MARIA SS.
La prima vittoria di Maria. Contro gli ebioniti
dal Numero 38 del 7 ottobre 2018
di Padre Luca M. Genovese

Come recita l’antica antifona mariana, la Beata Vergine Maria ha distrutto da sola tutte le eresie nel mondo intero. La sua presenza, la sua persona e i suoi privilegi singolari hanno sempre illuminato le verità essenziali di Cristo e debellato ogni errore che tentava di oscurarle.

Iniziamo una rubrica un po’ insolita ma sempre attuale. Prendiamo spunto da una antifona del Breviario romano, delle feste della Beata Vergine, in cui si afferma perentoriamente che la Madonna è l’unica che ha sconfitto tutte quante le eresie nel mondo intero (Cunctas haereses sola interemisti in universo mundo - Tu sola hai distrutto tutte le eresie nel mondo intero). Le eresie sono gli errori dottrinali che volontariamente o involontariamente attentano alla Dottrina cristiana autentica. Come è possibile che la Madonna distrugga “da sola” tutte quante le eresie? Perché le si dà questo titolo?
Partendo dal dogma dell’Immacolata, che vuol dire perfezione assoluta in ogni ambito umano, si capisce perché la Vergine smaschera e distrugge tutte le eresie: in Lei non vi può essere ombra di peccato né contagio di colpa. L’eresia è una falsa dottrina, quindi un peccato, che se non pensato o elaborato dagli uomini, sicuramente viene dalle profondità degli inferi per rovinare il retto modo di pensare degli uomini riguardo a Dio o riguardo al loro modo di comportarsi.
La Vergine in se stessa distrugge tutte le eresie perché non può essere compatibile con esse. Basta accostare la sua figura, la sua vita, la sua natura immacolata ed anche la sua parola per mostrare come una dottrina sia falsa e non proveniente da Dio: se la Vergine non vi si riconosce essa è eresia.
Analizziamo ora una delle prime eresie della Chiesa nascente: l’ebionismo.
Gli ebioniti dal nome ebraico “ebhionim” che significa “i poveri”, erano credenti in Cristo ma si separarono quasi subito dalla Chiesa apostolica.
Dal loro nome si capisce che venivano dall’ebraismo, erano quindi “giudeo-cristiani”, forse proprio quelli che nella prima controversia della Chiesa, durante il Concilio di Gerusalemme (cf. At 15,6-19), ove erano presenti gli apostoli Pietro e Paolo, difendevano la linea di una “giudaizzazione” previa dei pagani che dovevano diventare cristiani. Linea che non fu approvata dal Concilio apostolico.
Questi israeliti facevano fatica a riconoscere Gesù come Dio, pur riconoscendolo come Messia. Per un pio ebreo era veramente difficile riconoscere Dio in un uomo. Il messia per loro aveva caratteristiche terrene, temporali: avrebbe dovuto dare un regno libero su questa terra ad Israele e pace e sicurezza perenne.
La strana dottrina degli ebioniti, il cui capo pare si chiamasse Thebutis, riusciva ad ammettere anche la Risurrezione di Cristo che con l’osservanza perfetta della Legge di Mosè sarebbe riuscito ad ottenere questo, ma non certo poteva essere identificato come Dio, una bestemmia per gli israeliti più tradizionali: era in fondo il motivo per cui Gesù era stato condannato a morte.
Questa teoria non trova fondamento nelle parole di Gesù che dice chiaramente davanti a Caifa nel suo processo di essere il «Figlio di Dio benedetto» e aggiunge il Salvatore: «E vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo» (Mc 14,61-62). Gesù afferma chiaramente di «venire sulle nubi del cielo» quindi di fare qualcosa che spetta solo a Dio. Come potevano credere gli ebioniti che Egli fosse solo un uomo?
      Questo Tebuthis ed i suoi seguaci dovevano essere comunque molto influenti a Gerusalemme, tanto che egli aspirava ad essere Vescovo di Gerusalemme dopo la morte di san Giacomo. Per questo fece guerra al successore di san Giacomo, Simeone.
San Paolo nella lettera ai Colossesi sembra mettere in guardia contro questa dottrina dicendo: «Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità» (Col 2,8-9).
      In effetti credere in un Messia solo umano non apportava molte aggiunte alla dottrina ebraica tradizionale e la stessa fede nella Risurrezione era deformata e sminuita dalla convinzione che l’uomo Gesù fosse restato sempre e solo un uomo. Gesù sarebbe risorto quindi come tante altre persone che lui stesso aveva risuscitato dai morti, tornando ad una vita semplicemente terrena.
Cosa c’entra in tutto questo la Vergine Maria? Come si oppone e vince questa eresia?
Tutto parte dall’Incarnazione del Verbo. Per opera dello Spirito Santo (cf. Mt 1,20), quindi non per virtù umana, la Vergine ha concepito nel suo grembo il «Figlio dell’Altissimo»; pur essendo suo Figlio. Egli è venuto dal Cielo, da Dio. Non è il Messia liberatore dalla schiavitù politica ed umana ma dalla ben più grande schiavitù universale che è il peccato dell’uomo: «Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?», si obietta a Gesù (Mc 2,7). Ma proprio questo aveva rivelato l’angelo apparso in sogno a Giuseppe: «Egli libererà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,21). Dio solo rimette i peccati e questo Dio è Gesù Cristo.
La Vergine con la sua divina maternità, una maternità che viene dal Cielo, dimostra la falsità della dottrina di Thebutis e dei suoi ebioniti... basta il confronto con la Vergine per smontare questo artificio umano che vuol mettere d’accordo la vecchia credenza messianico-politica con la nuova e definitiva inaugurata da Gesù.
San Giustino Martire, nel suo Dialogo con Trifone, pio ebreo che non capisce la Dottrina dei cristiani, porta come prova della divinità di Cristo anche la Concezione verginale di Maria. La Vergine infatti non poteva concepire se non per virtù divina potendo divenire insieme Vergine e Madre secondo la nota profezia messianica di Isaia: «Ecco, la Vergine concepirà» (Is 7,14). Così si esprime il Filosofo e martire cristiano: «È manifesto che nessuno della stirpe di Abramo è nato da vergine, né è mai venuto in mente ad alcuno di dirlo, mentre si dice e si predica solo del nostro Signore Gesù Cristo» (Dialogo con Trifone, XLIII, 7).
In questo caso la Madonna con la sua Verginità e la sua Maternità divina trionfa su quest’eresia che nei secoli passati ha sempre trovato nuovi sostenitori fino ad oggi. Esistono ancora gruppi religiosi che si rifanno a Cristo e pensano di seguirlo ma non pensano che sia Dio, Figlio di Dio come Egli stesso ha affermato, ma un semplice uomo, magari neppure risorto come affermavano gli ebioniti; nel peggiore dei casi lo considerano un maestro di una buona dottrina e di alto profilo morale la cui sequela permette di vivere bene in questo mondo.
In questo modo Gesù sarebbe equiparato ad uno dei tanti saggi e giusti del passato ma che non avrebbe alcuna superiorità perché mancante della natura divina.
Se si accettasse questo Gesù non sarebbe più il salvatore, così come è stato chiamato dall’angelo nel Vangelo di Matteo (1,20) e noi saremmo ancora nel peccato, senza speranza di salvezza e senza il traguardo della Vita eterna.
La Vergine ci salvi da questa mentalità così disperatamente mondana che aveva rapito i malcapitati discepoli di Thebutis!

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