MARIA SS.
Nel “giardino chiuso” del suo Cuore
dal Numero 21 del 29 maggio 2022
di Padre Stefano M. Miotto, FI

Fin dal medioevo il Cuore Immacolato di Maria è paragonato al “giardino chiuso” di biblica memoria. Uno spazio protetto e intatto, dove Dio e gli uomini possono ricrearsi alla vista di tanti fiori di bellezza e frutti di virtù. 

Quanto più un’anima ama e loda l’Immacolata, tanto più cresce in lei la gioia e la consolazione del Signore. Questa è stata la grazia per tanti santi, i quali hanno sperimentato come Maria è veramente la “Causa della nostra letizia”. In ogni epoca ci sono state anime che hanno amato e venerato Maria e hanno scritto mirabili pagine, piene di devozione, sulla eccelsa santità di Lei. In questa meditazione vogliamo leggere alcuni passi tratti dagli scritti di un autore medioevale benedettino, Egberto di Schönau. Questo autore vede Maria come il giardino, amorevolmente coltivato dal Signore, nel quale crescono rigogliosi i fiori di tutte le virtù e dal quale si diffondono i celesti aromi che profumano la Chiesa intera. Egli prende spunto dal Cantico dei Cantici (4,12), dal passo nel quale lo Sposo paragona la sua Diletta a un “Giardino chiuso”.

«Tu sei “un giardino chiuso”, o santa Madre di Dio… Tu sei un’aiuola di santi aromi, coltivata da un celeste giardiniere, dilettevolmente verdeggiante di bellissimi fiori, derivanti da tutte le virtù.

Noi ammiriamo in te l’eccellenza di tre fra i più belli di questi fiori. Sono quelli con cui tu riempi di soavissimo profumo tutta la casa di Dio, o Maria: la viola dell’umiltà, il giglio della castità e la rosa della carità… E a chi ti paragonerò, o Madre di bellezza? Tu sei davvero il paradiso di Dio, perché hai portato al mondo l’albero della vita».

Questo autore è tra i primi – siamo nel secolo XII – a parlare del Cuore Immacolato di Maria. Questo Cuore materno è proprio il giardino fiorito dal quale si espandono i soavi profumi che allietano la Chiesa. Con la nostra preghiera devota noi dobbiamo parlare a questo Cuore dolcissimo, non con parole vuote, ma con l’umile affetto del nostro cuore. Parlare al Cuore di Maria significherà cogliere i fiori delle sue virtù per abbellire il nostro cuore così vuoto e povero. Parlare al Cuore di Maria significherà entrare nel profondo del nostro spirito e immergersi nel silenzio. La nostra preghiera arriverà diretta al Cuore di Maria se nascerà da un cuore contrito, umile e fiducioso. Ella non potrà respingerla, perché è Madre di bontà. Egberto di Schönau così salutava il Cuore di Maria: «Parlerò al tuo Cuore, o Maria; parlerò al tuo Cuore immacolato, o Signora del mondo. Dal profondo che è in me saluterò il tuo Cuore immacolato, il primo sotto il sole che fu trovato degno di ospitare il Figlio di Dio…

Godi in eterno, o Cuore santo e amatissimo, nel quale ebbe inizio la salvezza del mondo e nel quale la divinità, portando pace al mondo, ha baciato l’umanità…

Ogni anima ti magnifichi, o Madre di dolcezza, e ogni lingua di genti pie esalti nei secoli eterni la beatitudine del tuo Cuore, dal quale scaturì la nostra salvezza».

Parleremo al Cuore di Maria se, quando recitiamo le nostre preghiere, non ci limiteremo a una ripetizione meccanica e senz’anima, ma penseremo che in quel momento ci rivolgiamo a una Persona viva, che ci ascolta e che, soprattutto, ci ama. Dobbiamo pregare la Madonna come se in quel momento la vedessimo con i nostri occhi; con la stessa attenzione e devozione che avremmo se la potessimo contemplare davanti a noi. Soprattutto, quando preghiamo la Madonna, dobbiamo nutrire la più grande fiducia che Ella, non solo può esaudirci, ma vuole farlo al di là di ogni nostro desiderio e di ogni nostro merito. Pensare diversamente impoverirebbe di molto la nostra preghiera. 

Un sacerdote russo, Giovanni di Kronstadt, venerato nella Chiesa ortodossa, in un suo libro, così esprimeva questi pensieri: «Quando ti accingi a pregare la Regina Madre di Dio, prima di pregare sii fermamente convinto che non te ne andrai via senza ricevere la grazia. Pensare così ed essere persuaso così quando si tratta di Lei è cosa degna e giusta. Ella è Madre di ogni misericordia… e delle sue grazie grandi e innumerevoli parlano tutti i secoli e tutte le Chiese cristiane; Ella è veramente una sorgente senza fondo di misericordia e di grazia… Perciò accostarsi a Lei con la preghiera senza una tale fede sarebbe imprudente ed offensivo: col dubbio si offende la sua bontà…».

E così, pieno di fiducia, si rivolgeva alla sua Signora, parlando al suo Cuore: «Signora, Madre di Dio! Tu, il cui amore per i cristiani supera l’amore di ogni madre terrena, di ogni donna, presta attenzione alle nostre preghiere e salvaci! Che ci ricordiamo di te continuamente! Che preghiamo te sempre e con fervore! Che ci rifugiamo sempre sotto la tua santa protezione senza indugio e senza dubbio!».

Se anche noi sapremo parlare al Cuore di Maria, sperimenteremo la sua bontà materna e troveremo ogni bene.

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