ATTUALITÀ
Ideologia gender. Lo scoglio del Terzo Millennio
dal Numero 37 del 20 settembre 2015
di Lazzaro M. Celli

Una nuova visione antropologica, dal carattere ideologico, che mira a distruggere la realtà e la natura delle cose, sta prendendo sempre più piede, supportata dalle istituzioni statali che la infliggono alla società fin nei suoi membri più piccoli, come avverrà nelle scuole se passa il ddl Fedeli.

L’ideologia del gender sarà il prossimo scoglio, la nuova forma di totalitarismo, contro cui la Chiesa e gli autentici cristiani dovranno infrangersi. Oramai è chiaro: c’è un nuovo disegno antropologico di portata mondiale che mira ad abbattere il limite reale dell’uomo, secondo il quale non sarebbe il sesso biologico a contraddistinguere l’essere umano, ma il suo desiderio di voler diventare ciò che sente o desidera.
Che tutto questo movimento abbia un suo epicentro in un governo virtuale (cioè un governo che non è territorialmente identificabile) e ideocratico (cioè un governo che fa dell’ideologia il suo modo di operare) dovrebbe essere abbastanza evidente almeno per chi segue un po’ più da vicino queste tematiche. La maggior parte delle persone, però, complice la disinformazione mediatica, crede che le leggi di cui si discute in Parlamento abbiano semplicemente a che fare con l’idea di concedere la libertà di stabilire una relazione sentimentale tra due persone dello stesso sesso (come se ciò non fosse già possibile). Non sanno delle trappole poste lungo il percorso che tendono a modificare finanche i comportamenti dei bambini; non sanno che si sta cercando di avviare, in modo sempre più sfacciato, una rivoluzione a 360° che fa dell’uomo un pupazzo di creta modellabile a proprio piacimento.
Basta analizzare il Disegno di Legge della senatrice Fedeli (PD) per comprendere il nuovo volto del totalitarismo moderno. Fin dal titolo, infatti, si parla di introdurre l’educazione di genere in tutte le scuole del sistema nazionale. Non si risparmiano neanche le scuole materne. Siamo al punto in cui l’ideologia manifesta la sua più spietata follia. L’educazione di genere, infatti, non s’introduce nelle classi composte da ragazzi in età scolare più avanzata, per esempio a coloro che frequentano gli ultimi tre anni della scuola superiore, ma a bambini di tre/quattro anni; sicché ciò che insegna la maestra non è obiettabile; alla violenza dell’ideologia omosessualista non è possibile contrapporre la bellezza dell’eterosessualità; non s’incoraggia il dialogo, la criticità dell’alunno; si vieta di portare a scuola la ricchezza del vissuto familiare, perché di fatto è proprio la famiglia che si vuole distruggere; la scuola non è più luogo di incontro di esperienze diverse: è scuola di Stato nel senso più deleterio del termine; è figlia dello statalismo, di quella concezione dello Stato invasiva di tutti i settori della vita sociale, ivi compreso quello educativo.
La libertà di educazione è ridotta al lumicino, poiché anche la scuola paritaria cattolica rientra tra le scuole che dovrebbero adeguarsi alla legge, qualora passasse la proposta della Fedeli. È sempre facile parlare con il senno del poi, ma non possiamo fare a meno di indicare l’errore della scuola cattolica di entrare a far parte del sistema scolastico nazionale. Tale ingresso, invero, la mette in una posizione di sudditanza rispetto agli statalistici Programmi Nazionali, obbligandola ad adattarvisi o costringendola, nel migliore dei casi, ad “un’applicazione morbida” delle indicazioni in essi contenuti. Bisognava prevedere le possibili conseguenze dell’integrazione della scuola cattolica nell’unico sistema scolastico nazionale; occorreva ricordarsi che la scuola italiana nasce dall’idea massonica di sottrarre l’educazione della gioventù dall’influenza della Religione cattolica. Purtroppo siamo stati raggirati, abbiamo abboccato l’amo; è prevalsa l’illusione di ottenere vantaggi economici a costo zero, invece il prezzo da pagare è stato molto alto: il cedimento della libertà.
Le proposte della Senatrice non finiscono qui. Le Università devono potenziare, là dove già ci sono, o istituire, corsi di studi di genere. Il fine è formare gli insegnanti in servizio. È fin troppo ovvio che chi insegnerà all’Università sarà selezionato dall’esigua schiera delle lobby LGBT. Ciò conferma l’idea che per inserirsi nel mondo del lavoro è vantaggioso appartenere alla categoria dei “diversi”, con la conseguenza di costituire una discriminante nei confronti delle persone etero/orientate.
La teoria del gender sembra stia per diventare una colossale macchina per fare soldi. Infatti, nell’articolo 5 del Disegno di Legge Fedeli, si prescrive che le istituzioni scolastiche devono adottare libri di testo che si adeguano all’ideologia del gender. Si badi, le Istituzioni scolastiche, non più gli insegnanti. Ciò infligge un duro colpo alla libertà di insegnamento. Gli insegnanti non potranno più scegliere liberamente i libri di testo che ritengono più consoni, ma attenersi alle direttive dello Stato.
Chi ha fiutato l’affare si sta già organizzando. Sono sorte, difatti, nuove case editrici gestite da persone “attente al diverso orientamento di genere”.
Questa nuova forma di assolutismo culturale è, per noi cattolici, nuovo terreno di confronto; è presagio di nuove persecuzioni. Il Cristianesimo è una religione destinata a scontrasti con tutti gli Stati accentratori, perché considera la Verità il diritto supremo contro ogni interesse pubblico o privato. Per questo carattere è la Religione storicamente più perseguitata, fin dai tempi di Giulio Cesare. Che la Madonna ci assista!

Casa Mariana Editrice
Sede Legale
Via dell'Immacolata, 4
83040 Frigento (AV)
Proprietario: Associazione CME Il Settimanale di Padre Pio. Tutti i diritti sono riservati. Credits