RELIGIONE
Come vivere la Maternità spirituale?
dal Numero 41 del 23 ottobre 2016
di Suor M. Gabriella Iannelli, FI

Il posto occupato dalla Madonna nella Storia della Salvezza e nella vita di Gesù, Sommo Sacerdote, è un faro di luce per comprendere il ruolo delle donne, e delle Consacrate, nell’ambito della Chiesa. In merito, la Chiesa non ha mancato di offrire indicazioni preziose e chiare.

Se ci si chiede come vivere la maternità spirituale verso i Sacerdoti, la risposta ci può venire innanzitutto dalla Chiesa e poi anche dall’esempio e dall’insegnamento dei Santi.
Il Prefetto della Congregazione per il Clero, il Card. Claudio Hummes, alcuni anni fa (8 dicembre 2007), ha scritto una lettera a tutti i Vescovi dal titolo: Adorazione, riparazione, maternità spirituale per i sacerdoti, che, pur nella sua brevità, è tra le cose più belle e interessanti pubblicate in questi ultimi decenni. La lettera, a cui è allegato anche un opuscolo che avremo modo di approfondire, contiene un messaggio e un invito che mette a fuoco ciò che forse è più urgente e pressante per la Chiesa in questo momento: la santificazione del Clero e il sorgere di nuove vocazioni alla vita sacerdotale. 
La lettera si apre affermando che «sono davvero molte le cose da fare per il vero bene del Clero e per la fecondità del ministero pastorale [...], ma, nella consapevolezza che l’anima di ogni apostolato è l’intimità divina, si intende avviare un movimento spirituale che, facendo prendere sempre maggior consapevolezza del legame ontologico fra Eucaristia e Sacerdozio e della speciale Maternità di Maria nei confronti di tutti i Sacerdoti, dia vita ad una cordata di adorazione perpetua, per la riparazione delle mancanze e per la santificazione dei chierici, e ad un nuovo impegno delle anime femminili consacrate affinché, sulla tipologia della Beata Vergine Maria, Madre del Sommo ed Eterno Sacerdote e Socia nella Sua opera di Redenzione, vogliano adottare spiritualmente sacerdoti per aiutarli con l’offerta di sé, l’orazione e la penitenza».
Questo “movimento” ha come scopo quello di far «prendere sempre maggiore consapevolezza del legame che c’è tra Sacerdozio ed Eucaristia e della speciale maternità di Maria nei confronti di tutti i Sacerdoti». Partendo da queste premesse teologiche, si arriva a conclusioni pratiche ben precise: promozione dell’adorazione eucaristica e della maternità spirituale delle anime femminili consacrate, «sulla tipologia della Beata Vergine Maria». E infatti, la lettera continua così: «Proprio a partire dal posto occupato e dal ruolo svolto dalla Vergine Santissima, nella storia della salvezza, si intende, in modo tutto particolare, affidare a Maria, la Madre del Sommo ed Eterno Sacerdote, ogni Sacerdote, suscitando, nella Chiesa, un movimento di preghiera che ponga al centro l’adorazione eucaristica continuata, [...] con lo scopo precipuo di suscitare un numero sufficiente di sante vocazioni allo stato sacerdotale e, insieme, di accompagnare spiritualmente – al livello di Corpo mistico –, con una sorta di maternità spirituale, quanti sono già stati chiamati al Sacerdozio ministeriale e sono ontologicamente conformati all’unico Sommo ed Eterno Sacerdote, affinché sempre meglio servano a Lui e ai fratelli».
       È bello constatare come l’autore di questa lettera metta al centro il ruolo di Maria nella Storia della salvezza e nella vita di Gesù, Sommo ed eterno Sacerdote, e passi senza nessuna forzatura a parlare della maternità spirituale delle anime consacrate femminili nei confronti dei Sacerdoti, quasi identificando queste ultime con la Vergine Maria. È un chiaro e forte richiamo alla riscoperta e promozione del ruolo che la donna, e in particolare la donna consacrata, ha nella Chiesa quale madre di coloro che sono chiamati al Sacerdozio, sia per suscitare le vocazioni sacerdotali, sia per accompagnare i Sacerdoti, con la loro offerta e preghiera, nel non sempre facile cammino della vita sacerdotale.
Le indicazioni date per realizzare questo sostegno alle vocazioni e alle anime sacerdotali sono ben chiare fin dall’inizio: la prima cosa puntualizzata è che “sebbene siano tante le cose da fare”, si vuol dare la priorità alla cosa più essenziale di tutte: la preghiera, l’interiorità, perché «l’anima di ogni apostolato è l’intimità divina». La lettera è finalizzata a creare un movimento, non di opere e attività esterne, bensì un movimento spirituale che ha il suo fulcro nell’Adorazione eucaristica e nella riparazione, affidata in particolare alle consacrate attraverso la “maternità spirituale”. Tale maternità spirituale deve concretizzarsi in una sorta di adozione spirituale di un Sacerdote per aiutarlo con l’offerta di sé, l’orazione e la penitenza.
L’Adorazione eucaristica e la Santa Messa sono al centro di questo movimento spirituale, perché «il sacramento dell’Eucaristia ha un rapporto totale con il Sacerdote che è ordinato prima di tutto per celebrarlo. Il Sacerdozio è nato nell’ultima cena, proprio con l’istituzione dell’Eucaristia, quando Gesù dice: “Fate questo in memoria di me”. Così fare l’adorazione eucaristica in favore dei sacerdoti ricorda la natura stessa del Sacerdozio» (Card. Hummes, ivi). Nell’assistere alla Santa Messa, azione liturgica così alta, si potrebbe prendere l’abitudine di sostenere con la preghiera lo stesso Sacerdote che celebra il quale deve offrire il Sacrificio di Cristo, deve assimilarsi a Cristo, in un mistero di amore e di dolore insondabile, e al quale deve accostarsi il meno indegnamente possibile. Così faceva Berthe Petit, Mistica francese morta nel 1943, che fin da quando era ragazza di 15 anni durante ogni Santa Messa pregava per il celebrante: «Mio Gesù, fa’ che il tuo Sacerdote non ti rechi dispiacere!».
Accanto alla preghiera eucaristica c’è poi la preghiera liturgica dell’Ufficio divino, che potrebbe diventare, soprattutto oggi che il Sacerdote tende a trascurarla, un’orazione preziosa da offrire. Scriveva Santa Elisabetta della Trinità, Carmelitana, ad un Chierico che si preparava all’Ordinazione sacerdotale: «Recito ogni mattina l’ora di Terza per lei, affinché lo Spirito d’amore e di luce discenda “in lei per operarvi tutte le sue creazioni”. Se le torna gradito, ci uniremo in una stessa preghiera, recitando l’Ufficio divino, durante quell’ora di Terza in cui sento una particolare devozione. Respireremo l’Amore, l’attireremo sulle nostre anime e su tutta la Chiesa» (Scritti, Lettera n. 183).
E come non pensare anche alla potente preghiera del Santo Rosario, che può essere recitata proprio con l’intenzione di rinsaldare quel rapporto vitale e inscindibile che deve esserci tra Maria e il Sacerdote e per «affidare a Maria, la Madre del Sommo ed Eterno Sacerdote, ogni Sacerdote»?

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