MARIA SS.
Votato a Lei per i fratelli d’America. San Junípero Serra
dal Numero 7 del 14 febbraio 2016
di Rito Cascioli

Quella di San Junípero Serra fu una vita consumata dall’amore alle anime da portare a Cristo e porre sotto il manto della Madre Universale. La Vergine di Guadalupe è stata la Stella del suo apostolato eroico e infaticabile.

Ogni missionario è una testimonianza viva e vera dell’amore che Dio porta a tutti gli uomini senza distinzione di sorta. Il cristiano che “dimentica la casa di suo padre” e va verso un mondo sconosciuto a portare la Verità di Cristo e la sua Salvezza, è mosso e guidato dalla carità soprannaturale, come dice san Paolo: «Caritas Christi urget nos» (2Cor 5,14). Ovviamente, il riflesso più nobile e bello della Carità divina che si effonde per raggiungere gli uomini lo abbiamo in Maria Santissima. L’icona classica è quella della Visitazione: la Santa Vergine, dopo aver concepito il Verbo di Dio “prima nell’anima e poi nel grembo” come dice sant’Agostino, si alza e va in fretta verso la regione montuosa per portare alla cugina Elisabetta il soccorso materiale del suo lavoro e spirituale della nuova grazia di Cristo. Il Vangelo dice «exurgens cum festinatione» (Lc 1,39) e cioè che Maria era spinta verso la Santa cugina da una certa urgenza.
Il Cuore Immacolato palpita al ritmo di questa “urgenza”, perché è un cuore materno a cui interessa primariamente e assolutamente la Salvezza eterna di tutti i figli e di ciascuno in particolare. Quante volte la storia ha sollevato il velo di questo Suo zelo materno. Quanti interventi, quanti miracoli, quante vittorie concesse, quante apparizioni, quante lacrime, quante suppliche, quante promesse, quanti soccorsi e mezzi di salvezza!
Tra tutti, famosissima è l’Apparizione messicana della Vergine a Guadalupe, che potrebbe dirsi il più bel gioiello spirituale del Nuovo Continente.

Messico amato da Maria

Siamo nel dicembre del 1531, a dieci anni dalla conquista di Città del Messico. Con la pace nel Paese comincia a germogliare anche la Fede e la conoscenza del vero Dio. L’evangelizzazione avanza e dove arriva estingue i fuochi dei riti brutali a cui i nativi dovevano sottostare per placare i loro idoli assetati di sangue umano. La liberazione dal male e dall’errore grazie alla Dottrina cristiana e ai Sacramenti, si diffonde come un balsamo nel corpo sociale del popolo azteco e opera il meraviglioso miracolo della sua conversione. La Fede di questo popolo non aveva ancora 10 anni quando la Santissima Vergine, Regina degli Apostoli, viene a sostenere e corroborare il lavoro dei suoi missionari. Un sabato di dicembre appare nel piccolo valico del Tepeyac a un indio di nome Juan Diego, incamminato verso Città del Messico.
La bellissima Signora, piena di luce, dall’alto di una roccia chiama il povero indio: «Juanito, Juan Dieguito!». Voltatosi al richiamo di quella voce soave, alla vista ancor più soave della Vergine subito si prostra a terra ed Ella gli parla con fare molto gentile – spiegherà lui stesso – come di persona che gli voleva bene e lo stimava molto: «Juanito, mio piccolo figlio, dove vai?». «Signora e figlia mia – risponde l’indio con la confidenza dei semplici – sto andando in città a casa tua, per imparare le cose di Dio che ci insegnano i nostri sacerdoti, rappresentanti del Signore». Allora la Madonna detta quella che è una specie di professione di amore al popolo messicano: «Sappi e tieni presente che tu sei il più piccolo dei miei figli e Io sono la Vergine Maria, Madre del Dio Vero che dà la vita; del Creatore degli uomini ai quali sta sempre vicino, del Padrone del Cielo e Signore del mondo. Desidero vivamente che in questo luogo mi venga costruita una chiesa, dove far vedere e dare tutto il mio amore, la mia pietà, il mio aiuto e la mia protezione; perché io sono davvero la vostra Madre piena di compassione, tua e di tutti voi che vivete uniti in questa terra, e di tutti gli altri uomini che mi amano, m’invocano, mi cercano e confidano in me; qui raccoglierò le loro lacrime, consolerò la loro tristezza, avrò cura e porrò rimedio alle loro pene, miserie e ai loro dolori».
La storia continua nel modo conosciuto, con Juan Diego che si reca dalle autorità per ottenere la costruzione della chiesa e con il miracolo dell’immagine comparsa sulla tilma. Il Santuario della Madonna di Guadalupe è diventato davvero il centro e il cuore pulsante della Fede non solo del Messico ma di tutta l’America, visitato ancor oggi da migliaia di fedeli.

Chiamato in Messico dalla Sua Regina

Di questo stesso amore “materno e soprannaturale”, tutto sollecitudine e trepidazione per la salvezza delle anime, era ripieno san Junípero Serra, detto “il Padre della California”. A questo Santo francescano, recentemente canonizzato, si deve la fondazione di tutte le comunità cristiane della California come mostra la toponomastica di questo Stato che per tutta la costa occidentale, partendo da San Francisco fino a San Diego passando per Los Angeles, porta i nomi della Tradizione francescana.
Proprio a lui, circa 200 anni dopo Guadalupe, la Provvidenza aveva assegnato le anime e le terre del Messico e del Nord America, per farne un popolo di figli di Dio e moltiplicare gli eredi alla Sua Gloria. Ciò non stupisce se si considera di questo leggendario Apostolo l’ardente devozione mariana, che fu, ancor prima e ancor più delle virtù e della preparazione dottrinale, la sua arma migliore, decisiva per il successo della sua Missione, come vedremo.
Dai buoni genitori, Miguel José, come si chiamava al secolo, aveva appreso questa devozione che era andata crescendo con lui all’ombra del Santuario mariano di Bonany, sulle montagne maiorchine, e lo aveva sottratto al mondo e portato in Convento dove fece la sua Professione religiosa francescana col nome di fra’ Junípero nel giorno della festa dell’Addolorata, 15 settembre 1731, precisamente nel secondo centenario dell’Apparizione della Vergine di Guadalupe.
Il Convento di Palma di Maiorca fu la sua nuova dimora, dove rimase per 18 anni a completare la sua formazione religiosa e intellettuale. Nello studio ottenne risultati brillanti che gli guadagnarono, ancora Chierico, la cattedra di Teologia dell’Università della città, assieme all’ammirazione e al rispetto di tutti gli alunni. Era noto anche per essere un abile predicatore.
Fin da giovane, però, leggendo le Cronache dell’Ordine si sentiva rapito da uno spirito divino che lo invitava a seguire la scia dei grandi missionari apostolici. Quando non poté più contenerne l’impeto, chiese ed ottenne il permesso di partire come missionario in Messico. La risposta affermativa lo raggiunse proprio al Santuario mariano di Bonany, dove era tornato per predicarvi la festa della Madonna, era il beneplacito della sua Divina Madre che lo chiamava in quella terra lontana e prediletta per averlo quale infaticabile “compagno di apostolato”. La prima bimba pagana che ricevette da lui l’Acqua del Santo Battesimo in terra messicana, fu chiamata proprio Maria de Bonany, forse a memoria di quel giorno memorabile in cui il suo anelito missionario era stato esaudito.
Salutò i suoi anziani genitori, senza dir nulla della sua partenza per non turbarli, era l’ultima volta che li vedeva. Scrisse loro poi un’ardente lettera. Arrivato al porto d’imbarco, aveva tutto l’oceano davanti a sé da attraversare per lunghi mesi di navigazione. Si fece coraggio con il suo celebre motto: Siempre adelante! Sempre avanti e mai indietro! Il pensiero andò certamente alla Santa Vergine perché il vascello su cui si imbarcava si chiamava “Nostra Signora di Guadalupe”. Era in fondo verso di Lei che navigava, verso la Terra che Ella gli aveva preparato, dove lo attendeva per poter rigenerare i suoi Figli alla Grazia di Dio.
La Vergine di Guadalupe sarebbe stata la sua Stella, tanto che anche il Papa, nel giorno della canonizzazione, lo ha ricordato con queste parole: «Affidò il suo impegno missionario alla Santissima Vergine Maria e l’immagine di Nostra Signora di Guadalupe era presente nelle missioni che fondò lungo la costa della California: da allora, Nostra Signora di Guadalupe diventò, di fatto, la Patrona di tutto il continente americano. Non è possibile separarla dal cuore del popolo americano. Ella infatti costituisce la radice comune di questo continente».

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