APOLOGETICA
L’Alto-Medioevo... altro che “ignorante” in Greco!
dal Numero 27 del 10 luglio 2016
di Corrado Gnerre

Niente di più storicamente infondato di ciò che molti libri di testo scolastici vorrebbero insegnare: ossia che l’Occidente ha radici islamiche. Tale stranezza deve fare i conti con la realtà delle radici greco-latine e cristiane dell’Occidente...

Tra le tante sciocchezze che sono scritte nei testi scolastici ve ne è una su cui non si fa molta attenzione, ma che ha la sua importanza. La sciocchezza è questa: l’Alto Medioevo (cioè quel periodo che va dalla fine dell’Impero Romano di Occidente fino all’Anno Mille) sarebbe stato di tale decadenza culturale da aver completamente dimenticato l’importanza della cultura greca. Tant’è che si dice che sarebbero stati gli Arabi, durante il cosiddetto periodo “abasside”, a far sì che l’Occidente si riavvicinasse ai classici greci e alla filosofia di quella cultura. Si tenga presente che una simile convinzione è funzionale anche a ciò che negli ultimi tempi si vuole diffondere e cioè che le radici dell’Europa non sarebbero solo greco-latine e cristiane, ma anche islamiche. Insomma, come si suol dire “due piccioni con una sola fava”: da una parte perpetuare la leggenda del Medioevo come periodo oscuro e arretrato in quanto fortemente influenzato dal Cristianesimo; dall’altra affermare l’inconsistenza culturale di chi sente l’Occidente minacciato dall’islam perché tutto sommato lo stesso Occidente avrebbe radici islamiche.
Ma – come dicevamo – si tratta di una sciocchezza. E a dimostrarla tale è uno storico francese, Sylvain Gouguenheim, docente alla Scuola Normale Superiore di Lione. Questi, nel 2008, ha pubblicato un interessante libro dal titolo Aristotele a Mont Saint-Michel. Le origini greche dell’Europa Cristiana.
Vediamo che cosa Gouguenheim scrive. Sarò schematico affinché il lettore possa ritenere più facilmente.
1) L’Europa è nata dall’incontro tra Cristianesimo, Ebraismo e cultura classica. Dunque, niente “radici islamiche” dell’Occidente.
2) Non è vero, a differenza di quanto solitamente si afferma, che in periodo alto-medievale l’Europa avrebbe perso i contatti con i classici greci e che poi questi li avrebbe riscoperti grazie all’islam. 
3) L’Alto Medioevo non fu affatto un’“età oscura”. A riguardo basterebbe pensare al cosiddetto “rinascimento carolingio”.
4) Nell’Alto Medioevo si trovano un po’ dovunque comunità monastiche e anche singoli monaci di lingua greca che custodiscono la cultura greca.
5) Nell’Alto Medioevo le corti europee e i grandi centri di cultura possono contare su monaci greci o che conoscono il greco.
6) C’è un episodio interessante. Il padre di Carlo Magno, Pipino il Breve (714-768), scrive al Papa per chiedergli opere in greco, il che vuol dire che alla sua corte vi erano traduttori capaci di tradurre da quella lingua.
7) Nell’Alto Medioevo i contatti tra l’Occidente latino e l’Oriente bizantino non si interruppero e in Oriente la cultura greca fu ininterrottamente tenuta in alta considerazione, d’altronde era la cultura di riferimento.
8) I monaci di Mont Saint-Michel (in particolare Giacomo da Venezia, morto tra il 1145 e il 1150) non solo traducono molte opere greche in latino ma le diffondono anche. Un esempio: all’epoca vi erano 115 manoscritti della traduzione di Giacomo da Venezia della Fisica di Aristotele e ben 289 degli Analitici Secondi sempre di Aristotele. E tutto questo era avvenuto senza l’aiuto di traduttori arabi.
9) L’islam non si preoccupò mai di “donare” la cultura greca all’Occidente latino. Avvenne piuttosto il contrario: furono gli europei ad andare a ricercare nel mondo islamico delle opere che non venivano valorizzate. L’Etica nicomachea e la Poetica di Aristotele venivano, infatti, costantemente escluse dai musulmani perché ritenute incompatibili con la loro fede.
E veniamo a conclusione. C’è una precisazione importante che fa Gouguenheim: non bisogna confondere l’aggettivo “arabo” con l’aggettivo “musulmano”. Se è vero che nell’epoca “abasside” vi furono molti traduttori arabi di opere greche, è pur vero che molti di questi arabi non erano musulmani, bensì cristiani. Le traduzioni avvenivano generalmente prima dal greco al siriaco e poi dal siriaco al latino.
Insomma, più si ricerca e più si scoprono cose interessanti per quanto riguarda l’apologetica storica. E pensate che quando uscì il libro, il povero Gouguenheim fu accusato di “attentare” al principio del multiculturalismo, solo perché si era permesso scoprire che per quanto riguarda le radici dell’Occidente l’islam non ci ha messo parola. Insomma un vero e proprio reato di “lesa al politicamente corretto” che a Gouguenheim non si poteva affatto perdonare.

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