomo e per migliorare la società: ciò spiega il grande successo spirituale e apostolico di Niepokalanów che, con circa 800 frati, è ancora il più numeroso convento mai esistito al mondo.
Il brillante pensatore austriaco Erik von Kuehnelt-Leddihn paragonava l’Unione Sovietica ad un gran convento con la sua regola austerissima, le obbedienze tremende, la povertà estrema, sennonché due sono le note diversificanti che dimostrano la sua mostruosità: l’URSS era un convento dove non si entrava per volontà propria, e un convento senza Dio! Il problema centrale l’aveva intuito e già risolto lo stesso san Massimiliano M. Kolbe ed è il problema etico fondamentale dell’uomo: quello del suo fine. Per quanta convinzione potremmo metterci nel conseguire il fine che ci proponiamo, se tale fine è sbagliato anche tutte le nostre fatiche saranno sprecate e addirittura usate per il male: «Che ci possiamo fare noi – scrive il Santo – quando manca la comprensione del fine ultimo della propria vita?» (CK 99).
Con fine intuito filosofico, san Massimiliano comprese come gli ideali totalitari fossero in realtà delle ideologie perché non basate sulla natura reale dell’uomo e del mondo, come lapidariamente scrive il Santo polacco: «Ogni sistema, sia politico sia economico sia, in definitiva, sociale, deve basarsi su di un effettivo e reale stato di cose e non rendere omaggio ad asserzioni senza fondamento e ad illusioni di una fantasia troppo effervescente». Prendiamo il caso dell’uguaglianza. Questa, come presentata dai comunisti, è un’illusione perché la diseguaglianza naturale «dipende dalla natura stessa delle cose e di conseguenza non si può cambiare» mentre l’unico vero ideale di uguaglianza è quello dell’uomo di fronte a Dio: «Di fronte a Dio siamo tutti uguali, poiché siamo tutti opera delle sue mani, tutti redenti dal sangue dell’Uomo-Dio, tutti abbiamo questo Dio come fine ultimo, tutti viviamo soltanto per dargli la dimostrazione della nostra fedeltà e così meritare di possederlo eternamente dopo la morte» (SK 1026).
Ancor più interessante è la riflessione del Santo sul fine dell’uomo e sugli errori delle ideologie in una delle sue conferenze; domandandosi il motivo delle guerre, padre Massimiliano disse che l’unica condizione per la pace era «un fine comune, un unico fine» poiché «se ciascuno ha se stesso come fine, allora ognuno cercherà di sottomettere gli altri a sé, e non ci sarà mai pace». Però «questo fine non può essere né un popolo, né uno Stato [come per il Nazismo], perché gli Stati e i popoli sono tanti; e neppure l’umanità [come per il Comunismo], poiché essa passa e cambia continuamente. Fino a quando tutti gli uomini e tutti i popoli non avranno Dio come fine, la pace sulla terra non ci sarà mai. Solamente quando il fine sarà Dio, ci sarà un fine unico per tutti» e con esso la vera pace (CK 81). Cercare altrove il fine umano e la pace significa in realtà cadere negli errori dei totalitarismi che, pretendendo di offrire il paradiso in terra e la felicità all’uomo, generano in realtà «unicamente la schiavitù e la tirannia del governo sui cittadini, misconoscendo le aspirazioni della nobile e libera natura umana» (SK 1026).
Contro tutte le ideologie san Massimiliano erge invece l’unico vero ideale degno dell’uomo e questo ideale, oltre a non essere un’ideologia, non è nemmeno un’idea astratta ma una persona: l’Immacolata. Amare l’Immacolata, lasciarsi avvicinare a Lei e trattare con Lei come una persona, non solo non ci svia dal nostro fine ultimo ma ci avvicina sempre più, ce lo rende più facile e più accessibile, e, nel frattempo, ci rende trascinatori e conquistatori di altre anime che, insieme a noi, costruiscono il più degno preludio del Paradiso, il Regno dell’Immacolata: «Solo quando Lei regnerà, l’umanità sarà felice» (CK 58). Questo è l’unico vero totalitarismo degno dell’uomo, perché all’Immacolata si possono applicare quelle parole che Pio XI riferiva alla Chiesa giustificando il suo “totalitarismo” sulle anime: «Se c’è un regime totalitario – totalitario di fatto e di diritto – è il regime della Chiesa, perché l’uomo appartiene totalmente alla Chiesa, deve appartenerle, dato che l’uomo è la creatura del buon Dio [...]. E il rappresentante delle idee, dei pensieri e dei diritti di Dio non è che la Chiesa. Allora la Chiesa ha veramente il diritto e il dovere di reclamare la totalità del suo potere sugli individui: ogni uomo, tutto intero, appartiene alla Chiesa, perché tutto intero appartiene a Dio» (Discorso 18 settembre 1938).
Non solo ogni uomo deve porgere il suo filiale Totus tuus a Te, Madre di Dio e nostra Corredentrice, ma l’umanità nel suo insieme si deve proclamare Tota tua, oh dolce Imperatrice dell’Universo!  

NOTE
1) Scritti di Massimiliano Kolbe, ENMI, abbreviato SK.
2) Le Conferenze di San Massimiliano, Casa Mariana Editrice, Frigento 2014, abbreviato CK.

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