MARIA SS.
Il valore delle devozioni private
dal Numero 32 del 10 agosto 2014
di Cristiano Pietraviva

La “Vergine della Rivelazione” rivela a Bruno Cornacchiola quanto gli sia giovata la pratica dei primi Nove Venerdì del mese, tanto da essergli valsa la Salvezza dell’anima! Vediamo dunque quanto sia importante la pratica di questa e simili devozioni.

Lo si sa, quasi non vi è Apparizione mariana in cui Maria Santissima non richiami esplicitamente o almeno implicitamente alla recita quotidiana del Santo Rosario. Anche qui, attraverso il Veggente, fa la sua calda raccomandazione e si tratta di una raccomandazione pressante, un congiuntivo esortativo con cui Ella comanda con quella autorità materna che le viene dall’essere Madre della Chiesa. È una caratteristica della madre quella di insistere con il figlioletto su quelle cose che servono maggiormente al suo bene, insegnandogli anche ad evitare quelle che invece, al contrario, gli fanno male. Se si segue questo criterio, la sacra corona del Santo Rosario risulta una delle cose più importanti, che maggiormente aiutano il cristiano nel suo pellegrinaggio su questa terra.
Il valore del Rosario si può cogliere attraverso quella splendida frase che Madonna lasciò a Bruno sull’Ave Maria: «Le Ave Maria del Rosario che voi dite con fede e con amore sono frecce d’oro che raggiungono il Cuore di Gesù». Nota il padre Angelo M. Tentori: «C’è una cosa che ci impressiona particolarmente: la Madonna non dice che le Ave Maria raggiungono Lei direttamente, ma il Cuore di Gesù. È ovvio che prima di tutto raggiungono Lei, invocata addirittura con il suo nome, ma ciò che vuole rimarcare è che ogni preghiera rivolta a Lei va al Figlio, lo tocca nel suo cuore, cioè nel suo amore. L’espressione “frecce” può non risultare simpatica alla nostra mentalità, perché le frecce fanno male, pungono. Ma il termine corrisponde esattamente al linguaggio ecclesiale del tempo, che chiamava “giaculatorie” le brevi invocazioni. “Giaculatoria” significa letteralmente “lancia, freccia” per indicare che raggiungono direttamente e per la via più breve la destinazione»[1].
Il Santo Rosario, che si configura come una catena di Ave Maria, altro non è, allora, che un solenne atto di fede e amore verso Gesù e Maria ed un atto di lode e adorazione in onore di tutta la Santissima Trinità, come ebbe a spiegare sempre la Vergine a Bruno Cornacchiola: «Sappi questo, figlio mio, che il Santo Rosario non è una preghiera che si rivolge soltanto a me, ma alla Santissima Trinità dove Io sono Colei che sono nella Santissima Trinità».
Il segreto per recitare bene la sacra Corona, quindi, sono la fede e l’amore. È chiaro che chi è animato da queste disposizioni interne avrà anche l’attenzione del cuore che terrà lontane le mosche fastidiose delle distrazioni. Queste verranno ma, se il cuore è attento, anche la mente, gradualmente, si piegherà all’intensità della carità con cui l’anima vuole meditare, considerare e contemplare i misteri della sua Salvezza e l’amore che il suo amato Redentore e la sua amata Corredentrice gli hanno dimostrato.
Con questa concisa ma splendida frase sembra proprio che la Madonna abbia voluto insinuare, nelle coscienze dei fedeli, questa verità o meglio ancora questo segreto per la proficua e fruttuosa recita del Santo Rosario[2].

«Facciamo insieme la pia pratica dei primi venerdì...»

Una delle frasi sorprendenti che la Madonna rivolse a Bruno qui alle Tre Fontane è la seguente: «Il giuramento di Dio è e rimane eterno ed immutabile. I Nove Venerdì del Sacro Cuore di Gesù che tu facesti prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato». Sorprende davvero e al contempo consola profondamente sapere che una devozione tanto semplice, come quella dei Primi Nove Venerdì al Sacro Cuore di Gesù, abbia potuto salvare l’anima di un peccatore.
Soprattutto in un’epoca in cui, sulla scia di una falsa idea di maturità della fede, sono tanti coloro che mettono da parte, talvolta con disprezzo, tutta la dimensione devozionale della fede come qualcosa appartenente ad un cristianesimo ormai passato, come un elemento pre-conciliare della Chiesa o come qualcosa buono solamente per le vecchiette, la Madonna, in modo deciso, ri-afferma invece la validità sempre attuale delle devozioni, una validità che non riguarda un certo periodo storico ma è qualcosa di perenne in quanto queste racchiudono in sé valori e virtù sempre attuali e necessari per la vitalità e la salute della Chiesa di Cristo.
Mi sembra allora opportuno cercare di comprendere i motivi di valore di questa pia pratica, dal momento che ha tanto potere per la Salvezza eterna.
Sì, quello che viene garantito a colui che pratica questa splendida devozione, tramite una solenne promessa, è proprio la Salvezza eterna, la meta a cui la nostra vita è diretta, come ci ricorda opportunamente l’apostolo san Pietro (cf. 1Pt 1,6-9). A questa devozione, infatti, è legata la cosiddetta Grande Promessa fatta dal Signore: quello che il Cuore di Gesù promette in modo assoluto e senza restrizioni è che nessuno di coloro che hanno fatto bene i Nove Primi Venerdì morrà in peccato mortale, concedendogli: a) se egli è giusto, la perseveranza finale nello stato di grazia; b) se egli è peccatore, il perdono di ogni peccato mortale sia per mezzo della Confessione, sia per mezzo di un atto di dolore perfetto.
Spirito di amore e di riparazione, ecco l’anima di questa Comunione mensile: di amore che cerca di contraccambiare l’ineffabile carità del Cuore divino verso di noi; di riparazione per le freddezze, le ingratitudini, il disprezzo con cui gli uomini ripagano tanto amore. A questo va aggiunta anche la testimonianza di fedeltà e costanza che l’anima rende al suo Salvatore facendo bene questa pia pratica perché è necessario portala avanti per lo spazio di 9 mesi, nel fervore o nell’aridità senza venir meno nel santo proposito da cui si era animati al momento di cominciare. Ecco, potremmo dire, in sintesi stringata i motivi di valore di questa devozione a cui Dio Onnipotente, per sola sua misericordia, vuole legare promesse così grandi[3].
Facciamo notare, inoltre, come sia proprio in epoca moderna che il culto al Cuore del Salvatore, che del resto da sempre la Chiesa ha nutrito e raccomandato, conobbe il massimo sviluppo in seguito alle Apparizioni di Gesù a Santa Margherita Maria. Ci si potrebbe domandare: perché le Apparizioni sono avvenute proprio nel 1700? I tempi della Provvidenza non sono mai casuali.
In un momento storico in cui il giansenismo proclamava i rigori della Giustizia divina ed il protestantesimo, sotto le varie denominazioni, spaccava la Chiesa di Dio, la devozione al Cuore di Cristo, costituì un efficace antidoto per suscitare e rinnovare nei fedeli l’amore al Signore e la fiducia nella sua infinita misericordia, di cui il Cuore è pegno e simbolo. È proprio questa vita di amore e dedizione totali che questa devozione vuole stimolare e irrobustire tra i fedeli. Il precetto della carità verso Dio e, come riflesso, verso il prossimo, resta e resterà sempre il culmine ed il cuore della vita morale del cristiano[4].

[1] A. M. Tentori, La Bella Signora delle Tre Fontane, edizioni San Paolo, Milano 2000, pp. 104-105.
[2] Interessante, a mo’ di nota, sottolineare come in questa mariofania romana, forse caso unico o per lo meno raro nella storia delle Apparizioni, la Madonna chieda che si recitino anche le Litanie lauretane alla fine del Rosario. È interessante ed importante prendere nota di questa richiesta. Di fatto, come ben si sa, il valore di questa preghiera mariana è grande. Recitate e cantate anticamente dai pellegrini nella santa Casa di Loreto, arricchite da approvazioni ed Indulgenze papali, le Litanie lauretane, in rapporto ad altre preghiere mariane in forma litanica, «mantengono un primato di onore, a motivo della loro antichità, dell’approvazione pontificia, della loro diffusione e del loro contenuto nobilissimo [...]; in esse la Madonna viene celebrata quale Madre, Vergine e Regina, Maestra di Sapienza, Modello eccelso di perfezione cristiana [...]. Ogni titolo racchiude un mistero ed ogni mistero è una verità che illumina e acceca. Illumina l’intelletto a motivo della fede, lo acceca perché la ragione naturale non trova alcun riscontro evidente di tanta perfezione nelle cose imperfette di questo mondo», Padre A. M. Apollonio, Le Litanie Lauretane. Preghiera mariana preghiera della Chiesa, Casa Mariana Editrice, Frigento 2013, pp. 8-9; 11-12.
[3] Le promesse che Gesù fece a santa Margherita per i devoti del suo Sacro Cuore erano ben 12. Sono le seguenti: 1) io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato; 2) metterò e conserverò la pace nelle loro famiglie; 3) li consolerò in tutte le loro pene; 4) sarò loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte; 5) spanderò copiose benedizioni su di ogni loro impresa; 6) i peccatori troveranno nel mio Cuore la sorgente e l’oceano infinito della misericordia; 7) le anime tiepide si infervoreranno; 8) le anime fervorose giungeranno in breve tempo a grande perfezione; 9) la mia benedizione si poserà anche sulle case dove sarà esposta ed onorata l’immagine del mio Cuore; 10) ai sacerdoti io darò la grazia di commuovere i cuori più induriti; 11) le persone che propagheranno questa devozione, avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà cancellato mai; 12) a tutti quelli che, per nove mesi consecutivi, si comunicheranno al primo venerdì d’ogni mese, io prometto la grazia della perseveranza finale: essi non morranno in mia disgrazia, ma riceveranno i Santi Sacramenti ed il mio Cuore sarà loro sicuro asilo in quel momento estremo. La dodicesima promessa è detta “Grande”, perché rivela la divina misericordia del Sacro Cuore verso l’umanità.
[4] Ritornando a Bruno Cornacchiola e alla sua vicenda, abbiamo raccontato più sopra quello che accadde. «Se alla fine tu avrai gli stessi sentimenti di ora, darò il mio nome alla setta; se invece cambierai idea, non parlarmene più». Queste furono le parole con cui, nella sua semplicità, la povera Iolanda faceva la sua proposta al marito, sicura che il Sacro Cuore di Gesù le avrebbe fatto il miracolo di convertire il suo sposo. «Ebbene, farò queste Comunioni e voglio farle bene, con sincerità», fu la risposta di Cornacchiola. E portò bene a termine la devota pratica. Ma non successe nulla. «Fallita la prova, io e la moglie demmo il nome alla setta protestante», testimonia Bruno. Se agli occhi degli uomini sembrava un fallimento, i tempi della Provvidenza di Dio non mancano di realizzarsi al tempo e nel modo opportuni. Ed il tempo ed il modo opportuni erano quel sabato del 1947, quel 12 aprile, giorno delle Apparizioni della Madonna e della conversione di Bruno. L’umile fede di Iolanda fu premiata dal Cielo. Prendiamo anche noi esempio dalla fede di questa semplice donna che meritò, facendo e facendo fare bene i primi Nove Venerdì in onore del Sacro Cuore, grazie così grandi e sublimi. Cf. http://trefontane.altervista.org/doc/trefontane/03-LaPrimaApparizione.html

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