ATTUALITÀ
A.A.A. Famiglia stabile cercasi
dal Numero 36 del 14 settembre 2014
di Lazzaro M. Celli

Il Decreto di legge “Taglia-liti” dello scorso 29 agosto agevola ulteriormente le prassi per la separazione dei coniugi. Di questo passo, l’atto del contrarre il Matrimonio sarà reso ancora più irrilevante e la famiglia un’istituzione di nessuna importanza.

Mission impossible. Difendere la famiglia naturale è una battaglia persa, umanamente parlando. Coloro che l’hanno messa sotto scacco, detengono il potere economico, godono del favore della politica, controllano i media e, dunque, diffondono una visione antropologica, serva dell’ideologia.
    Realismo non pessimismo. Non si tratta di valutare le cose con spirito pessimista, ma semplicemente di analizzare quanto ci accade intorno, con lucidità realistica. Certo non saranno i muscoli del potere ad impedirci di lottare fino all’ultimo respiro; a trattenerci dallo spendere ancora una parola in sua difesa.
    Stabilità per crescere. Ragioni ne avremmo da vendere, ma non servono di fronte alla prepotenza, alla virulenza culturale con cui sono aggrediti tutti quelli che difendono l’unica vera forma di famiglia: l’unione stabile tra due persone di sesso diverso, la sola che è veramente complementare e che dà sicurezza a se stessi e ai figli. Una sicurezza che li introduce in una storia particolare, quella di un nonno che si ostina a leggere il giornale, ricurvo sulle pagine, con gli occhiali spessi un dito che non sono sufficienti, ma che non si arrende e come un novello Sherlock Holmes stringe tra le mani tremolanti una lente d’ingrandimento, come se stesse inseguendo una traccia dietro il suo segugio: gli anni che passano; o di una nonna, una qualunque nonna Antonietta, che con le mani irrigidite dall’artrosi impasta la farina per farne pasta fatta in casa. È stanca e le gambe quasi non le reggono più; porta sulle spalle molte primavere, ma un altro sacrificio, poi un altro ancora e arriveranno i suoi nipoti che sono la sua gioia. E così, senza parlare, trasmette alle nuove generazioni un messaggio intramontabile, più che mai reale, quello che la vita non è gay, o meglio non sempre gioiosa in superficie; c’è una gioia più profonda, nascosta tra le increspature dei sacrifici, tra le rughe scavate sulle mani e solo chi impara a trovarla può costruire un futuro, per sé e per i propri figli.
    Fine della famiglia. Non è questa gioia che guarda il Decreto Legge Taglia-liti, servito dal Consiglio dei Ministri il 29 agosto scorso, pochi giorni fa. Se non ci sono figli minori o maggiorenni con handicap, i coniugi possono convenire ad una negoziazione assistita. Il Decreto Legge è una scorciatoia per non percorrere l’iter del passaggio previsto dinnanzi al Presidente del Tribunale o dal suo incaricato; basta l’accordo tra le parti e la presenza dell’avvocato. C’è pure la possibilità di evitare l’avvocato e comparire solamente davanti ad un Ufficiale di Stato Civile di qualunque città. Arrivare in tal modo alla separazione o al divorzio vuol dire sminuire il ruolo pubblico della famiglia. Infatti, nell’attuale legge, il Presidente del Tribunale ha l’obbligo di tentare una pacificazione tra le parti; scavalcando questo passaggio è come se lo Stato dicesse ai coniugi: “Guardate che delle vostre questioni di coppia, io me ne disinteresso totalmente. Sì, è vero, pongo il limite dei figli. Per ora!”.
    Così facendo, nel prossimo futuro la famiglia non avrà più un rilievo pubblico e, forse, un giorno sposarsi sarà un atto meno importante dell’acquisto di un paio di scarpe nuove.

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