RELIGIONE
“Ella prega ininterrottamente per te”
dal Numero 46 del 27 novembre 2016
di Suor M. Gabriella Iannelli, FI

La Maternità spirituale esercitata dalle Religiose a sostegno delle anime, soprattutto quelle consacrate e sacerdotali, è una realtà misteriosa ma reale, di cui molti hanno fatto esperienza. Tra i tanti, riportiamo due esempi concreti, istruttivi ed edificanti.

La Chiesa alcuni anni fa, come abbiamo visto negli articoli precedenti, attraverso una lettera di invito della Congregazione per il Clero (8 dicembre 2007), ha sollecitato la donna consacrata ad offrire il proprio sostegno al Sacerdozio cattolico che sembra perdere sempre più splendore e santità. Se tutti devono fare la loro parte, anche e soprattutto la donna consacrata deve fare la sua, consapevole di possedere la ricchezza della maternità spirituale. Questa maternità deve abbracciare tutti, ma deve dare la priorità ai Sacerdoti, chiamati ad essere, pur nella fragilità della loro umanità, alter Christus, e accanto ai quali la consacrata deve porsi come altera Maria (altra Maria).
Alla summenzionata lettera della Congregazione è allegato un opuscolo dal titolo: Adorazione, riparazione, maternità spirituale per i Sacerdoti. Esso riporta una serie di testi e di modelli riguardanti la maternità spirituale talmente belli ed edificanti che vogliamo riportarli, almeno alcuni, in sintesi, sicuri che costituiranno uno sprone e una luce per vivere tale maternità.
Lascia stupefatti la visione del Card. Nicola Cusano (1401-1464), Vescovo di Bressanone. Entrato in una piccola chiesa, molto antica, al Cardinale si manifestò questa visione: «Migliaia di Religiose erano raccolte nella piccola chiesa... Le Suore pregavano e il Cardinale non aveva mai visto pregare così intensamente... Le loro braccia erano aperte e le mani rivolte verso l’alto, in una posizione di offerta. L’incredibile di questa visione sta nel fatto che queste Suore nelle loro povere e sottili mani tenevano uniti uomini e donne, imperatori e Re, città e Paesi... La maggior parte delle Suore, però sosteneva in mano un solo fratello o sorella. Nelle mani di una giovane ed esile Monaca, quasi una bambina, il Cardinale Nicola vide il Papa. Si capiva quanto il carico gravasse su di lei, ma il suo volto brillava di gioia. Sulle mani di un’anziana Suora giaceva lui stesso, Nicola Cusano, Vescovo di Bressanone e Cardinale della Chiesa Romana... Il Cardinale fissò le donne vittime volontarie. Egli aveva sempre saputo della loro esistenza. Mai però gli era stato chiaro che cosa significassero per la Chiesa, per il mondo, per i popoli e per ogni singolo; solo ora lo comprendeva».
Ancora più avvincente è la storia della “Suora della stalla” narrata in prima persona dal co-protagonista della vicenda il Vescovo Mons. Wilhelm Ketteler. Egli si trovava un giorno ospite di un altro Vescovo, in una diocesi della Germania, il quale sottolineava le molteplici opere benefiche del suo ospite. Ma il Vescovo Ketteler spiegava al suo interlocutore: «Tutto ciò che con l’aiuto di Dio ho raggiunto, lo devo alla preghiera e al sacrificio di una persona che non conosco. Posso dire soltanto che qualcuno ha offerto a Dio la sua vita in sacrificio per me ed io lo devo a questo se sono diventato Sacerdote. Dapprima non mi sentivo destinato al Sacerdozio. Avevo sostenuto i miei esami di stato in giurisprudenza e miravo a far carriera quanto prima per ricoprire nel mondo un posto di rilievo ed avere onori, considerazione e soldi. Un avvenimento straordinario però me lo impedì e indirizzò la mia vita in altre direzioni.
Una sera mentre mi trovavo solo in camera, mi abbandonai ai miei sogni ambiziosi e ai piani per il futuro. Non so cosa mi sia successo, se fossi sveglio o addormentato: ciò che vedevo era la realtà o si trattava di un sogno? Una cosa so: vidi quel che fu poi la causa del rovesciamento della mia vita. Chiaro e netto Cristo stava sopra di me in una nuvola di luce e mi mostrava il suo Sacro Cuore. Davanti a Lui si trovava in ginocchio una Suora che alzava le mani in posizione di implorazione. Dalla bocca di Gesù sentii le seguenti parole: “Ella prega ininterrottamente per te”... Qualunque cosa sia stata, un sogno o no, per me fu straordinario perché rimasi colpito nell’intimo e da quel momento decisi di consacrarmi completamente a Dio nel servizio sacerdotale...».
Il giorno successivo, il Vescovo Ketteler si recò in visita in un Convento di Suore nella vicina città e celebrò per loro la Santa Messa nella cappella. Giunto quasi alla fine della distribuzione della Santa Comunione, arrivato all’ultima fila, il suo sguardo si fissò su una Suora. Il suo volto impallidì, egli restò immobile, poi, ripresosi, diede la Comunione alla Suora che non aveva notato nulla e stava devotamente in ginocchio. Quindi concluse serenamente la liturgia.
Per la prima colazione arrivò in Convento anche il Vescovo diocesano del giorno precedente. Il Vescovo Ketteler chiese alla Madre superiora di presentargli tutte le Suore, le quali arrivarono in poco tempo. I due Vescovi si avvicinarono, e Ketteler le salutava osservandole, ma sembrava chiaramente non trovare ciò che cercava. Sottovoce si rivolse alla Madre superiora: «Sono tutte qui le Suore?». Ella, guardando il gruppo, rispose: «Eccellenza, le ho fatte chiamare tutte, ma in effetti ne manca una!». «Perché non è venuta?». La Madre rispose: «Ella si occupa della stalla, e in maniera talmente esemplare che nel suo zelo a volte dimentica le altre cose». «Desidero conoscere questa Suora». Dopo poco tempo, la Suora arrivò. Egli impallidì nuovamente e dopo aver rivolto alcune parole a tutte le Suore, chiese di restare solo con lei. «Lei mi conosce?» domandò. «Eccellenza, io non l’ho mai vista!». «Ma lei ha pregato e offerto buone opere per me?». «Non ne sono consapevole, perché non sapevo dell’esistenza di Vostra Grazia». Il Vescovo rimase alcuni istanti immobile e in silenzio. Poi continuò con altre domande. «Quali devozioni ama di più e pratica più frequentemente?». «La venerazione al Sacro Cuore», rispose la Suora. «Sembra che Lei abbia il lavoro più pesante in convento» proseguì. «Oh no, Vostra Grazia! Certo non posso disconoscere che a volte mi ripugna». «Allora cosa fa quando viene assalita dalla tentazione?». «Ho preso l’abitudine di affrontare per amore di Dio con gioia e zelo tutte le faccende che mi costano molto e poi di offrirle per un’anima al mondo. Sarà il buon Dio che sceglierà a chi dare la Sua grazia, io non lo voglio sapere. Offro anche l’ora di adorazione della sera, dalle venti alle ventuno, per questa intenzione». «Quanti anni ha?», chiese Ketteler. «Trentatré anni, Eccellenza». Il Vescovo, turbato, si interruppe per un attimo, poi domandò: «Quando è nata?». La Suora riferì il giorno della sua nascita. Il Vescovo allora fece un’esclamazione: il giorno della nascita della Suora coincideva con il giorno della sua conversione, quello stesso in cui egli aveva vista la Suora nella visione, nelle sembianze però di come era davanti a sé in quel momento. Dio aveva applicato in anticipo alla sua anima i meriti futuri della Suora... Il Vescovo era sconvolto. La congedò dandole con commozione la benedizione ed esortandola vivamente a continuare con fedeltà questa opera di aiuto spirituale ad un’anima, nella certezza che era molto proficua.
Queste due testimonianze non hanno bisogno di commento, perché si commentano da sé e ci mostrano la potenza di intercessione delle anime consacrate, le più nascoste, che nella fedeltà alla loro vita di preghiera e ai propri doveri voluti dall’obbedienza, possono davvero sostenere i Sacerdoti nella loro difficile missione e suscitare sante vocazioni sacerdotali.

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