ATTUALITÀ
Fittasi casa con vista sul Colosseo: 30 euro mensili
dal Numero 8 del 21 febbraio 2016
di Lazzaro M. Celli

Lo scandalo dell’affittopoli romana fa emergere una spiacevole evidenza: spesso lo Stato è preoccupato più delle ideologie che dei reali problemi delle persone, favorendo e concedendo diritti a delle minoranze ristrette più che alle centinaia di migliaia di persone che vogliono vivere in modo serio e onesto.

Si può vivere vicino a San Pietro, o con affaccio su Piazza Navona, per 25,00 euro mensili? Magari!
Lo scandalo dell’affittopoli capitolina si allarga a macchia d’olio. Si parla di occupazioni abusive, di case assegnate a persone collegate al mondo della politica, che funzionano come sedi di Partito. I deputati Cinque Stelle attaccano il PD perché è soprattutto tra i suoi affiliati che si verificano le situazioni irregolari più numerose. Non manca qualche caso anche a Destra e chi, da quel pulpito, rivendica che la situazione di irregolarità si protrae per colpa del Comune, in quanto non risponde alle istanze di sanatoria. Quest’eccezione, semmai, potrebbe valere solo per gli aventi diritto senza regolare contratto, non per politici e affini. Come al solito si solleva un gran polverone e poi si passa tutto al fil di spada senza gli opportuni distinguo.
Al di là della buona fede dei singoli funzionari e della loro onestà nell’esercitare il proprio compito come fedeli servitori dello Stato, l’operazione inaugurata alla vigilia delle elezioni comunali di Roma, appare una manovra politica anti PD. Non sgomenti questa posizione; essa è consona a chi è convinto che il mondo politico sia indirizzato da potenti lobby finanziarie che decidono i destini del mondo.
I reali problemi che dovrebbe sollevare affittopoli sono altri. Il primo esula dal contesto romano e si allarga ad un discorso più in generale. Rispetto alla situazione economica di crisi, i fitti delle case dovrebbero essere soggetti ad un calmiere che dia ai giovani la possibilità di sposarsi e metter su famiglia. È impensabile che, in una città come Roma, il fitto di un appartamento possa oscillare mediamente dai 600 ai 2.000 euro, quando ci sono giovani laureati sottopagati a 150 euro mensili in studi di avvocati. In questo modo lo Stato laico priva la gioventù di una reale possibilità di scelta e incentiva la convivenza piuttosto che un regolare Matrimonio. Sulla convivenza, infatti, è orientata la scelta di molti giovani perché privi di mezzi economici per metter su famiglia.
Possibile che sia sempre colpa dello Stato, si potrebbe pensare? Personalmente credo proprio di sì, precisando che quando dico Stato, dico la classe politica che ci dirige, preoccupata più delle ideologie che dei problemi reali delle persone. C’è, infatti, l’attenzione per uno sparuto gruppetto di persone che invocano il diritto di contrarre un’unione civile con una persona dello stesso sesso, a fronte delle centinaia di migliaia di giovani senza lavoro o sottopagati.
Fuori dai casi estremi appena citati, esiste una fascia di persone più fortunata che percepisce uno stipendio di 1.500 euro mensili. Anche in questo caso, tolti i soldi del fitto, con le restanti 700 euro si dovranno pagare i servizi, le bollette, gli alimenti e sostenere il costo dei figli. Questo è lo scenario su cui bisognerebbe discutere se si vuole dare ad affittopoli il giusto valore. Bisogna mettere al centro i problemi della famiglia, quella vera, costituita, come insegna la Costituzione, da un uomo e una donna.
Il secondo problema è che le case dell’edilizia popolare o comunque del Comune sono affittate a prezzi bassi, non a persone che ne avrebbero diritto perché povere, ma perché favorite. Pensiamo ai politici che sono dietro la truffa della costituzione delle Associazioni non profit, per beneficiare di appartamenti poi destinati a funzionare come sede di Partito. Il fallimento di molti nomi della politica nostrana, al di là del colore, è sotto gli occhi di tutti; stupisce, in special modo, constatare questo degrado tra coloro che per estrazione culturale si dicono più vicini ai problemi materiali della gente. Tale dato serve per farci riflettere sulla reale natura dell’uomo: senza Dio, l’essere umano non va da nessuna parte. Il partito non può sostituirsi al Creatore, come la furiosa ideologia comunista sessantottina ha insegnato. Lo stesso dicasi per ogni altra ideologia. Balza alla cronaca il caso di quel brillante architetto single che ha subito uno sgombero forzato, in zona San Giovanni. Suo padre era il legittimo assegnatario, ma da tempo risiedeva al Nord. L’affittuario, pur essendo proprietario di altro immobile, occupava l’alloggio di edilizia popolare, detto fatto è stato tolto all’architetto e assegnato ad un avente diritto e iscritto nella graduatoria del Comune.
Se a beneficiare degli affitti a prezzo basso sono i singoli politici, ovvero coloro che dovrebbero essere di esempio per il nostro Paese, bisognerebbe attribuirgli un’aggravante di truffa, altro che immunità parlamentare. Fare giustizia e pulizia con affittopoli può essere utile al bene comune, ma ad una condizione: bisogna comprendere che non si può far uscire il nostro Paese da quest’impasse di scandali, senza guarire il cuore dell’uomo dalla degradazione, senza un suo sincero, vero, autentico ritorno a Dio e alla Madre sua.

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