ATTUALITÀ
Quando la Tv di Stato calpesta i diritti dei cattolici
dal Numero 10 del 10 marzo 2013
di Annalisa Colzi

Nella società tutti rivendicano i propri diritti: permettiamo che anche il cristiano rivendichi i suoi, stanco di veder calpestati i principi in cui crede dalla Tv di Stato, dove personaggi ambigui lanciano messaggi immorali magari spacciandosi per cattolici…

    Senza aver nulla contro i gay, senza giudicarli, senza condannarli ma amandoli come va amata ogni creatura sotto il sole, e ancor più ogni persona, non è possibile per amore esimersi dal dire la verità. Infatti, anche dire la verità è amore, anzi è l’amore più grande.
    Mai sentito il detto: “Il medico pietoso fa la piaga puzzolente”? Bene, questo è ciò che accade quando si tace la verità per scendere a compromessi.
    Senza aver niente contro i gay, però si può non essere d’accordo sul bombardamento mediatico, a cui ultimamente stiamo assistendo, a favore dei matrimoni gay e dell’adozione di figli da parte degli omosessuali.
    È anzi doveroso alzare la voce per dire di non essere d’accordo sul fatto che si vuole far passare per normale qualcosa che va contro la natura. Dio ha creato l’uomo e la donna che, grazie alla loro struttura, sono in grado di procreare.
    A livello scientifico non c’è niente che provi l’esistenza di un gene omosessuale, quindi si presume che ci siano altri fattori che scatenano certi impulsi e sarebbe cosa buona aiutare i giovani ad uscire da certe situazioni di sofferenza piuttosto che incentivarle.
    Comunque sia, il credente fonda la sua certezza di fede nelle pagine del Catechismo della Chiesa Cattolica, dove si dice che «costoro non scelgono la loro condizione omosessuale; essa costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione. Le persone omosessuali sono chiamate alla castità».
    Sono, a ben vedere, parole non discriminatorie ma piene di amore, anche se i media e le lobby gay ne stravolgono il significato chiamando i cattolici “omofobi”.
    Le stesse lobby gay d’altra parte, si sa, hanno gran potere sul mondo mediatico: non poche trasmissioni esaltano l’amore omosessuale e questo messaggio lo fanno passare – alcune volte – da personaggi famosi che si professano cattolici. In questo modo si fa credere che è la Chiesa che si deve adeguare e non che il cattolico si deve adeguare alle direttive della Chiesa.
    Uno di questi personaggi ambigui è certamente Rosita Celentano la quale, tanto per far capire esattamente il suo pensiero, ha scritto un libro dal titolo: Grazie Dio perché è gay. Invitata nei vari salotti televisivi ha potuto dire la sua posizione davanti a genitori e figli aggiungendo che lei è una cattolica. Ovviamente.
    Anche Lorella Cuccarini, cattolica praticante, ha realizzato ben due puntate sulla realtà omosessuale. A Domenica In su Rai Uno ha invitato la figlia di Roberto Vecchioni con la sua compagna per raccontare cosa si prova ad essere mamme lesbiche di due gemelle nate grazie alla inseminazione artificiale.
    E la stessa Rai Uno ha recentemente mandato in onda un Festival di Sanremo manipolato da certe ideologie. Meno male che almeno i due presentatori non si dicono cattolici, ma certo che trasmettere certi messaggi attraverso una Tv di Stato dove tutti – cattolici e non – pagano il canone è a dir poco abominevole.
    Non dite: “A chi non piace cambi canale”, perché la Tv di Stato deve tutelare le famiglie: uomo, donna, figli. E Sanremo deve rimanere un contenitore frivolo, dove si ascoltano canzonette e non dove si fa campagna elettorale a favore dei gay, visto e considerato che la Costituzione prevede la famiglia tradizionale e non altre.
    Invece 14 milioni di italiani si sono dovuti sorbire la scenetta dei due ragazzi gay e della canzone di Renzo Rubino.
    Naturalmente nessuno ha detto niente a proposito del testo della canzone “Amami uomo”, mentre, guarda caso, la canzone Luca era gay di Povia scatenò le ire di svariate persone.
Come d’altra parte ha scatenato le ire il video di Alberto Romano Pedrina e Raffaele Zanon candidati alla Camera e Senato per Fratelli d’Italia di cui sarebbe da condannare solo la parola finale... .
    Sono stati tacciati di essere omofobi, tanto per cambiare, solo perché hanno ribadito che la famiglia è composta da un uomo e una donna e lo hanno fatto con lo stesso siparietto usato dai due gay a Sanremo.
    Marrazzo ha rilevato che «il video non solo è di cattivo gusto, ma è chiaramente offensivo verso i gay». E perché sarebbe offensivo verso i gay? Solo perché hanno rimarcato che la famiglia tradizionale non si tocca?
    A questo punto, anche io da cattolica, mi ritengo offesa che in prima serata su una Tv di Stato venga mandata in onda l’apologetica dei gay.
    E se proprio vogliamo dirla tutta sono altresì offesa di aver visto in prima serata su una Tv di Stato la performance di un pornostar come Rocco Siffredi; sono offesa, come cattolica, di aver visto prendere in giro la Chiesa dal gruppo Elio e le storie tese i cui membri sono arrivati in scena vestiti da chierichetti; sono offesa dalle molteplici parolacce e doppi sensi che la Tv di Stato mi ha regalato con la Littizzetto. Insomma anche io sono stufa, come cittadina italiana, di vedere calpestati i miei principi.

 

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